3 Maggio 2017

L’incredibile storia del cantante Shoek che ha cambiato la sua vita grazie alla fede

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L’incredibile storia del cantante Shoek che ha cambiato la sua vita grazie alla fede

Shoek testimonia a RAIDUE nella trasmissione “FATTI VOSTRI” [VIDEO UFFICIALE]

Shoek – Alzo le mani

19 Aprile 2017

La Passione secondo Giovanni di Bach. BWV 245. Antonio Pappano. Rai 520180331. Bach e Mozart e la passione di Cristo. Lezione aprile 2017

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La Passione secondo Giovanni di Bach Pappano Rai 520180331

 Bach Passione secondo Giovanni

19 minuti, BWV 245 Antonio Pappano direttore Lucy Crowe soprano Ann Hallenberg contralto Andrew Staples tenore Christian Gerhaher basso Roderick

La Passione secondo Giovanni (Johannes Passion) BWV 245 è una composizione musicale sacra per voci soliste, coro, orchestra e organo di Johann Sebastian Bach, costruita sui capitoli 18 e 19 del Vangelo secondo Giovanni e inframmezzata da arie e corali composti su alcuni testi in poesia di Barthold Heinrich Brockes.

Origine dell’opera
È probabile che Bach durante il secondo periodo trascorso a Weimar (1708-1717) abbia scritto una Passione sul testo giovanneo, eseguita a Gotha nel 1717, della quale resterebbe traccia nella versione del 1725 della successiva Passione secondo Giovanni. A Köthen poi, dove ricopri l’incarico di musicista di corte dal 1717 al 1723, Bach concepì, sul finire del 1722, una nuova Passione secondo Giovanni. Non avendo a Köthen un librettista a disposizione, è probabile che Bach abbia provveduto in prima persona all’elaborazione del testo. Dal 1º giugno del 1723, all’età di trentotto anni, Bach si era insediato a Lipsia come Kantor, presso la chiesa di San Tommaso (Thomaskirche), al tempo seconda chiesa parrocchiale della città. Bach, verosimilmente, concluse solo a Lipsia la stesura della Passione Secondo Giovanni (BWV 245). Nelle intenzioni di J. S. Bach la Passione secondo Giovanni doveva essere eseguita la prima volta nella chiesa di San Tommaso, ma le rigide direttive delle autorità cittadine avevano previsto che in quell’anno la Passionmusik sarebbe dovuta essere eseguita presso la chiesa di San Nicola (Nikolaikirche), in quel tempo chiesa principale della città, e in ultimo Bach dovette cedere e ripiegare sulla Nikolaikirche. La prima esecuzione accertata della Passione secondo Giovanni ebbe quindi luogo in occasione dei vespri del Venerdì santo del 7 aprile 1724, per l’appunto presso la chiesa di San Nicola. Bach mise più volte mano alla partitura, della quale si possono contare quattro versioni. Il 30 marzo 1725 venne eseguita la seconda versione nella chiesa di San Tommaso; la terza versione, probabilmente l’11 aprile 1732, venne eseguita nella chiesa di San Nicola; la quarta versione, probabilmente il 4 aprile 1749, fu proposta nuovamente alla Thomaskirche.

Comparazione tra la Passione secondo Giovanni e la Passione secondo Matteo

La Passione secondo Giovanni è più breve (circa due ore) rispetto alla Passione secondo Matteo (circa tre ore). Nella Passione secondo Giovanni l’ambito temporale della narrazione è meno ampio rispetto alla Passione secondo Matteo, in quanto non comprende il complotto di Giuda e l’Ultima cena.[2] Per altro, nell’evoluzione dell’approccio esecutivo alle passioni di Bach si è assistito, in generale, negli ultimi anni ad una accelerazione dei tempi di esecuzione e, dunque, ad una riduzione delle durate. Si considerino, ad esempio, due esecuzioni “classiche” della Passione secondo Matteo: quella di Otto Klemperer del 1961 aveva una durata di ben 222′, mentre quella famosissima di Karl Richter del 1958 (che per lungo tempo ha costituito una sorta di standard interpretativo di riferimento), di 197′. Nelle esecuzioni contemporanee la durata della Passione secondo Matteo si attesta intorno ai 180′. La Passione secondo Giovanni nella esecuzione di Richter del 1964 durava 130′, in quella di Ton Koopman del 1994 circa 108′. Le due passioni hanno molti aspetti in comune, tuttavia anche una vena umorale di fondo sostanzialmente diversa: più teologica e meditativa quella secondo Giovanni, più drammatica quella secondo Matteo. La Passione secondo Giovanni è costantemente attraversata da accenti tragici e da passaggi di autentica trasfigurazione spirituale, seppur sia relativamente più povera di dettagli e meno sontuosa rispetto a quella secondo Matteo; inoltre, l’opera è caratterizzata da una “durezza” tipica del linguaggio antico delle cantate bachiane più importanti.

Struttura dell’opera

La Passione secondo Giovanni è strutturata secondo l’antica tradizione di “figurare” il Vangelo durante i riti della Settimana Santa. Dal testo evangelico vengono isolati alcuni episodi-chiave: l’arresto di Gesù, la partecipazione della folla alla sua condanna, la crocifissione, la morte e la deposizione nel sepolcro. Il compito di narrare gli episodi viene affidato all’evangelista, che lega l’unità narrativa di un’opera nella quale rientrano anche passaggi di preghiera che non hanno propriamente attinenza con lo svolgersi delle vicende evangeliche, come grandi corali tratti dal vastissimo repertorio della tradizione tedesca. In questa composizione sono le parole «Es ist vollbracht», cioè «tutto è compiuto», a sottolineare il sacrificio di Cristo, e la scelta di un registro musicale piuttosto movimentato, quasi fosse in corsa verso la resurrezione. Ciò che, nella Passione secondo San Giovanni, colpisce l’ascoltatore, però, è il contrasto tra la dignità di Cristo e l’agitazione dei suoi accusatori, e anche per la continuità fra questa pagina, così dura e coinvolgente, e la profonda ricerca musicale delle Cantate.

N. 68 (corale) (2′ 15”)Testo

Ach Her, lass dein lieb Engelein am letzten End’ die Seele mein in Abrahams Schoss tragen; den Leib in sein’m Schlafkämmerlein gar sanft, ohn’ ein’ge Qual und Pein, ruhn bis am jüngsten Tage!

Alsdann vom Tod erwecke mich, dass meine Augen sehen dich in aller Freud’, o Gottes Sohn, mein Heiland und Genadenthron!

Herr Jesu Christ, erhöre mich, ich will dich preisen ewiglich!

Traduzione

Ah, Signore, fa’ sì che i tuoi cari angioletti all’ultima ora portino la mia anima nel seno di Abramo; che il corpo, nella sua cameretta, ben dolcemente, senza alcuna pena o tormento, riposi fino all’ultimo giorno!

Allora risvegliami dalla morte, in modo che i miei occhi vedano te in piena gioia, o figlio di Dio, o mio Salvatore e trono di grazia!

Signore Gesù Cristo, ascoltami, io ti voglio lodare in eterno!

Lacrimosa. Requiem di MOZART.

LACRIMOSA (Coro) Lacrimosa dies illa, Qua resurget ex favilla, Judicandus homo reus. Huic ergo parce, Deus: Pie Jesu, Domine, Dona eis requiem. Amen.

Giorno di lacrime, quel giorno,quando risorgerà dal fuocol’uomo reo per essere giudicato.Ma tu risparmialo, o Dio. Pietoso Signore Gesù,dona loro riposo!Amen!

Roma chiesa San Crisogono trastevere. 12 aprile 2017

Con queste parole di Mozart scritte in una lettera al padre malato Wolfgang parla del suo rapporto con la morte ma dalle sue parole traspare come sempre fu per la sua musica serenità. ‘Dato che la morte ben guardare è la vera meta della nostra vita. Già da un paio d’anni sono in buoni rapporti con questa vera e ottima amica dell’uomo così che la sua immagine non soltanto non ha più niente di terribile ma anzi molto di tranquillizzante e consolante , ringrazio Dio per avermi concesso la fortuna e l’occasione di conoscere nella morte la chiave della nostra vera Bea titudine non vado mai a dormire senza pensare che per quanto sia giovane il giorno dopo potrei non esserci più e tutte le persone che mi conoscono nessuna potrà dire che abbia un modo di fare malinconico o tristezze. ringrazio tutti i giorni il Signore di questa beatitudine che auguro di tutto cuore a tutti gli uomini.

Haendel. il Messiah

Era il 13 aprile del 1742 quando, alla New Music Hall di Fishamble Street di Dublino, per la prima volta risuonarono le note del Messiah, oratorio per soli, coro e orchestra, vertice della produzione sacra di Georg Friedrich Händel. Era stato incluso, infatti, in una serie di concerti organizzati da William Cavendish, duca di Devonshire, a seguito del successo arriso ad altri oratori händeliani in terra irlandese, a cominciare da L’Allegro, il Penseroso e il Moderato, eseguito nell’inverno precedente. Si trattava di un’iniziativa di beneficienza, «Per il sollievo dei Prigionieri nelle varie carceri, e per il sostegno dell’ospedale di Mercer in Stephen’s Street e della Charitable Infirmary sul Inns Quay», che doveva vedere protagonisti i cori della Cattedrale di San Patrizio e della Cattedrale di Cristo.

Al testo, composto esclusivamente da versi biblici, aveva provveduto il letterato britannico Charles Jennens, curatore della prima edizione critica di alcune opere di Shakespeare, e che per Händel aveva già scritto i libretti di altri oratori, tra cui Saul e Israel in Egypt, entrambi nel 1739. Attingendo al Book of Common Prayer of the Church of England, prezioso filtro dell’Antico e del Nuovo Testamento, l’oratorio intendeva essere «una meditazione di nostro Signore come Messia nel pensiero cristiano e nella fede», per questo eseguito prevalentemente nei tempi penitenziali dell’Avvento e della Quaresima, in vista della celebrazione della rinascita e della risurrezione.

Articolato in tre parti e più volte rivisto dal musicista (la partitura oscilla tra 47 e 53 numeri musicali, sfiorando le tre ore di durata), il Messiah costituisce il punto più alto dell’opera di fusione di tre tradizioni, da Händel stesso coltivate nel corso della sua carriera: quella della passione luterana, al quale aveva contribuito in giovane età; quella dell’oratorio barocco, conosciuto durante il soggiorno italiano; e infine la pratica dell’anthem britannico, con cui si era confrontato nella sua patria d’adozione. La solenne grandiosità dell’opera è un prodigio di straordinaria inventiva, destinata a culminare in cori memorabili, tra cui il dirompente Hallelujah, vibrante annuncio della redenzione dell’umanità.

Alleluja di Haendel. Basilica santa Maria del popolo. TESTO

For the Lord God omnipotent reigneth.

Hallelujah! Hallelujah! Hallelujah! Hallelujah!

For the Lord God omnipotent reigneth.

Hallelujah! Hallelujah! Hallelujah! Hallelujah!

The kingdom of this world

Is become the kingdom of our Lord,

And of His Christ, and of His Christ;

And He shall reign for ever and ever,

For ever and ever, forever and ever,

King of kings, and Lord of lords,

King of kings, and Lord of lords,

And Lord of lords,

And He shall reign,

And He shall reign forever and ever,

King of kings, forever and ever,

And Lord of lords,

Hallelujah! Hallelujah!

And He shall reign forever and ever,

King of kings! and Lord of lords!

And He shall reign forever and ever,

King of kings! and Lord of lords!

Hallelujah! Hallelujah! Hallelujah! Hallelujah!

Hallelujah!

29 Marzo 2017

JESUS CHRIST SUPERSTAR. Lezione aprile 2017

Filed under: FILM,LEZIONI 2016-17,Senza Categoria — giacomo.campanile @ 07:12

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JESUS CHRIST SUPERSTAR

Jesus Christ Superstar è un film del 1973 diretto da Norman Jewison, trasposizione sul grande schermo del musical omonimo di Tim Rice, autore dei testi, e Andrew Lloyd Webber, autore della musica. L’opera narra l’ultima settimana della vita di Cristo prima della morte per crocifissione.

Per la loro interpretazione, rispettivamente di Gesù e Giuda, Ted Neeley e Carl Anderson sono stati candidati al Golden Globe nel 1974.

MARIA MADDALENA Everything’s Alright (sub ITA)

I Don’t Know How to Love Him

GIUDA INIZIO

The Temple

SIMONE ZELOTA

The Last Supper

Gethsemane – Ted Neeley 1973 ) HD

Jesus Christ Superstar – King Herod’s song SOTTOTITOLI ITA

La morte di Giuda

PILATO

ERODE

JESUS CHRIST SUPERSTAR 1973 ( The Crucifixion ) HD

SUPESTAR FINALE

Could We Start Again Please? HD

28 Marzo 2017

Vita di Paolo di Tarso,(Tarso, 5-10 – Roma, 64-67), è stato uno scrittore e teologo cristiano. Lezione marzo 2017

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Caravaggio – Conversione di San Paolo

Vita di Paolo di Tarso,(Tarso, 5-10 – Roma, 64-67), è stato uno scrittore e teologo cristiano.

È stato l’«apostolo dei Gentili»,ovvero il principale (secondo gli Atti degli Apostoli non il primo) missionario del Vangelo di Gesù tra i pagani greci e romani.

Secondo i testi biblici, Paolo era un ebreo ellenizzato, che godeva della cittadinanza romana. Non conobbe direttamente Gesù, sebbene a lui coevo, e, come tanti connazionali, avversava la neo-istituita Chiesa cristiana, arrivando a perseguitarla direttamente. Sempre secondo la narrazione biblica, Paolo si convertì al cristianesimo mentre, recandosi da Gerusalemme a Damasco per organizzare la repressione dei cristiani della città, fu improvvisamente avvolto da una luce fortissima e udì la voce del Signore, che gli diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”.

Fu fatto imprigionare dagli ebrei a Gerusalemme con l’accusa di turbare l’ordine pubblico. Appellatosi al giudizio dell’imperatore – come era suo diritto, in quanto cittadino romano – Paolo fu condotto a Roma, dove fu costretto per alcuni anni agli arresti domiciliari, riuscendo però a continuare la sua predicazione. Morì vittima della persecuzione di Nerone, decapitato probabilmente tra il 64 e il 67.

L’influenza storica di Paolo nell’elaborazione della teologia cristiana è stata enorme: mentre i Vangeli si occupano prevalentemente di narrare le parole e le opere di Gesù, le lettere paoline definiscono i fondamenti dottrinali del valore salvifico della sua incarnazione, passione, morte e risurrezione – ripresi dai più eminenti pensatori cristiani dei due millenni successivi.

TALENTI DEL MONTALE 2017

Filed under: LEZIONI 2016-17,LEZIONI DI RELIGIONE,Senza Categoria — giacomo.campanile @ 07:24

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Bach. Toccata e fuga. Claudio 27 Marzo 2017

SOFIA 2017

CLAUDIO 2017

Talento del Montale Emma

Nuovi talenti. Simone

21 Marzo 2017

La basilica di San Pietro in Vaticano. Architettura, Arte e Religione. Lezione

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Basilica di San Pietro una vera magia di colori. Foto 22 ottobre 2023

Basilica di San Pietro breve video

La Basilica di San Pietro 1a parte – La storia

La Basilica di San Pietro La visita 2 parte

La basilica di San Pietro in Vaticano. Architettura, Arte e Religione

LEZIONE VIDEO del prof. Giacomo Campanile

 

Simone era un pescatore del Lago di Genesaret. Dopo una pesca miracolosa, lasciò barca e famiglia e con il fratello Andrea seguì Gesù, cambiando il nome in Pietro.  Fu il più autorevole degli apostoli. Fondò varie comunità, tra cui quella di Roma, ove fu martirizzato nel 64 sotto l’imperatore Nerone.

I vescovi di Roma (poi detti papi) si considerano suoi successori, chiamati a guidare la Chiesa cattolica

Simone Martini – San Pietro

Simone Martini - San Pietro.jpg

Tra i discepoli di Gesù assunse ben presto un ruolo particolare Pietro, il cui nome significa «fondato sulla roccia».  È lui che riconosce per primo in modo chiaro la divinità di Gesù, il quale gli affida il compito di guidare la comunità dei discepoli e di «confermarli nella fede» con le seguenti parole: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla Terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla Terra sarà sciolto nei cieli».

Consegna delle chiavi Perugino

 

 Catturato a Roma  dai soldati dell’imperatore venne crocifisso, secondo la tradizione trasmessa da Girolamo, Tertulliano, Eusebio e Origene, a testa in giù per sua stessa richiesta fra il 64, anno dell’incendio di Roma e dell’inizio della persecuzione anti-cristiana di Nerone 67.

Crocifissione di san Pietro (Caravaggio)

Caravaggio - Martirio di San Pietro.jpg

 

 

La cosiddetta tomba di Pietro è attualmente ubicata nelle Grotte Vaticane, in corrispondenza dell’altare della Basilica di San Pietro. Nessuna chiesa, a eccezione di quella romana, ha mai vantato la presenza della sepoltura del santo. 

La basilica di San Pietro è uno dei più grandi edifici del mondo: lunga ben 218 metri e alta fino alla cupola 132,30 metri, la superficie totale è di circa 23 000 metri quadrati e può contenere 60.000 fedeli.

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Basilica San Pietro in Vaticano video HD

La basilica di San Pietro in Vaticano (nome esatto completo: papale basilica maggiore di San Pietro in Vaticano) è una basilica cattolica della Città del Vaticano; simbolo dello Stato del Vaticano, cui fa da coronamento la monumentale piazza San Pietro.

È la più grande delle quattro basiliche papali di Roma, spesso descritta come la più grande chiesa del mondo e centro del cattolicesimo.

L’antica basilica costantiniana

Quando l’imperatore Costantino proclamò la libertà di tutti i culti religiosi, i cristiani poterono finalmente dotarsi di edifici adeguati alla celebrazione del loro culto. I primi luoghi ad essere scelti per l’edificazione di basiliche cristiane furono quelli già conosciuti come luoghi di venerazione delle reliquie dei santi, in primis Pietro e Paolo.

La prima Basilica di San Pietro in Vaticano (costruita dall’imperatore Costantino I nel IV secolo e consacrata da papa Silvestro I nel 326) fu progettata in modo che il punto esatto della tomba di Pietro coincidesse con l’altare maggiore.

CUPOLA SAN PIETRO IN VATICANO ROMA

La cupola di San Pietro costituisce la copertura della crociera della basilica di San Pietro in Vaticano.

È una delle più vaste coperture in muratura mai costruite; presenta un diametro interno di circa 42 metri e porta l’altezza complessiva della basilica, dalla base fino alla sommità della lanterna, ad oltre 130 metri. Le sue forme, rispecchiano in buona parte il disegno di Michelangelo Buonarroti, che vi lavorò fino all’anno della sua morte, avvenuta nel 1564.

Costituisce inoltre uno dei simboli più celebri della città di Roma, dove viene popolarmente denominata er Cuppolone, nonché uno dei punti più panoramici della città, con vista a 360 gradi sull’intera Città del Vaticano e su quasi tutti i quartieri del centro storico di Roma. Numero gradini alla salita della cupola: 551

L’architetto scrive Le Corbusier:

«La facciata in sé è bella, ma non ha alcun rapporto con la cupola. Lo scopo reale dell’edificio era la cupola: essa è stata celata! La cupola aveva un rapporto coerente con le absidi: sono state celate.»

COLONNATO DEL BERNINI

Gianlorenzo Bernini. Piazza e Colonnato di San Pietro.
Veduta aerea. 1656-1667. Roma.

Piazza San Pietro, il colonnato del Bernini e via della Conciliazione, con il rione di Borgo, visti dalla Basilica.

Piazza San Pietro è la piazza antistante la basilica di San Pietro. Il Colonnato di San Pietro si trova a Roma a Piazza San Pietro, nel rione Borgo, e viene realizzato sin dal 1656 da Gian Lorenzo Bernini

Tale colonnato consta di 284 colonne e di 88 pilastri disposti su quattro file che sorreggono un architrave, aventi 96 statue di Santi in marmo.

Il Bernini interpretò la simbologia del “grande invito” Il colonnato di San Pietro, un abbraccio di fede e arte della madre Chiesa.

Il Baldacchino di San Pietro di G.L. Bernini

Lo spazio sottostante la cupola è segnato dal monumentale Baldacchino di San Pietro , ideato dal genio di Gian Lorenzo Bernini che lo vede collaborare con il collega e rivale Francesco Borromini è innalzato tra il 1624 e il 1633.

Realizzato col bronzo prelevato dal Pantheon, è alto quasi 30 metri ed è sorretto da quattro colonne tortili a imitazione del Tempio di Salomone e del ciborio della vecchia basilica costantiniana, le cui colonne erano state recuperate e inserite come ornamento nei pilastri della cupola michelangiolesca.

Al centro, all’ombra del Baldacchino, avvolto dall’immenso spazio della cupola, sorge l’Altare papale, detto di Clemente VIII (che lo consacrò nel 1594), collocato sulla verticale esatta del Sepolcro di San Pietro.

La Pietà di Michelangelo

Nella prima cappella a destra è collocata la celebre Pietà di Michelangelo, opera degli anni giovanili del maestro (1499) e che colpisce per l’armonia e il candore delle superfici; la scultura è protetta da una teca di cristallo a seguito dei danneggiamenti subiti nel 1972, quando un folle vi si avventò contro, colpendola in più punti con un martello.

la Pietà è considerata il primo capolavoro dell’artista, allora poco più che ventenne, nonché una delle maggiori opere d’arte che l’Occidente abbia mai prodotto; è inoltre l’unica che riporta, sulla fascia a tracolla che regge il manto della Vergine, la firma dell’autore (MICHAEL.A[N]GELVS BONAROTVS FLORENT[INVS] FACIEBAT, “Lo fece il fiorentino Michelangelo Buonarroti”).

Lungo le navate, presso i 45 altari e nelle 11 cappelle che si aprono all’interno della basilica, sono ospitati diversi capolavori di inestimabile valore storico e artistico, come diverse opere di Gian Lorenzo Bernini e altre provenienti dalla chiesa paleocristiana, come la statua bronzea di san Pietro (n. 89), attribuita ad Arnolfo di Cambio.

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Varcato il cancello centrale, si accede a un portico che si estende per tutta la larghezza della facciata e sul quale si aprono i cinque accessi alla basilica.

L’atrio è fiancheggiato da due statue equestri: Carlo Magno, a sinistra, di Agostino Cornacchini (1725, n. 2) e, sul lato opposto, Costantino, creata dal Bernini nel 1670

 

File:Gianlorenzo bernini, costantino, 1670, 00.jpg

17 Marzo 2017

SACCO DI ROMA. LEZIONE 2020

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Nuovi talenti del montale Simone.

Talento del Montale Emma

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14 Marzo 2017

Basilica di San Paolo fuori le mura. Marzo 2017

Filed under: LEZIONI 2016-17 — giacomo.campanile @ 11:04

sanpaololode

video Basilica Papale di San Paolo fuori mura 2b

SAN Paolo fuori le mura. Santa gita 2d e 2p

Una delle quattro basiliche patriarcali di Roma, che accogli le spoglie di San Paolo, l’Apostolo delle Genti. Un luogo di maestosa bellezza che rivela in maniera profonda la grande missione compiuta da San Paolo nel portare alla fede cristiana tanti uomini della sua epoca con il suo instancabile viaggiare e predicare e tante generazioni di credenti attraverso le sue 14 Lettere.

 

La Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura è una delle quattro basiliche papali di Roma, la seconda più grande dopo quella di San Pietro in Vaticano.

Sorge lungo la via Ostiense

Il lato d’ingresso del quadriportico

Roma San Paolo fuori le mura BW 1.JPG

L’intero complesso degli edifici gode del beneficio dell’extraterritorialità della Santa Sede, pur trovandosi nel territorio della Repubblica Italiana. La Basilica è Istituzione collegata alla Santa Sede, inclusa l’annessa abbazia.

PORTA SANTA

La facciata dell’arco trionfale rivolta verso questa navata  riporta alcuni frammenti degli antichi mosaici della facciata: nel centro il Cristo in un clipeo portato in trionfo da due angeli; ai lati i simboli di S.Marco e S.Luca e le figure di S.Pietro e S.Paolo. Dinanzi all’arco si trova l’abside

Cero pasquale del XII secolo

Il ciborio di Arnolfo di Cambio (1285)

 

I mosaici della facciata

La basilica di San Paolo costantiniana risultò nel tempo inadeguata per la folla dei pellegrini che vi si recavano; essa era molto più piccola rispetto alla coeva basilica di San Pietro. Venne quindi ricostruita completamente sotto il regno congiunto degli imperatori Teodosio IGraziano e Valentiniano II (391), e tale struttura rimarrà sostanzialmente intatta fino al disastroso incendio del 1823.

L’incendio del 1823

5 navate

navata centrale

L’arco trionfale, ovvero l’arco che separa il transetto dalla navata centrale, è detto di Galla Placidia

(LA)

«Teodosius cepit perfecit Onorius aulam
doctoris mundi sacratam corpore Pauli»

(IT)

«Teodosio iniziò, Onorio portò a termine questo tempio,
santificato dal corpo di Paolo, dottore del mondo.»

(Iscrizione sopra l’arco trionfale)

Il catino absidale è completamente decorato con il pregevole mosaico opera realizzata durante il pontificato di Onorio III (1216-1227) con l’aiuto di artigiani che avevano collaborato ai mosaici di San Marco a Venezia.

il grande mosaico dell’abside risale al XIII secolo e fu compiuto in sostituzione dell’antico risalente al V secolo, danneggiato dalle ingiurie del tempo. Il mosaico si divide in due zone: nella parte superiore è raffigurato il “Cristo, circondato da S.Pietro, S.Paolo, S.Andrea e S.Luca”, che, assiso in trono, benedice con la destra e con la sinistra stringe un libro. Il pontefice Onorio, commissionario dell’opera, è raffigurato in ginocchio, piccolo piccolo, ai piedi del Cristo colossale, ad indicare la sua umiltà.

Il chiostro dell’abbazia

Al centro del quadriportico è situata la statua di S.Paolo (nella foto 10), scolpita da un solo blocco di marmo di Carrara dallo scultore Giuseppe Obici e rappresenta l’Apostolo avvolto in un mantello che gli copre il capo, nella mano sinistra tiene una spada sguainata contro il petto e nella destra abbassata stringe i libri simbolo della dottrina.

22-11-17. 1B. 1 D Mercoledì Uscita didattica Basilica san Paolo fuori le mura.

1 Marzo 2017

SIGNIFICATO DELLA QUARESIMA. LEZIONE MARZO 2017

Filed under: LEZIONI 2016-17 — giacomo.campanile @ 19:58

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Nella liturgia cattolica, periodo di penitenza di quaranta giorni in preparazione della Pasqua, dal mercoledì delle Ceneri al Sabato Santo.

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LA QUARESIMA SECONDO PAPA FRANCESCO

QUARESIMA DI GIOIA

Cos’è la quaresima?

Cosa intendi per elemosina?

Cosa intendi per digiuno?

Cosa intendi per preghiera?

Cos’è il mercoledì della ceneri?

Che significa il simbolo delle ceneri?

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Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris

è una locuzione latina, che tradotta letteralmente significa:

“Ricordati, uomo, che polvere sei e in polvere ritornerai“.

 

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Nel determinare la durata della Quaresima ha un ruolo centrale il numero quaranta, che ricorre frequentemente nelle Scritture. 

i quaranta giorni che Gesù passò digiunando nel deserto;

i quaranta giorni in cui Gesù ammaestrò i suoi discepoli tra la resurrezione e l’Ascensione.

Ancora più numerosi i riferimenti nell’Antico Testamento:

i quaranta giorni del diluvio universale;

i quaranta giorni passati da Mosè sul monte Sinai;

i quaranta anni trascorsi da Israele nel deserto.

i quaranta giorni che impiegarono gli esploratori ebrei per esplorare la terra in cui sarebbero entrati;

i quaranta giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb;

i quaranta giorni di tempo che, nella predicazione di Giona, Dio dà a Ninive prima di distruggerla;

 

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Quaranta giorni SIMBOLOLOGIA

Nella Bibbia questa parola ricorre molte volte, spesso per indicare un periodo cronologico di prova e isolamento o di purificazione:

il diluvio universale è durato quaranta giorni e quaranta notti (Genesi 7, 4.12.17)

all’arrivo in terra promessa, gli esploratori della terra di Canaan impiegarono 40 giorni durante i quali se la spassarono; per punizione l’esodo del popolo Israelita durò quarant’anni(Numeri 13, 25; 14, 33-34; 32, 13, Esodo 16, 35; Deuteronomio 8, 2.4; 29, 4; Giosuè 5, 6)

Mosè è rimasto sul monte Sinai per quaranta giorni e quaranta notti (Esodo 24, 18; 34, 28; Deuteronomio 9, 9.11.18.25; 10, 10)

il profeta Elia ha dovuto attraversare il deserto per quaranta giorni prima di giungere al monte Oreb (1Re 19, 8)

il profeta Giona ha annunciato la distruzione di Ninive per quaranta giorni (Giona 3, 4)

la flagellazione secondo la legge mosaica prevedeva “non più di quaranta colpi” (Deuteronomio 25, 3 || 2Corinzi 11, 24)

quaranta giorni dopo la nascita, Gesù è presentato al Tempio di Gerusalemme (Luca 2, 22) per “essere offerto” a Dio “secondo la Legge di Mosè” (Esodo 13, 2.11-16).

Gesù si è ritirato nel deserto per quaranta giorni prima d’iniziare la sua predicazione pubblica (Luca 4, 1-2 || Marco 1, 12-13 || Matteo 4, 1-2).

28 Febbraio 2017

EUTANASIA è IMMORALE. LEZIONE MARZO 2017

Filed under: LEZIONI 2016-17 — giacomo.campanile @ 22:52

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Eutanasia e suicidio assistito, ecco gli stati dove si può.

EUTANASIA è ORMAI UN BUSNESS

DOMANDE PER L’OTTIMO

EUTANASIA, ATTO D’AMORE O DELITTO?

COSA SIGNIFICA EUTANASIA?

Cultura della vita o cultura della morte?

Scegliere la vita o la morte?

Perché si parla di dolce morte?

Cos’è l’accanimento terapeutico?

Perché si chiama dolce morte e non suicidio assistito?

Cosa significa non uccidere?

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