11 Settembre 2018

Buon inizio anno 2017-18. Lode e gioia.

Filed under: Senza Categoria — giacomo.campanile @ 08:17

RAGAZZI, buon inizio anno scolastico! W la scuola della gioia.
«Ricordatevi che l’educazione è cosa di cuore. Amate i vostri figli, gli allievi; amateli più di voi stessi, amateli gratuitamente, alla maniera di Dio, regalate loro l’amore. L’amore vero ce li fa amare anche quando non prendono bei voti, sbagliano, rispondono male, si ribellano. La pratica del sistema preventivo è tutta poggiata sulla carità che è “paziente, tutto soffre, tutto spera, tutto sopporta”. Perché non venisse confusa con l’elemosina ho cercato di tradurre la parola “carità” con amorevolezza. Bisogna amare ciò che piace ai giovani, e i giovani ameranno ciò che piace ai loro educatori L’amorevolezza la si deve esprimere nelle parole, nei gesti e persino nell’espressione del volto e degli occhi. Ed è importante che i giovani non solo siano amati, ma che abbiano coscienza di essere amati». Don Bosco.

2 Maggio 2018

MUSICA E GIOIA 5 B LISA, LUCIO. APRILE 2018

Filed under: Senza Categoria — giacomo.campanile @ 07:44

MUSICA E GIOIA LISA LUCIO      

Concorso Pesaro maggio 18

musicalode

13 Marzo 2018

Il Circo della Farfalla. Lezione marzo 2018

Filed under: Senza Categoria — giacomo.campanile @ 10:56

Il Circo della Farfalla.

6 Febbraio 2018

Amore, amicizia, fidanzamento. Lezione febbraio 2018

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE,Senza Categoria — giacomo.campanile @ 10:56

Amore, amicizia, fidanzamento. Tre nomi per chiamare l’amore, eros, filia e agape. Morale e Religione.
https://www.giacomocampanile.it/?p=6463
Per partecipare alla lezione video di Religione, fai clic su questo link:
https://meet.google.com/xso-nfxz-uma

 

Nigren. Eros e Agape.

 

LUSSURIA: l’eros senza pienezza.

MORALE SESSUALE. Diego Fusaro e Il nuovo ordine erotico. 

Amore, amicizia, fidanzamento e matrimonio fidanzamentolode amorelode

Come passare dall’INNAMORAMENTO all’AMORE (non sono la stessa cosa!)

L’AMORE ETERNIT FEAT NOEMI

Tre nomi per chiamare l’amore, eros, filia e agape.

Al vertice di tutto sta l’«agàpe», il suo modello è Gesù

In un mondo segnato così profondamente dalla paura e dalla solitudine, e lacerato da conflitti bellici o di civiltà, l’amore resta l’unica via per immaginare un nuovo futuro.

Si potrebbe dire: è il tempo dell’«agàpe», il tempo dell’amore per gli altri e non solo per se stessi. Appunto, un amore «agapico». Agàpe, una parola greca, fu scelta dagli autori del Nuovo Testamento per descrivere l’amore di Gesù. In quel tempo non era quasi per nulla usata poiché la cultura greca per dire l’amore preferiva i termini eros e philia.

Gli autori sacri con il termine agape introducevano una nuova e impensata concezione dell’amore: un amore che non si nutre della mancanza dell’altro (eros) e che nemmeno semplicemente si rallegra della presenza dell’altro (philia), ma un amore, appena concepibile dalla ragione umana, che trova il suo modello culminante in Gesù: un amore per gli altri totalmente disinteressato, gratuito, perfino ingiustificato, perché continua ad agire – ed è il meno che si possa dire – al di fuori d’ogni reciprocità.

È davvero un amore fuori regola, fuori norma. L’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani afferma: «A stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore per noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi»( Rm 5, 7-8).

Con il termine agàpe si esprime quindi un amore impensabile per la ragione se Dio stesso non lo avesse rivelato. L’agàpe è infatti l’essere stesso di Dio. Quindi è l’essere stesso Dio a spingerlo a uscire da sé per scendere in mezzo agli uomini.

L’incarnazione è un mistero centrale nella fede cristiana. Essa si differenzia da tutte le altre fedi perché, più che una religione che divinizza l’uomo, è la religione di un Dio che per amore si fa uomo. Non solo, quest’uomo accetta anche di essere crocifisso, e per amore. Nella «croce» appare il culmine dell’amore con la sua vittoria definitiva sull’egoismo.

Semiòn Frank, filosofo russo, scrive: «L’idea di un Dio disceso nel mondo, che soffre volontariamente e prende parte alle sofferenze umane e cosmiche, l’idea di un Dio-uomo che soffre, è la sola teodicea possibile, la sola “giustificazione” convincente di Dio». Qui vi è tutta l’originalità dell’agàpe, tutta la sua paradossalità, e soprattutto la sua forza irresistibile: l’agàpe è la risorsa più forte per edificare un mondo nuovo liberato dalla legge inesorabile dell’amore per sé. (…)

L’agàpe, culmine dell’amore, non elimina l’eros e la philia, non le accantona, se così posso dire, semmai le purifica dalle ambiguità e le esalta per una loro dinamica positiva. Nella cultura greca,eros era concepito come un dio senza volto, una sorta di divinità originaria, un principio di vita potente che strappa dalla vita quotidiana producendo una discontinuità inimmaginata nella vita di chi ne viene coinvolto.

La discontinuità si presenta improvvisa, non è né progettata né voluta, e spinge con prepotenza l’amante ad annullarsi nell’amato, sia nella prospettiva esaltante della luce che nell’altra, anch’essa ugualmente esaltante, della morte.

In ogni caso, al di là degli esiti, eros è una energia originaria che strappa via dalla casa abituale, dalla vita ordinaria. Non a caso Platone, nel Simposio, lo definisce a-oikos, senza casa. Il grande pericolo che eros fa correre è perciò quello di essere strappati via da ogni sede, da ogni dimora, da ogni casa, senza un approdo che sia stabile.

Da un punto di vista non teologico cristiano, eros è pura avventura, come lo rappresentano le grandi figure, i grandi miti della contemporaneità: l’Ulisse dantesco, il Faust, il Don Giovanni, sono tutte figure che mollano gli ormeggi, perché che nessuna casa può contenerli. Ma eros da solo, senza un orizzonte, non basta. In sintesi, potremmo dire, che tutti abbiamo pulsioni d’amore, tutti sentiamo spinte ad amare o sentimenti d’amore che ci muovono, ma – è papa Ratzinger a scriverlo nell’enciclica Deus caritas est – «i sentimenti vanno e vengono. Il sentimento può essere una meravigliosa scintilla iniziale, ma non è la totalità dell’amore».

La philia – che traduciamo normalmente con «amicizia» – esprime un’altra dimensione ancora dell’amore. Ordinariamente viene pensata come una forma attenuata dell’amore, un sentimento più debole, meno impegnativo, meno esigente, casto per di più, segno di una innegabile limitatezza!

Molto meno cantata dell’amore, la philia è tuttavia non meno protagonista nella vicenda umana. Un bell’esempio di philia lo rileviamo nella triplice domanda d’amore di Gesù a Pietro dopo la risurrezione, quando lo interroga sull’amore. Gesù chiede al discepolo: «Mi ami?» (phileis me?). Qui non è l’eros che parla, ma un sentimento che chiede una compartecipazione stretta, duratura, perenne.

È come se gli chiedesse: «Sei veramente mio, mi appartieni, ci co-apparteniamo?» Nella philia i due – e questa è la differenza fondamentale con eros – rimangono tali, non vi è una dinamica identitaria, non si risolvono in uno.

philoi sono inseparabili, ma tale appartenenza non impedisce loro di sussistere come tali nella propria identità. Anzi, sussistono perché «stanno bene insieme». Semmai, il rischio in tale dinamica è l’appagamento nella coappartenenza, una sorta di piacevole ma rischiosa chiusura.

Ed ecco l’agàpe che supera ambedue, senza tuttavia escluderle. In effetti, con la parola agàpe si entra nella logica di stampo trinitario ove non c’è l’annullamento nell’altro e neppure la coappartenenza. C’è di più: la generazione di un altro nel circolo dell’amore.

La raffigurazione emblematica dell’agàpe è l’icona della Trinità di Rublev, con i tre angeli attorno alla mensa. Agàpe è la relazione Padre-Figlio, così come Gesù la testimonia, che implica come terzo elemento quella relatio non adventitia di cui parla Agostino. La relazione tra le prime due persone, infatti, distinte e tuttavia filoi nel modo più profondo ed essenziale, obbliga a pensare la Relazione stessa come una terza figura.

L’agàpe comporta una trascendenza tra i due che è appunto la «Relazione» stessa nella sua eternità, nella sua necessità. L’agàpe è interna a questa dialettica dei due e insieme li trascende entrambi. Amante e amato si trascendono in un terzo: che è la loro «relazione». Questa è agape nel linguaggio neotestamentario e nella teologia cristiana. Il suo nome è Spirito Santo e la sua azione è sconvolgente.

52 DOMANDE SULL ‘AMORE…

1. Cos’è l’amore?
2. Hai mai amato qualcuno?
3. Sapresti descrivere con tre parole cosa vuol dire amare?
4. Hai mai amato senza essere ricambiato?
7. È più facile amare o permettere a qualcuno di amarti?
8. Hai mai sofferto per amore?
9. Sei mai stato tradito/A?
13. L’amore lo si cerca o viene da se?
14. Credi che a volte l’essere amato/a o comuque avere qualcuno ti privi della tua liberta? n
21. credi nell’amore eterno?
22. Credi che l’amore debba essere per forza corrisposto? s
23. Cosa ne pensi del tradimento?
24. Pensi che segni la fine di un rapporto?
26. Lo perdoneresti?
27. Lo accetteresti?
29. Perché si tradisce?
31. L’onestà paga sempre?
32. Credi di poter continuare ad amare chi ti ha tradito?
34. cosa si acquista?
36. In un rapporto a che posto sta la fiducia?
40. Credi che nell’amore ci sia sempre uno dei due che ama più dell’altro?
42. Cosa implica amare?

44. Il vero amore esiste o è un’utopia?
45. Esistono amori a distanza?

50. Infine raccontami le caratteristiche ideali della tua persona ideale?

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30 Gennaio 2018

QUIZ SULLA DROGA. LEZIONE FEBBRAIO 2018

Filed under: DROGHE,LEZIONI DI RELIGIONE,Senza Categoria — giacomo.campanile @ 15:26

L’allarme. Droga, psicofarmaci, alcol: consumi choc tra i ragazzi, ora ci sono i dati

Droghe: La legalizzazione illustrata agli adulti

LA DROGA E’ IMMORALE.

QUIZ SULLA DROGA

SAI TUTTO SULLA DROGA?

Quiz: Testa la tua conoscenza sulle droghe.

2291 L’uso della droga causa gravissimi danni alla salute e alla vita umana. Esclusi i casi di prescrizioni strettamente terapeutiche, costituisce una colpa grave. La produzione clandestina di droghe e il loro traffico sono pratiche scandalose; costituiscono una cooperazione diretta, poiché spingono a pratiche gravemente contrarie alla legge morale.

LA RIVOLUZIONE ANTROPOLOGICA DELLA DROGA

Vasco Rossi-Bollicine

Preghiera per spezzare le catene del vizio e guarire le dipendenze

Tra i più tentati dal demonio ci sono i giovani e i giovanissimi: “Il rischio, per i ragazzi , riguarda le attività estreme – sottolinea padre Truqui – Nei circoli satanici girano molta droga e la sessualità è fuori controllo, tutte cose che attirano molto i giovani; ai giovani viene proposto successo senza merito, ricchezza senza lavoro e piacere senza limiti: è il sogno di tutti, ma sono cose che non esistono”.

15 Gennaio 2018

Matrimonio civile e religioso. Diritti e doveri degli sposi.

Filed under: Senza Categoria — giacomo.campanile @ 08:59

Matrimonio civile e religioso. Diritti e doveri degli sposi.

APRIMI SORELLA MIA

Con il testo

Aprimi sorella mia. Chitarre Giacomo e Dario. Roma 2-05-16.

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

27 Novembre 2017

TEODOSIO. Editto di Tessalonica 380

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE,Senza Categoria — giacomo.campanile @ 08:34

L’editto di Tessalonìca, conosciuto anche come Cunctos populos, venne emesso il 27 febbraio 380 dagli imperatori romani Graziano, Teodosio I e Valentiniano II (quest’ultimo all’epoca aveva solo 9 anni).

Il decreto dichiara il cristianesimo secondo i canoni del credo niceno la religione ufficiale dell’impero romano, proibisce in primo luogo l’arianesimo e secondariamente anche i culti pagani. Per combattere l’eresia si esige da tutti i cristiani la confessione di fede conforme alle deliberazioni del concilio di Nicea. Il testo venne preparato dalla cancelleria di Teodosio I e successivamente venne incluso nel Codice teodosiano da Teodosio II. La nuova legge riconobbe alle due sedi episcopali di Roma e Alessandria d’Egitto il primato in materia di teologia.

(LA)«IMPPP. GR(ATI)IANUS, VAL(ENTINI)ANUS ET THE(O)D(OSIUS) AAA. EDICTUM AD POPULUM VRB(IS) CONSTANTINOP(OLITANAE).

Cunctos populos, quos clementiae nostrae regit temperamentum, in tali volumus religione versari, quam divinum Petrum apostolum tradidisse Romanis religio usque ad nunc ab ipso insinuata declarat quamque pontificem Damasum sequi claret et Petrum Alexandriae episcopum virum apostolicae sanctitatis, hoc est, ut secundum apostolicam disciplinam evangelicamque doctrinam patris et filii et spiritus sancti unam deitatem sub pari maiestate et sub pia trinitate credamus. Hanc legem sequentes Christianorum catholicorum nomen iubemus amplecti, reliquos vero dementes vesanosque iudicantes haeretici dogmatis infamiam sustinere ‘nec conciliabula eorum ecclesiarum nomen accipere’, divina primum vindicta, post etiam motus nostri, quem ex caelesti arbitro sumpserimus, ultione plectendos.

DAT. III Kal. Mar. THESSAL(ONICAE) GR(ATI)ANO A. V ET THEOD(OSIO) A. I CONSS.»
(IT)«GLI IMPERATORI GRAZIANO, VALENTINIANO E TEODOSIO AUGUSTI. EDITTO AL POPOLO DELLA CITTÀ DI COSTANTINOPOLI.

Vogliamo che tutti i popoli che ci degniamo di tenere sotto il nostro dominio seguano la religione che san Pietro apostolo ha insegnato ai Romani, oggi professata dal Pontefice Damaso e da Pietro, vescovo di Alessandria, uomo di santità apostolica; cioè che, conformemente all’insegnamento apostolico e alla dottrina evangelica, si creda nell’unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in tre persone uguali. Chi segue questa norma sarà chiamato cristiano cattolico, gli altri invece saranno considerati stolti eretici; alle loro riunioni non attribuiremo il nome di chiesa. Costoro saranno condannati anzitutto dal castigo divino, poi dalla nostra autorità, che ci viene dal Giudice Celeste.

DATO IN TESSALONICA NEL TERZO GIORNO DALLE CALENDE DI MARZO, NEL CONSOLATO QUINTO DI GRAZIANO AUGUSTO E PRIMO DI TEODOSIO AUGUSTO»
(Codice teodosiano, xvi.1.2)
L’editto, pur proclamando il Cristianesimo religione di Stato dell’impero romano, non stabiliva alcuna direttiva specifica a proposito. Bisognerà attendere i cosiddetti decreti teodosiani, promulgati dallo stesso Teodosio I, che tra il 391-392 normarono l’attuazione pratica dell’editto di Tessalonica.

Conseguenze dell’editto

Nel 391-392, nuovi decreti (“decreti teodosiani”) inasprirono le proibizioni verso i culti pagani e i loro aderenti, dando il via a una vera e propria persecuzione del Paganesimo. Furono distrutti molti templi e vennero avallati atti di violenza contro il paganesimo: uno dei più noti fu la distruzione, nel 392 circa, del Serapeo di Alessandria ad opera del vescovo di Alessandria Teofilo che, alla guida di un esercito di monaci, provocò l’uccisione di numerosi pagani che erano intenti alle loro funzioni sacre. Inoltre l’arcivescovo Giovanni Crisostomo organizzò una spedizione di asceti fanatici ad Antiochia per demolire i templi e far uccidere i fedeli, mentre il vescovo Porfirio di Gaza fece radere al suolo il famoso tempio di Marnas

Nel 416 un editto dell’imperatore romano d’Oriente Teodosio II stabilì che soltanto i cristiani potevano svolgere la funzione di giudice, rivestire cariche pubbliche ed arruolarsi nell’esercito. Tutti i giudici, impiegati pubblici e ufficiali dell’esercito non cristiani avrebbero dovuto dimettersi. Nel 423 Teodosio II dichiarò che tutte le religioni pagane non erano altro che “culto del demonio” ed ordinò, per tutti coloro che persistevano a praticarle, punizioni quali il carcere e la tortura.

Successivamente, l’imperatore Valentiniano III emanò (17 luglio 445) un editto che contribuì in maniera determinante all’affermazione dell’autorità e del primato della sede vescovile di Roma in Occidente. Questo editto, che non era valido nella parte orientale dell’Impero, riconosceva pienamente il primato giurisdizionale del papato, perché «Nulla deve essere fatto contro o senza l’autorità della Chiesa romana»

In molti casi, la politica degli imperatori successivi si basò sul presupposto che l’unità dell’impero richiedesse anche un’unità religiosa. Così Giustiniano impose pesanti restrizioni a tutte le religioni non cristiane. Nel 527 tutti gli eretici e i pagani persero le cariche statali, i titoli onorifici, l’abilitazione all’insegnamento e gli stipendi pubblici. Nel 529 fu imposta di fatto la chiusura della scuola filosofica di Atene, ultimo centro di eccellenza ancora attivo della cultura pagana, e a Costantinopoli e in Asia Minore i pagani, ancora numerosi, furono costretti al battesimo.

L’editto di Tessalonica è ritenuto importante dagli storici in quanto diede inizio a un processo in base al quale «per la prima volta una verità dottrinale veniva imposta come legge dello Stato e, di conseguenza, la dissidenza religiosa si trasformava giuridicamente in crimen publicum: ora gli eretici potevano e dovevano essere perseguitati come pericolo pubblico e nemici dello Stato». È altresì da precisare che durante tutto l’Impero romano e anche durante l’Esarcato d’Italia (che ebbe vita fino al 752) la Chiesa non ebbe il potere civile né quello giudiziario, che rimase monopolio dello Stato.

28 Settembre 2017

PERSONAGGI DELLA GENESI

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE,Senza Categoria — giacomo.campanile @ 14:50

quiz sulla genesi

Risultati immagini per Dio e la storia schema

3.1 La creazione

3.1.1 Racconto sacerdotale

3.1.2 Racconto Jahvista

3.2 Il racconto del peccato originale (Gen 3)

3.3 Caino e Abele (Gen 4)

3.3.1 La discendenza di Caino (Gen 4)

3.4 I patriarchi prediluviani (Gen 5)

3.5 Il diluvio universale (Gen 6-9)

3.6 La torre di Babele (Gen 11)

3.7 Gli ascendenti di Abramo (Gen 11)

3.8 La storia di Abramo (Gen 12-25)

3.8.1 La vocazione di Abramo (Gen 12,1-9)

3.8.2 Il rinnovamento dell’alleanza (Gen 15,1-18)

3.8.3 L’alleanza e la circoncisione (Gen 17,1-14)

3.8.4 L’apparizione di Mamre e la distruzione di Sodoma (Gen 18-19,29)

3.8.5 La nascita di Isacco (Gen 21,1-5)

3.8.6 Il sacrificio di Isacco (Gen 22,1-18)

3.9 La storia di Isacco e Giacobbe (Gen 25-36)

3.9.1 I due figli di Isacco: Giacobbe ed Esaù (Gen 25,19-34)

3.9.2 Giacobbe carpisce la benedizione del padre (Gen 27,1-40)

3.9.3 Il sogno di Giacobbe (Gen 28,10-22)

3.10 La storia di Giuseppe (Gen 37-50)

bibbialode genesilode

27 Settembre 2017

092017. CANTICO DELLE CREATURE DI SAN FRANCESCO D’ASSISI.

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE,Senza Categoria — giacomo.campanile @ 15:36

CANTICO DELLE CREATURE DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

16 Maggio 2017

I 7 sacramenti. Teologia e prassi. Lezione maggio 2017

Filed under: Senza Categoria — giacomo.campanile @ 08:26

sacramentilode

I sacramenti della Nuova Legge sono istituiti da Cristo e sono sette, ossia: il Battesimo, la Confermazione, l’Eucaristia, la Penitenza, l’Unzione degli infermi, l’Ordine e il Matrimonio. I sette sacramenti toccano tutte le tappe e tutti i momenti importanti della vita del cristiano: grazie ad essi, la vita di fede dei cristiani nasce e cresce, riceve la guarigione e il dono della missione. In questo si dà una certa somiglianza tra le tappe della vita naturale e quelle della vita spirituale.

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