14 Novembre 2016

La “Salita al Calvario” di Hieronymus Bosch. Gesù porta la croce

Filed under: LEZIONI 2016-17,LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 09:45

«Salita al Calvario» di Hieronymus Bosch, opera del 1516, conservata al Musee des Beaux-Arts di Gand.

Gesù porta la croce

La Salita al Calvario di Hieronymus Bosch è l’ultima opera autografa dell’originale pittore olandese. In una tela rettangolare, dal fondo drammaticamente scuro emergono con violenza volte e gesti. L’autore ha presentato un ipotetico spaccato del cammino verso il Golgota Gesù porta la croce.

 

Descrizione dell’opera 

Ciò che subito appare evidente è la ferma e sovrana calma di Gesù, cosciente di ciò a cui va incontro e soprattutto fermo nella decisione di realizzare fino in fondo la volontà del Padre suo. Tutt’attorno invece è un vociare confuso e drammatico, in cui il tempo sembra essersi fermato. La pittura di Bosch è altamente simbolica e molti particolare rimandano a dei significati nascosti. Lo sfondo scritturistico della scena rappresentata sono i famosi carmi del servo sofferente di cui parla il profeta Isaia.

Cristo non è il centro della folla, infatti nessuno ha lo sguardo rivolto verso di lui, nessuno inoltre sembra che abbia premura di giungere al Calvario, anzi un soldato blocca con lo scudo l’incedere del triste corteo. Non bisogna che Gesù manifesti a tutti la volontà del Padre che vuole la morte del suo unico Figlio per la salvezza di tutto il genere umano.

Simbologie

Bosch ritrae un mondo beffardo e pieno di sé, che non sa che farsene della croce perché ne fabbrica continuamente a danno dei più deboli e dei più indifesi. Il mondo ha paura che appaia il sacrificio della croce di Dio, perché così qualsiasi altro sacrificio e dolore avranno un significato, non saranno più assurdi, ma un ponte che unisce la morte alla vita.

Un Dio che soffre solo la religione cristiana lo ha rivelato e credo che sia uno dei messaggi più sconvolgenti mai intesi nella storia dell’uomo. Ormai siamo così abituati a vedere il crocifisso che non ne facciamo più caso, ma lì si è consumato il più grande atto di amore dell’universo. Dio che muore per amore degli uomini che lo avevano tradito con il peccato, e che lo avrebbero ancora continuato a tradire con molti peccati.

Il mondo che il pittore ritrae a ben guardare allora risulta essere proprio il nostro mondo che esorcizza la croce e il dolore, non ne vuole sentire parlare, la croce è divenuto come un male oscuro da cui bisogna emanciparsi. Il rischio però è cadere nell’irrazionale, nel vociare confuso delle mille verità che non portano al nulla.

Nel mondo ritratto da Bosch ci sono uomini pieni di se, dei pensieri della loro mente, come l’uomo in rosso col cappello da notabile. Uomini pieni della loro brutalità, come quella maschera urlante poco sopra il volto di Cristo, e vi sono gruppuscoli qua e la che tramano e confabulano.

La croce meridiana della storia narrata da Bosch

Eppure se ben osservate quella croce così accuratamente elusa traccia la diagonale dell’intero quadro e sta salda come perno, come unico punto fisso e sicuro della scena. La croce viene così ad essere la meridiana della storia. La trave portante del mondo nuovo che Cristo è venuto ad edificare.

Nonostante tutti i tentativi per rimuoverla, essa svetta sempre al di sopra delle nostre teste e ed è sicura ancora di salvezza per tutti coloro che soffrono e sono piegati sotto il giogo della prova e del dolore quotidiano. La croce è tenuta da Cristo e dal Cireneo. Se notate di quest’ultimo non si vede il volto, però di quel poco che si vede, la bocca, i muscoli facciali distesi e sereni, si percepisce la bontà del gesto. La sua pelle è scura come quella del legno della croce e così anche le sue mani quasi si confondono con le venature dello stesso.

Forse il Cireneo vorrebbe piantare qui la croce e far vedere dove sta la verità, ma Gesù lo invita a continuare. Bisognerà soffrire fino alla fine del mondo, con la certezza però che Lui è sempre con te, non ti abbandona, anzi ti rialza dopo ogni caduta. C’è bisogno solo che tu lo voglia e afferri le mani che Lui continuamente ti tende.

Credo anche che l’anonimato del volto del Cireneo rientri in un preciso piano simbolico, ognuno è chiamato a farsi cireneo dei fratelli, soprattutto di coloro che portando la croce e chiedono aiuto. Quante persone che ti vivono accanto magari ti hanno chiesto aiuto senza che tu te ne accorgessi, o forse anche facendo finta di non vedere.

Diciotto sono i volti che Bosch rappresenta attorno al Cristo, di questi quattordici sono contratti dall’ira, dallo scherno, dai pensieri malvagi: sono le quattordici stazioni della via crucis che, con morsa e dolore, serrano Gesù.

Il volto di Cristo appare l’icona della pace nel caos, della bellezza tra la bruttura del mondo. È un invito a mantenere la calma e la pace anche nei momenti più difficili della vita, anche se è difficile, talvolta addirittura sembra impossibile, ma solo così avrai la certezza di affrontare con lucidità le varie situazione.

Il capo di Gesù appare già reclinato sulla croce, pienamente abbandonato alla volontà del Padre, avrebbe potuto ribellarsi, aveva tanti buoni motivi per farlo, ma non lo fa, la posta in gioco è troppo alta: la salvezza dell’uomo!

 

13 Novembre 2016

Miracoli dal Cielo 2016. LEZIONE NOVEMBRE 2016

Filed under: LEZIONI 2016-17,LEZIONI DI RELIGIONE,Senza Categoria — giacomo.campanile @ 20:12

MIRACOLI DAL CIELO FILM. filmlode miracolilode

DRAMMATICO – DURATA 109′ – USA Quando scopre che Anna, la figlia di dieci anni, è affetta da una rara malattia incurabile, Christy Beam fa di tutto per combattere la causa della bambina e cercare una soluzione. Dopo che Anna ha uno strano incidente e cade da un’altezza di tre piani, accade un vero miracolo che lascia disorientati i medici specialisti, riunisce la sua famiglia e diffonde speranza nella comunità…

DOMANDE PER L’OTTIMO?

Esistono i miracoli?

Cosa intendi per guarigione?

POLITICA E RELIGIONE IN AMERICA. LEZIONE NOVEMBRE 2020

Filed under: LEZIONI 2016-17,LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 19:29

Religione, morale e politica nell’America di oggi

L’arcivescovo Gomez si “congratula” con il democratico: “Riconosciamo che si unisce al defunto presidente John F. Kennedy come secondo presidente degli Stati Uniti a professare la fede cattolica”

I vescovi Usa si congratulano con il neo presidente eletto degli Stati Uniti Joe Bidene lanciano un appello per “l’unità nazionale”. “Ringraziamo Dio per la benedizione della libertà. Il popolo americano si è espresso in queste elezioni. Ora è il momento che i nostri leader si riuniscano in uno spirito di unità nazionale e si dispongano al dialogo e all’impegno per il bene comune”, sottolinea il presidente della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, l’arcivescovo di Los Angeles Josè H. Gomez che ricorda che Biden è il secondo presidente Usa a professare la fede cattolica. Dopo il defunto presidente John F. Kennedy.

L’assegnazione al candidato democratico della vittoria elettorale nello stato della Pennsylvania proietta Joe Biden alla Casa Bianca come 46° presidente degli Usa. 77 anni, avvocato, da una vita in politica, Biden è stato per 8 anni vicepresidente con Barack Obama. Ha condotto una campagna dai toni moderati, superando di slancio l’avversario Donald Trump, presidente uscente, che è apparso tutt’altro che rassicurante agli americani, segnati dalla crisi Covid-19, da un’economia in frenata e da diverse tensioni che attraversano il Paese, fra cui un crescente scontro razziale.

“Come cattolici e statunitensi, le nostre priorità e la nostra missione sono chiare. Siamo qui per seguire Gesù Cristo, per testimoniare il suo amore nelle nostre vite e per costruire il suo regno sulla terra”, continua Gomez. “Credo che in questo momento della storia degli Stati Uniti, i cattolici – aggiunge – abbiano il dovere speciale di essere operatori di pace, di promuovere la fraternità e la fiducia reciproca e di pregare per un rinnovato spirito di vero patriottismo nel nostro Paese“.

La democrazia “richiede che tutti noi ci comportiamo come persone virtuose e autodisciplinate. Richiede che rispettiamo la libera espressione delle opinioni e di trattarci gli uni gli altri con carità e civiltà, anche se possiamo essere profondamente in disaccordo nei nostri dibattiti su questioni di diritto e di politica pubblica“, precisa Gomez nella sua dichiarazione riportata da Vatican News: “Così facendo, riconosciamo che Joseph R. Biden, Jr. ha ricevuto abbastanza voti per essere eletto 46esimo presidente degli Stati Uniti. Ci congratuliamo con il signor Biden e riconosciamo che si unisce al defunto presidente John F. Kennedy come secondo presidente degli Stati Uniti a professare la fede cattolica. Ci congratuliamo anche con il senatore della California Kamala D. Harris, che diventa la prima donna della storia ad essere eletta vicepresidente”.

“Chiediamo alla Beata Vergine Maria, patrona di questa grande nazione, di intercedere per noi. Ci aiuti a lavorare uniti per realizzare la bella visione dei missionari e fondatori degli Stati Uniti: una nazione sotto Dio, dove si difende la santità di ogni vita umana e si garantisce la libertà di coscienza e di religione”, conclude il presidente della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti.

Va ricordato però – come messo in luce dall’agenzia americana Catholic News Agency – che sebbene sarà il secondo presidente cattolico nella storia degli Stati Uniti, Biden abbia già dovuto affrontare le critiche dei vescovi statunitensi per un’agenda politica che include una protezione legale estesa e finanziamenti federali per l’aborto.

Se il candidato presidente è l’erede religioso di Kennedy (la fede non c’entra con la politica), la sua vice usa da sempre il potere per colpire apertamente la Chiesa

http://www.termometropolitico.it/1225708_sondaggi-usa-2016-elezioni-presidenziali-religione-trump-clinton.html

http://www.marcotosatti.com/2016/11/10/hillary-trump-la-religione-conta-ancora-alle-elezioni-pare-di-si-un-messaggio-per-il-papa/

SGARBI SU TRUMP

28 Settembre 2016

Economia religione e sviluppo demografico.

Filed under: LEZIONI 2016-17,LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 12:49

Economia religione e sviluppo demografico.

CATTEDRA DI SAN GIUSTO – L’economia quando la popolazione diminuisce

Un libro che consiglio a tutti. L’ economia delle emergenze: dalle pandemie alla guerre. La fine della sovranità popolare.
«Molti sono convinti del fatto che, se non ci fossero gli Stati, i grandi poteri economici dilagherebbero. Chi scrive si è convinto del contrario: i grandi poteri multinazionali dilagano proprio grazie agli Stati. I quali, attraverso il potere coercitivo delle leggi, favoriscono l’affermarsi dei grandi oligopoli. Anzi, come già detto, gli stessi Stati fanno parte di un’unica costellazione di potere politico/finanziario ad altissimo tasso tecnologico intrecciato al sistema militare». A chi e a cosa sono servite la pandemia e, ora, la guerra in Ucraina? Il fermare l’economia ha veramente danneggiato tutti o c’è qualcuno che ne ha tratto vantaggio? Cosa sarebbe successo al sistema bancario, al mondo della grande speculazione, alle borse valori e alla stessa economia reale se non ci fosse stato l’avvento del Covid-19 e poi del conflitto russo-ucraino? La società delle emergenze, fra cui quella sanitaria, è funzionale al mantenimento del potere da parte del ristrettissimo gotha finanziario globale. Ecco perché sono sempre più i banchieri che assumono direttamente il comando dei governi e degli Stati, con tutto ciò che ne consegue nella visione del mondo e, soprattutto, nella tutela di certi interessi. In questo libro l’autore descrive, con la sua puntuale capacità di ricerca e analisi, quali poteri omnipervasivi e distruttivi costituiscano ciò che noi chiamiamo Stato, mostrando l’inestricabile intreccio politico, sanitario, finanziario e militare
». A chi e a cosa sono servite la pandemia e, ora, la guerra in Ucraina? Il fermare l’economia ha veramente danneggiato tutti o c’è qualcuno che ne ha tratto vantaggio? Cosa sarebbe successo al sistema bancario, al mondo della grande speculazione, alle borse valori e alla stessa economia reale se non ci fosse stato l’avvento del Covid-19 e poi del conflitto russo-ucraino? La società delle emergenze, fra cui quella sanitaria, è funzionale al mantenimento del potere da parte dristrettissimo gotha finanziario globale. Ecco perché sono sempre più i banchieri che assumono direttamente il comando dei governi e degli Stati, con tutto ciò che ne consegue nella visione del mondo e, soprattutto, nella tutela di certi interessi. In questo libro l’autore descrive, con la sua puntuale capacità di ricerca e analisi, quali poteri omnipervasivi e distruttivi costituiscano ciò che noi chiamiamo Stato,mostrando l’inestricabile intreccio politico, sanitario, finanziario e militare di cui è composto. Questo libro ripercorre la storia dell’uomo, della sua creatura politica e delle sue avventure finanziarie. «Dopo due anni di tragica farsa pandemica e di pericolosissima emergenza bellica, occorre una riflessione politica sul ruolo degli Stati nelle nostre vite. Una riflessione politica, che è anche una exit strategy dalla situazione in cui ci troviamo». «Siamo di fronte a un cambio di paradigma. La gestione autoritaria di economia e società si impone come condizione necessaria alla sopravvivenza (distopica) del capitalismo stesso, che non è più in grado di riprodursi attraverso il lavoro salariato di massa e l’annessa utopia consumistica. L’agenda che ha partorito il fantasma della pandemia come religione sanitario-vaccinale nasce dalla percezione della sopravvenuta impraticabilità di un capitalismo a base liberal-democratica.
Mi riferisco al crollo di redditività di un modello industriale reso obsoleto dall’automazione tecnologica, e per questo sempre più vincolato a debito pubblico, bassi salari, centralizzazione di ricchezza e potere, stato d’emergenza permanente, e alla creatività del settore finanziario, dove il denaro si moltiplica da sé, per partenogenesi». «Lo scenario che ci si prospetta, se solleviamo il velo di Maya, è di carattere marcatamente neo-feudale. Masse di consumatori sempre meno produttive vengono regimentate, semplicemente perché i nuovi globalizzatori non sanno più che farsene. Insieme ai sottoccupati e agli esclusi, il ceto medio impoverito diventa un problema da gestire con il bastone del lockdown (a breve anche in versione climatica), del coprifuoco, della propaganda, e della militarizzazione della società, piuttosto che con la carota del lavoro, del consumo,
della democrazia partecipativa, dei diritti sociali (sostituiti nell’immaginario collettivo dai diritti civili delle minoranze), e delle meritate vacanze».

COSA SUCCEDE SE NON SI FANNO FIGLI?

PERCHÉ’ C’E’ LA CRISI ECONOMICA?

A quei 30, sono loro che ricattano il mondo – Telegraph

Paolo Barnard

da libreidee.org, 11 maggio 2012

Attenti a quei Trenta: ricattano il mondo truccando le regole. E nessuno li può fermare, perché maneggiano 650.000 miliardi di dollari, cioè otto volte il Pil del pianeta. In dieci anni, hanno messo in ginocchio l’economia reale. E sono ancora lì, a dettar legge, a cominciare da uno dei loro specialisti, Mario Draghi. Teoria del complotto? No: storia. Quella del famigerato “Group of 30”, creato alla fine degli anni ’70 da personaggi come David Rockefeller. Obiettivo: piegare le nazioni ai diktat della speculazione finanziaria. Missione compiuta: oggi l’intera Europa è nelle loro mani, e un paese come l’Italia – membro del G8 – è agli ordini della super-lobby che ha commissariato il governo affidandolo al fido oligarca Mario Monti, tecnocrate targato Goldman Sachs, veterano del Bilderberg, della Trilaterale e della micidiale Commissione Europea, quella che oggi dispone il suicidio sociale degli Stati mediante il pareggio di bilancio.

Un capolavoro, in sole tre mosse. Primo: attraverso la “superstizione o isteria del debito pubblico”, si distrugge la capacità dello Stato di creare e controllare qualsiasi ricchezza finanziaria significativa, che a quel punto resta unicamente nelle mani dei mercati di capitali, da cui gli Stati finiscono per dipendere in toto. Seconda mossa: i dominatori finanziari, che ora spadroneggiano, per ottimizzare la rapina globale incaricano la super-lobby dei tecnocrati di ridisegnare leggi e regole, con adeguata propaganda. Terzo: gli oligarchi impongono le loro condizioni-capestro ai governi, ormai privati della facoltà di creare ricchezza finanziaria e quindi dipendenti dal ricatto, pronti cioè a ingoiare qualsiasi aberrazione speculativa. Parola di Paolo Barnard, autore del saggio “Il più grande crimine” sul complotto mondiale della finanza. Promotore italiano della Modern Money Theory – sovranità monetaria per avere democrazia reale e benessere sociale – Barnard è reduce dalla caserma dei carabinieri nella quale ha sporto denuncia contro Monti Napolitano per “golpismo finanziario”.

C’era un piano ben congegnato per mettere nel sacco l’Italia: occorreva creare una sofferenza finanziaria artificiosa per consentire alla super-lobby di prendere direttamente il timone. Peccato che i “salvatori”, dice Barnard, fossero gli architetti stessi del piano: «Non ci vuole un genio a capire che il poliziotto iscritto al club dei ladri che gli pagano laute prebende finisce col tradire il suo mandato». Mario Draghi, per esempio: «Poteva fermare la loro mano semplicemente ordinando alla Bce di acquistare in massa i titoli di Stato italiani». Acquisto che avrebbe abbassato drasticamente i tassi d’interesse di quei titoli, la cui impennata stava portando l’Italia alla caduta nelle mani degli “investitori-golpisti”. Se Draghi avesse mosso un dito, i mercati si sarebbero fermati, «resi inermi di fronte al fatto che la Bce poteva senza problemi mantenere a un livello basso e costante i tassi sui nostri titoli di Stato». Ma Draghi, che pure siede sul trono della Banca Centrale Europea, si guarda bene dall’intervenire. Motivo? Non è solo l’ex governatore di Bankitalia: è anche, e soprattutto, un uomo di punta dei “terribili Trenta”.

Cosa ci fa un personaggio pubblico come Draghi dentro il club di coloro che hanno impedito al mondo di fermare la finanza criminale planetaria? Purtroppo, aggiunge Barnard, il presidente della Bce «dovrebbe vigilare proprio su coloro che condividono il suo club con intenti criminosi». Del resto, chi era il funzionario italiano che – da direttore generale del Tesoro – lungo tutti gli anni ’90 «supervisionò la svendita del nostro Paese alle privatizzazioni selvagge che non hanno sanato di nulla il debito pubblico ma che hanno sanato di certo imprenditori falliti come De Benedetti e fatto incassare miliardi in parcelle alle investment banks?» E chi era il funzionario italiano che «non ha detto una parola contro la micidiale separazione fra Banca d’Italia e Tesoro», divorzio «che ingrassò le medesime banche?». Sempre lui, l’ineffabile Draghi, «uomo “Group of 30”, uomo Bilderberg, uomo Goldman Sachs, e anche “bugiardo-Sachs”», visto che «ha sempre negato di essere stato in forza alla Goldman quando la banca di Wall Street organizzò la truffa per truccare i libri contabili greci in collusione col governo di Atene». E invece, dice Barnard, alla Goldman lui c’era, eccome: e ne dirigeva proprio gli affari europei.

E’ stato lui, Mario Draghi, a “inventarsi” un trilione di euro, in piena agonia dell’Eurozona, per regalarlo alle banche, praticamente senza condizioni. E tutto questo, dopo aver chiuso i rubinetti della Bce per far collassare il governo Berlusconi e consegnare l’Italia all’uomo del super-potere, Mario Monti. Manovra orchestrata dai maxi-speculatori, gli inventori della più spaventosa truffa planetaria, quella dei “derivati”, «astrusi prodotti finanziari del tutto comprensibili a non più di 200 individui nel mondo». Ma il “derivato dei derivati”, aggiunge Barnard, è proprio la crisi finanziaria 2007-2012, innescata dal virus dei titoli fasulli spacciati da Joseph Cassano, boss finanziario della City londinese. Il flagello dei “derivati” si è abbattuto su una situazione già catastrofica, provocata dalla bolla speculativa immobiliare americana dei mutui subprime, infettando quasi tutte le maggiori banche del mondo. Fino all’attuale “spirale della deflazione economica imposta”, la famigerata austerity, che ora i “golpisti” – sempre loro – usano per depredare a sangue interi Stati europei.

I “derivati”, dice Barnard, sono vere e proprie armi di distruzione di massa, visto che questi “Frankenstein-assets” vagano per il pianeta senza più controllo né regolamentazione, per una cifra di circa 650.000 miliardi di dollari. Il primo allarme nel lontano 1994, coi miliardi-fantasma della banca d’affari Merrill Lynch. Un pozzo senza fondo, che ha travolto anche i Comuni italiani, invitati a “privatizzare” il debito. Ancora oggi, i contratti Otc (“over the counter”) sono «liberamente usati per distruggere, e lo stanno facendo gli hedge funds come quello del criminale John Paulson, che scommettono in queste ore contro l’euro». Usando i “derivati”, continua Barnard, un pugno di speculatori può affondare persino uno Stato sovrano. Può ricattarlo e sospingerlo oltre il baratro del default. Con conseguenze agghiaccianti: disoccupazione e sotto-occupazione, suicidi, morti anzitempo, abbrutimento sociale, svendita-truffa del patrimonio pubblico, usura sullo Stato. E soprattutto: perdita di democrazia, a favore dei super-profitti dei soliti speculatori, grazie anche al “fascismo finanziario” dell’Unione Europea, che oggi fa gridare allo scandalo persino il “Financial Times”, di fronte ai trattati-capestro imposti senza mai un referendum.

«Domanda: come si è arrivati a questo? Perché non lo si è evitato? Risposta: “Group of 30”». Proprio i Trenta, secondo Barnard, sono la punta di lancia dell’operazione “golpista”. Una lobby di tecnocrati eccezionali, varata nel 1978 con l’aiuto dei Rockefeller: 30 membri, a rotazione, accuratamente designati. «Sono quasi tutti uomini che hanno lavorato con la mano destra nella speculazione finanziaria, e poi con la sinistra nella regolamentazione statale». Missione: piegare le leggi ai propri voleri, naturalmente all’insaputa dei cittadini. Il “Group of 30”, scrive Eleni Tsingou nel più devastante lavoro accademico sulla super-lobby planetaria: «Questo Gruppo non solo ha legittimato il coinvolgimento del settore privato nelle politiche di Stato, ma ha anche permesso all’interesse privato di divenire il cuore delle decisioni di politica finanziaria. Questo perché molti dei suoi membri sono proprio quei politici che il Gruppo mira a convincere». Un trust di cervelli, potentissimo e imbottito di miliardi. E’ proprio il “Gruppo dei 30” a intuire le immense potenzialità dei “derivati”: sono stati loro, gli adepti della super-setta egemone, a inquinare il mondo con la peste dei titoli tossici, per riuscire infine a mettere in ginocchio interi Stati.

Nel 1993, racconta Barnard, il gruppo pubblicò il primo manuale d’uso sui “derivati”, destinato ai controllori statali, europei e americani, delle transazioni finanziarie: non sapevano come maneggiare quei titoli, quindi accolsero con favore lo studio del gruppo e l’ignoranza tolse loro ogni potere di contrastarne le pericolose conclusioni. Primo: i “derivati” sono indispensabili perché “rappresentano nuovi modi di capire, misurare e gestire il rischio finanziario”. Ovvero: «Gli strumenti più “rischiogeni” della storia della finanza avrebbero, secondo loro, ridotto il rischio». Poi: si sottolineava che “la chiave per l’uso dei “derivati” è l’autoregolamentazione”, visto che “le regole statali intrusive e basate sulla legge ne rovinerebbero l’elasticità e impedirebbero l’innovazione in finanza”. Ergo: si prega di non disturbare il manovratore. E i controllori? «Per evitare di apparire ignoranti che brancolavano nel buio si aggrapparono alle raccomandazioni del Gruppo, sia in Usa che in Europa, sospinti in modo decisivo proprio dai loro colleghi senior che erano membri di spicco di questa lobby».

Ma il “Group of 30” osò anche di più, continua Barnard: la super-lobby scrisse che i controllori avrebbero dovuto “aiutare a rimuovere le incertezze legali dei regolamenti in vigore”, e fornire un trattamento fiscale favorevole ai “derivati”. «L’intero lavoro era stato abbondantemente oliato con i fondi della mega-banca speculativa JP Morgan». Eppure, «nonostante la sfacciataggine di quelle righe – osserva Barnard – tre fra i maggiori organi di controllo del mondo, il Comitato di Basilea, il Congresso degli Stati Uniti e la Federal Reserve Usa, trovarono l’idea dell’autoregolamentazione accettabile». Di più: «Gettarono il loro peso contro i pochi controllori ed economisti che già allora suonavano le campane d’allarme», tra questi un prestigioso portavoce della Modern Money Theory come William Black. Al che, si mossero due delle più potenti lobby finanziarie anglosassoni: l’Iif di Washington (Institute for International Finance) e la Liba di Londra (Investment Banking Association): i due colossi «buttarono sul tavolo della trattativa le loro proposte per l’autoregolamentazione della trasparenza sui “derivati”, a pieno sostegno del “Group of 30”».

Per dare un’idea agli scettici del complotto, aggiunge Barnard, basta ricordare che proprio la Iif è la lobby che, poche settimane fa, ha dato gli ordini nella trattativa suicida della povera Grecia verso la trappola del secondo “bailout”. E dire che l’occasione per capire e controllare la distruttività dei “derivati” Otc si era presentata già all’inizio degli anni ’90: ma il “Group of 30” fu il primario attore nell’annullamento di ogni tentativo di portare questi killer sotto il controllo pubblico, con le conseguenze che sappiamo: crimini globali. Utile riflettere, dice Barnard, su «cosa questi mostri hanno fatto alla vita di centinaia di milioni di famiglie, a milioni di aziende e alle democrazie dei maggiori paesi occidentali, per non parlare degli orrori nel Terzo Mondo e sull’ambiente». Oggi, in pratica, «viviamo tutti su un ordigno termonucleare finanziario fuori controllo che si chiama 650.000 miliardi di “Frankenstein-Derivatives” in grado di far fallire il pianeta». Apriamo gli occhi: «Nessuna democrazia ha un senso, quando tutta la ricchezza è nelle mani di queste lobby senza pietà, a cui tutti i politici devono rispondere a bacchetta, invece che ai propri elettori».

E tanto per non far nomi, Paolo Barnard avverte che il “Gruppo dei 30” è fatto di persone in carne e ossa, ovviamente potentissime. Come gli americani Paul Volcker e Gerald Corrigan, passati dalla Fed a gruppi come Chase Manhattan Bank, Goldman Sachs, Morgan Stanley. Ci sono gli inglesi come lord Richardson of Duntisbourne (Banca Centrale d’Inghilterra, Lloyds Bank), l’ex ministro Geoffrey Bell, dirigente anche di Schroders, e lo stesso Mervyn King, governatore della Banca Centrale d’Inghilterra. Se dominano gli esponenti della finanza anglosassone come gli statunitensi William McDonough (Dipartimento di Stato e First National Bank of Chicago) e Lawrence Summers (Segretario del Tesoro Usa, fedele del Bilderberg) non manca il resto del mondo: l’israeliano Jacob Frenkel (Banca Centrale d’Israele e Merrill Lynch), il giapponese Toyoo Gyohten (Ministero delle Finanze del Giappone, dirigente della Banca di Tokyo), il brasiliano Arminio Fraga Neto (Banca Centrale del Brasile, Solomon Brothers Ny, Soros Management Fund), l’iberico Guillermo de la Dehesa (Banca Centrale di Spagna e ministro delle finanze, nonché banchiere del Banco Santander Central Hispanico e di Goldman Sachs).

Alcuni membri del “Group of 30” hanno legato il proprio nome a famosissimi disastri: è il caso dell’ex ministro argentino dell’economia, Domingo Cavallo, padre della catastrofe che travolse il paese latinoamericano e “diligente allievo” del super-clan, i cui esponenti sono specializzati nel doppio incarico: Bundesbank e Dresdner Bank per il tedesco Gerd Hausler, Banca Centrale di Francia e Bnp Paribas per il transalpino Jacques de Larosière. Oltre a quello di Draghi, fra gli italiani spicca il nome dell’ex ministro prodiano Tommaso Padoa-Schioppa, quello dei “bamboccioni”, membro del Bilderberg come il francese Jean-Claude Trichet, già ministro delle finanze a Parigi e poi a capo della Bce. Conflitti d’interesse permanenti: chi lavora per la speculazione è chiamato anche a presiedere le autorità europee di controllo sulla finanza. E’ il caso del tedesco Axel Weber: Bundesbank, poi Ubs, quindi “European Systemic Risk Board” e “Financial Stability Board”.

Grottesco, annota Barnard: uno che lavora per il profitto speculativo con la super-lobby che ha scatenato il peggior rischio sistemico della storia della finanza mondiale, poi siede anche fra i funzionari che valutano il rischio sistemico in Europa, dichiarando di vigilare sulle crisi. Altro controllore, l’inglese Adair Turner, presidente della Financial Services Authority della Gran Bretagna, l’istituto nazionale deputato a controllare l’industria dei servizi finanziari. Eppure: «Eccolo a busta paga della super-banca speculativa Merrill Lynch Europe come vice-presidente, e in bella mostra al “Group of 30”», dopo aver anche fatto parte, a Londra, delle commissioni per le pensioni e per i salari minimi. Un altro controllore, il tedesco Gerd Häusler (Global Financial Stability Report e Financial Stability Forum) ce lo ritroviamo come direttore dell’Institute of International Finance di Washington, altro deregolamentatore dei “derivati”. Membro del “Group of 30”, Häusler compare anche a New York nell’agguerrita agenzia Lazard, che nel caso-Grecia «faceva il doppio gioco», come consulente sia degli “investitori-strangolatori”, sia del governo di Papademos.

Questi, dice Barnard, sono gli uomini che hanno creato le leggi-capestro che oggi dissanguano la nostra economia e confiscano la nostra sovranità: «Stiamo parlando del sistema che ha messo in ginocchio l’economia del mondo in meno di un decennio». E’ il super-potere che, anche in Italia, ha minato il futuro dei nostri bambini, regalandoci le immense sofferenze di cui ormai sono pieni ogni giorno i titoli del giornali, con buona pace di qualsiasi residua democrazia reale. «Questo è il “Group of 30”, la lobby che ha aiutato in modo decisivo a causare questo allucinante scenario, questo livello di crimine internazionale», conclude Barnard: «Trenta individui a rotazione, ma solo trenta, col nostro Draghi in prima fila. Roba da far apparire Goldfinger un patetico principiante».

(Fonte: http://www.libreidee.org/2012/05/barnard-attenti-a-quei-30-sono-loro-che-ricattano-il-mondo/)

13 Settembre 2016

RAGAZZI, buon inizio anno scolastico! 2016

Filed under: LEZIONI 2016-17,LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 07:24

RAGAZZI, buon inizio anno scolastico!
«Ricordatevi che l’educazione è cosa di cuore. Amate i vostri figli, gli allievi; amateli più di voi stessi, amateli gratuitamente, alla maniera di Dio, regalate loro l’amore. L’amore vero ce li fa amare anche quando non prendono bei voti, sbagliano, rispondono male, si ribellano. La pratica del sistema preventivo è tutta poggiata sulla carità che è “paziente, tutto soffre, tutto spera, tutto sopporta”. Perché non venisse confusa con l’elemosina ho cercato di tradurre la parola “carità” con amorevolezza. Bisogna amare ciò che piace ai giovani, e i giovani ameranno ciò che piace ai loro educatori L’amorevolezza la si deve esprimere nelle parole, nei gesti e persino nell’espressione del volto e degli occhi. Ed è importante che i giovani non solo siano amati, ma che abbiano coscienza di essere amati». Don Bosco.

8 Settembre 2016

Chi è Gesù? La storia del Salvatore. La vita di Gesù. VANGELI. LEZIONE SETTEMBRE 2016-17

Filed under: LEZIONI 2016-17,LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 07:19

gesùlode

Vocazione di San Matteo di Caravaggio: analisi

Vocazione di San Matteo di Caravaggio

Flagellazione di Cristo (Napoli e Rouen) di Caravaggio: analisi

Flagellazione di Cristo Napoli

Incredulità di san Tommaso ~ Michelangelo Merisi da Caravaggio

Caravaggio-Incredulità di san Tommaso

Gesù è esistito – Alessandro Barbero [Esclusivo] (2020)

Chi è Gesù? Gesù Cristo: la sua storicità basata sulle fonti storiche non bibliche, le evidenze del racconto biblico e l’influenza sul mondo moderno.

GESU’ LEGGENDA O MITO?

I Vangeli sono libri che raccontano la vita e la predicazione di Gesù di Nazareth, la base su cui si fonda il cristianesimo. “Vangelo” deriva dalla parola greca ευ-αγγέλιον (eu anghélion), che arriva all’italiano attraverso il latino evangelium e significa letteralmente “lieto annunzio”, “buona notizia”.

I quattro VANGELI più antichi, che narrano la vita, morte e resurrezione di Gesù Cristo (Vangelo secondo Matteo, Vangelo secondo Marco, Vangelo secondo Luca e Vangelo secondo Giovanni) sono considerati canonici dalla religione cristiana. LIBRI SACRI.

Il Vangelo annuncia la salvezza, il perdono dei peccati, la risurrezione e la vita eterna sono offerti a tutti coloro che l’accolgono con fede.

« Il tempo è compiuto, e il Regno di Dio è vicino: convertitevi e credete alla buona notizia» Marco 1,15

« In lui (Cristo) anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso » (Efesini 1,13)

DOMANDE

COSA SIGNIFICA LA PAROLA VANGELO?

QUALI SONO I VANGELI CANONICI?

COSA ANNUNCIA IL VANGELO?

Chi è Gesù?

Mappe concettuali | Mappe, Mappe concettuali, Gesù

Mappa: Gesù Cristo

www.lezionidireligione.it

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6 Settembre 2016

Vita e messaggio di Madre Teresa di Calcutta.

Filed under: LEZIONI 2016-17,LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 09:03

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Migliaia di pellegrini in San Pietro per la canonizzazione della ‘piccola matita di Dio’, fondatrice delle Missionarie della Carità. “È Santa Teresa ma continueremo a chiamarla Madre”

Madre Teresa canonizzazione

Lei che “ha fatto delle opere di misericordia la guida della sua vita e la strada verso la santità”, come scriveva ieri Papa Francesco dal suo account Twitter.

Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato”.

“Forse non parlo la loro lingua, ma posso sorridere”, diceva Madre Teresa. Questo sorriso noi lo “portiamo nel cuore” ha chiosato il Pontefice, “doniamolo a quanti incontriamo nel nostro cammino, specialmente a quanti soffrono”.

Madre Teresa “sia il vostro modello di santità!”, ha raccomandato Francesco a tutti i volontari, “questa instancabile operatrice di misericordia ci aiuti a capire sempre più che l’unico nostro criterio di azione è l’amore gratuito, libero da ogni ideologia e da ogni vincolo e riversato verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, razza o religione”.

Madre Teresa di Calcutta, al secolo Anjezë Gonxhe Bojaxhiu (Skopje, 26 agosto 1910 – Calcutta, 5 settembre 1997), è stata una religiosa albanese alla nascita, poi naturalizzata indiana, di fede cattolica, fondatrice della congregazione religiosa delle Missionarie della carità.

Storia e biografia di Madre Teresa di Calcutta

DIPI FIGLIA DI MADRE TERESA DI CALCUTTA

Madre Teresa di Calcutta è santa

FRASI DI MADRE TERESA

L’UMILTÀ E’ L’INIZIO DELLA SANTITÀ.

MOLTI PARLANO DEI POVERI MA POCHI PARLANO CON I POVERI

LA GIOIA E LA SPERANZA DI UNA FELICITA’ ETERNA

IL VERO MALE è L’INDIFFERENZA

NON SAPREMO MAI QUANTO BENE PUO’ FARE UN SORRISO

DIO AGISCE SEMPRE SECONDO  LE VIE PIU’ SEMPLICI

SE GIUDICHI LE PERSONE NON HAI TEMPO PER AMARLE

1 Settembre 2016

INDUISMO

Filed under: LEZIONI 2016-17 — giacomo.campanile @ 10:15

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INDUISMO breve video

Una scheda sulla religione induista

L’induismo è la religione più diffusa in India. La sua base fondamentale è il dharma, cioè la legge morale, che serve soprattutto a mantenere l’ordine sociale.

Il panteismo (πάν (pan) = tutto e θεός (theos) = Dio, vuol dire letteralmente “Dio è Tutto” e “Tutto è Dio”) è una visione del reale per cui ogni cosa è permeata da un Dio immanente o per cui l’Universo o la natura sono equivalenti a Dio.

Vacca sacra è l’espressione occidentale con cui si fa riferimento ai bovini oggetto di zoolatria, in particolare in India. In lingua hindi l’animale è definito Gaumata (Madre Vacca, “La Mamma che Nutre”), essendo visto come una madre universale che dona a tutti, e non solo ai propri vitelli, il proprio latte[1]. La razza della vacca indiana è zebù gir. Per zoolatria si intende un culto religioso che considera gli animali come manifestazioni della divinità.

 

INDIANI ADORANO GANESH, IL DIO ELEFANTE

Presso la religione induista, Ganesha o Ganesh (Sanscrito गणेश IAST Gaṇeśa) è una delle rappresentazioni di dio più conosciute e venerate; figlio primogenito di Śiva e Parvati, viene raffigurato con una testa di elefante provvista di una sola zanna, ventre pronunciato e quattro braccia, mentre cavalca o viene servito da un topo, suo veicolo.

CASTE

Nel mondo induista  le principali caste sono quattro, alla quale si aggiunge quella dei “fuori casta” o “dalit” (anche detti paria o intoccabili).

Le caste sono gruppi sociali endogamicamente chiusi. È permesso sposarsi solo con membri della propria casta e i figli nati da questa unione ne fanno parte.

 

Brahmani: sacerdoti e intellettuali, coloro che conoscono i testi sacri e possono compiere funzioni spirituali e sacrifici. Il loro colore è il bianco, associato alla luce e alla purezza.
Kshatriya: guerrieri e nobili, coloro che governano e proteggono gli altri uomini. Il loro colore è il rosso, associato al sangue e al fuoco.
Vaiśya: mercanti e artigiani, coloro i cui mestieri sono dovuti alla produzione, al commercio e all’industria. Sono identificati dal color giallo-bronzo.
Shudra: servitori, coloro che usano la forza fisica nelle loro occupazioni professionali e sono sottostanti agli altri tre gruppi. Sono identificati dal colore nero.Risultati immagini per induismo

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Carlo Acutis, la storia del ragazzo morto a 15 anni proclamato beato ad Assisi. ESORTAZIONE APOSTOLICA POSTSINODALE AMORIS LAETITIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Filed under: LEZIONI 2016-17,LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 09:04

Diventare BEATI: si può? | Ad ASSISI per CARLO ACUTIS

LA SUA VITA. TESTIMONIANZA 7 MINUTO

Carlo Acutis, la storia del ragazzo morto a 15 anni proclamato beato ad Assisi

Nato nel 1991, il giovane è morto nel 2006 per una leucemia fulminante. Devoto in particolare alla Madonna, aveva creato vari siti web e una mostra sui miracoli eucaristici. Il giovane è stato dichiarato Beato il 10 ottobre 2020 e la sua tomba resterà visibile fino al 17 ottobre. Il corpo è stato trattato con tecniche di conservazione che l’hanno preservato

Arcivescovado, Chiusura del Processo di canonizzazione per Carlo Acutis, nella foto Carlo Acutis (Maurizio Maule/Fotogramma, Milano - 2016-11-24) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate (Maurizio Maule/Fotogramma, FOTO DI REPERTORIO - 2020-06-16) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

«Essere sempre unito a Gesù, ecco il mio programma di vita». Era un tipo deciso e risoluto Carlo Acutis, il ragazzo milanese morto a 15 anni per una leucemia fulminante. Leggendo dei libri, aveva imparato da solo a usare il linguaggio di programmazione dei computer, a realizzare i siti web e persino a suonare il sassofono.

Proclamato beato (sabato scorso è stato pubblicato il decreto che riconosce un miracolo avvenuto per sua intercessione), ma già in passato papa Francesco lo ha presentato come modello da seguire per i giovani di oggi. «La via suggerita da Carlo ai suoi coetanei – spiega la madre, Antonia Salzano – è una via semplice, basata su un rapporto personale e continuo con Dio. Giocava a pallone, usava i videogiochi, andava a scuola e all’oratorio. Ma metteva sempre Cristo al centro della sua vita. Da quando aveva sette anni andava a Messa tutti i giorni, partecipava all’Adorazione eucaristica, leggeva le Sacre scritture e i libri sulle vite dei santi. E poi si dedicava agli altri. A scuola, aiutava chi era più timido, chi veniva preso in giro, chi attraversava momenti di difficoltà perché i genitori si stavano separando. In parrocchia dava sempre una mano, anche come catechista, per poi uscire e portare cibo e sacchi a pelo ai senzatetto, dopo aver svuotato il proprio salvadanaio. Viveva ogni momento in pienezza e con gioia».

Una serenità proseguita fino alla morte, nell’offerta delle proprie sofferenze per il bene della Chiesa: «Non temeva la fine – racconta ancora Antonia – perché per lui in quel momento iniziava la vera vita, nell’incontro con l’amato. Gli stessi medici erano sbalorditi dal suo coraggio, ma lui temeva soltanto il Purgatorio». Alla base di tutto c’era una fiducia profonda in Dio, alimentata costantemente dall’Eucarestia, che definiva «autostrada per il Cielo».

Una testimonianza concreta, quella di Carlo, come spiega don Stefano Guidi, direttore della Fondazione diocesana degli oratori milanesi (Fom): «È un giovane di questa generazione, positivo, ben radicato nel suo tempo, che ha saputo vivere alla grande l’esperienza della fede. Così come Pier Giorgio Frassati, anche Carlo ci dimostra che il Vangelo è praticabile anche oggi e che non è affatto un messaggio vecchio o per i vecchi. Era un ragazzo normale, che stava vivendo le belle trasformazioni e le inquietudini tipiche di quell’età. Siamo pronti e felici a mettere in contatto i ragazzi dei nostri oratori e delle nostre comunità con la sua testimonianza di fede e di vita».

Carlo Acutis diventa beato. E il ragazzo 15enne, stroncato dalla leucemia fulminante nel 2006, potrebbe essere proclamato a breve dalla Chiesa cattolica anche “patrono di Internet” per la sua passione per l’informatica. Papa Francesco ha delegato il cardinale Agostino Vallini, legato pontificio per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, a presiedere la beatificazione di Acutis svoltasi ad Assisi, dove le sue spoglie sono esposte dal 2019. Ad assistere alla cerimonia anche i genitori di Carlo, Andrea Acutis e Antonia Salzano. Il miracolo attribuito all’intercessione del giovane riguarda la guarigione improvvisa e inspiegabile, avvenuta nel 2013, di un bambino brasiliano affetto da una malformazione congenita al pancreas. Ma è tutto l’iter della causa che è stato velocissimo se si considera che la beatificazione del ragazzo arriva ad appena 14 anni dalla sua morte.

Una vita fuori dall’ordinario per un giovane considerato un genio dell’informatica. Ma con una fede molto radicata, anche a dispetto delle sofferenze procurategli dalla malattia che lo portò rapidamente alla morte. Ripeteva spesso: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”. Carlo nacque a Londra il 3 maggio 1991, dove i genitori si trovavano per motivi di lavoro, ma ha vissuto la sua infanzia a Milano. A 7 anni chiese e ottenne di ricevere in anticipo la prima comunione grazie a un permesso speciale. Le sue giornate erano sempre scandite dalla messa e dal rosario. Maturò un grande amore per i santi e per l’Eucaristia, fino ad allestire una mostra sui miracoli eucaristici, tuttora online, che ha riscontrato un successo inaspettato, anche all’estero. Grazie alla sua testimonianza cristiana, perfino il domestico di casa Acutis, un induista di casta sacerdotale bramina, decise di farsi battezzare. Carlo morì il 12 ottobre 2006 nell’ospedale San Gerardo di Monza. I genitori ricordano che qualche giorno prima di essere ricoverato, mentre gli facevano compagnia in camera da letto, si erano sentiti dire dal figlio: “Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e andare dritto in cielo”. E ai medici che lo curavano, nonostante i forti dolori che la malattia gli procurava, ripeteva: “C’è gente che soffre molto più di me”.

Il giovane amava ripetere che “criticare la Chiesa significa criticare anche se stessi”.  “Nella sua vita, – scrive il postulatore della causa di beatificazione, Nicola Gori, giornalista de L’Osservatore Romano – aveva incontrato molte persone che non credevano all’Inferno e al Purgatorio. Una volta ebbe una discussione con un sacerdote che negava l’esistenza del Purgatorio e dell’Inferno. Tuttavia, il ragazzo nutriva una grande reverenza e rispetto nei confronti dei sacerdoti, che onorava sempre anche se a volte non offrivano un buon esempio. La sua maturità in ambito di fede risaltava agli occhi di quanti lo conoscevano”.

Gori, nella biografia di Carlo, Un genio dell’informatica in cielo (Libreria Editrice Vaticana), annota: “È veramente stupefacente come la fama e la conoscenza di questo ragazzo si sia diffusa tanto rapidamente. Basti pensare alle centinaia di grazie e favori ricevuti per sua intercessione. E senza che nessuno abbia fatto grande opera di diffusione, ma spontaneamente. D’altronde, non potrebbe essere altrimenti, visto che l’ambito in cui Carlo eccelleva era proprio l’informatica. Molti suoi coetanei vengono proprio a contatto con lui per la prima volta su internet, poi rimangono affascinati e desiderano approfondire la conoscenza. Da un primo incontro, si passa poi alla scoperta del suo messaggio e della sua vita. Sono molti, e non solo giovani, a rimanere stupiti da questo apostolo che non lascia indifferenti. Il suo esempio trascina e invita a cambiare condotta e a riflettere”.

Nella sua esortazione apostolica Christus vivit, Francesco lo indica come modello ai giovani di tutto il mondo: “È vero – scrive il Papa – che il mondo digitale può esporti al rischio di chiuderti in te stesso, dell’isolamento o del piacere vuoto. Ma non dimenticare che ci sono giovani che anche in questi ambiti sono creativi e a volte geniali. È il caso del giovane venerabile Carlo Acutis. Egli sapeva molto bene che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo e dalle novità che possiamo comprare, ossessionati dal tempo libero, chiusi nella negatività. Lui però ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza. Non è caduto nella trappola. Vedeva che molti giovani, pur sembrando diversi, in realtà finiscono per essere uguali agli altri, correndo dietro a ciò che i potenti impongono loro attraverso i meccanismi del consumo e dello stordimento. In tal modo, non lasciano sbocciare i doni che il Signore ha dato loro, non offrono a questo mondo quelle capacità così personali e uniche che Dio ha seminato in ognuno. Così, diceva Carlo, succede che ‘tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie‘. Non lasciare che ti succeda questo”.

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ESORTAZIONE APOSTOLICA POSTSINODALE

AMORIS LAETITIA

DEL SANTO PADRE FRANCESCO

APRIMI SORELLA MIA musica di G.Campanile

APRIMI SORELLA MIA musica di G.Campanile DAL VIVO

CRITICHE

NON UN CAMBIAMENTO DI DOTTRINA, MA L’INVITO A UN CAMMINO NUOVO

dottrine della Chiesa sono solidamente sostenute, ad esempio contro le unioni dello stesso sesso (n. 52) e la poligamia (n. 53), l’ideologia del “gender” (n. 56) e l’aborto (n. 84); ci sono conferme della indissolubilità del matrimonio (n. 63) e del suo fine procreativo e un sostegno della “Humanae vitae” (nn. 68, 83), dei diritti sovrani dei genitori nell’educazione dei propri figli (n. 84), del diritto di ogni bambino a una madre e a un padre (nn. 172, 175), dell’importanza dei padri (nn. 176, 177). Si trova anche qua e là qualche pensiero poetico, come ad esempio sullo “sguardo” contemplativo di amore tra gli sposi (nn. 127-8) o sulla maturazione del buon vino come immagine della maturazione dei coniugi (n. 135).

4 Febbraio 2014

Personaggi famosi massoni e cifre. SITO CONTRO LA MASSONERIA

Filed under: LEZIONI 2016-17,LEZIONI DI RELIGIONE,MASSONERIA — giacomo.campanile @ 17:59

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DON AMORTH: “LA MASSONERIA COMANDA IL MONDO”.
Personaggi famosi massoni e cifre

La Massoneria nel corso della sua storia ha avuto come membri personaggi di spicco sia all’estero che in Italia.

Diversi dei cosiddetti padri fondatori dell’America erano loro stessi dei massoni come George Washington, Thomas Jefferson, Benjamin Franklin, Ethan Allen, John Hancock, John Paul Jones, Paul Revere, Robert Livingston, e 35 altri meno conosciuti che erano firmatari della Dichiarazione di Indipendenza e/o della Costituzione.

Altri personaggi stranieri famosi massoni sono Wolfgang Amadeus Mozart (compositore e pianista), Ludwig von Beethoven (compositore e pianista), William Shakespeare (drammaturgo e poeta), Louis Armstrong (trombettista e cantante), Harry Houdini (illusionista e attore), Henry Ford (imprenditore americano, fondatore della Ford Motor Company), Napoleone Bonaparte (politico e militare francese), Winston Churchill (politico e storico britannico), Harry S. Truman (il 33º Presidente degli Stati Uniti d’America), Franklin D. Roosevelt (il 32º presidente degli Stati Uniti d’America), John Wayne (attore), Alexander Fleming (medico, biologo e farmacologo britannico a cui viene attribuita la scoperta della penicillina), Johann Wolfgang von Goethe (drammaturgo, poeta, saggista, e scrittore tedesco), Charles Montesquieu (filosofo, giurista, storico e pensatore politico francese), Voltaire (filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta), Victor Hugo (poeta, drammaturgo, saggista, e scrittore), Sigmund Freud (neurologo e psicoanalista austriaco), Joseph Smith, (fondatore e primo presidente della setta dei Mormoni), Brigham Young, (secondo presidente dei Mormoni e primo Governatore dello Stato di Utah), Charles Dickens (scrittore e giornalista britannico), Walt Disney (fumettista, imprenditore e cineasta statunitense), Carlo Marx (filosofo, economista, e storico tedesco), Albert Einstein (fisico e filosofo della scienza), Nelson Mandela (politico sudafricano), Albert Schweitzer (medico e missionario luterano tedesco), Samuel Hahnemann (medico tedesco, fondatore della medicina alternativa chiamata omeopatia), Edwin Buzz Aldrin (astronauta americano, il secondo uomo a mettere il piede sulla luna).

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Foto: 1969: l’astronauta Edwin Aldrin (a destra) con Luther A. Smith, il Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del Rito Scozzese, e la bandiera Massonica che egli portò con sè sulla luna (da: http://www.militaryphotos.net/).

In Italia, tra i massoni più famosi ricordiamo Giosuè Carducci (poeta e scrittore), Ugo Foscolo (poeta e scrittore), Giovanni Pascoli (poeta), Francesco Crispi (politico), Edmondo De Amicis (scrittore), Carlo Goldoni (drammaturgo e scrittore), Antonio De Curtis (attore comico, in arte Totò, che quando morì aveva il 30°, ma nel 2012 c’è stato da parte della Gran Loggia d’Italia – l’obbedienza massonica a cui l’attore napoletano apparteneva – il conferimento postumo del 33° del RSAA), Gino Cervi (attore), Gino Bramieri (attore), Giovanni Casanova (poeta, filosofo e scrittore), Carlo Collodi (scrittore e giornalista), Gabriele D’Annunzio (scrittore, poeta, drammaturgo, militare, e politico), Giuseppe Garibaldi (generale e condottiero), Giuseppe Mazzini (politico, filosofo e giornalista, sulla cui appartenenza alla Massoneria c’è però una controversia), Antonio Meucci (inventore), Ernesto Nathan (politico, che fu sindaco di Roma), Nicolò Paganini (violinista e compositore), Quasimodo Salvatore (poeta), Goffredo Mameli (poeta e scrittore, che fu l’autore dell’inno d’Italia), Alessandro Manzoni (scrittore, poeta e drammaturgo), Vittorio Formentano (il fondatore dell’Associazione Volontari Italiani Sangue), Enrico Fermi (fisico); Gianni Agnelli (imprenditore).

Per conoscerne molti altri potete visitare la seguente pagina internet http://www.goilombardia.it/personaggi_illustri.php che è del Grande Oriente d’Italia (Palazzo Giustiniani). Comunque nel resto di questo libro troverete riferimenti ad altri noti personaggi stranieri e italiani affiliati alla Massoneria.

La Massoneria esiste oggi in varie forme in più di 160 nazioni, con una partecipazione stimata in circa 6 milioni di membri. Solo negli USA ci sarebbero almeno 4 milioni di Massoni in 15.300 logge. Nel mondo ci sono oltre 33.000 Logge (cfr. John Ankerberg & John Weldon, The Secret Teachings of the Masonic Lodge [Gli insegnamenti segreti della Loggia Massonica], Moody Publishers, Chicago, 1990, pag. 21-22). In Italia, secondo Gian Mario Cazzaniga, professore di filosofia morale all’Università di Pisa, che ha diretto i volumi della Storia d’Italia Einaudi sulla Massoneria (2006) e sull’Esoterismo (2010), gli affiliati alla Massoneria ‘sono circa 30 mila in totale, di cui 20 mila del Grande Oriente’ (http://loggiaheredom1224.blogspot.it/2011/05/giovani-muratori-crescono.html). Ricordiamo però che – come sanno i bene informati – ci sono anche massoni che non compaiono nelle liste ufficiali. Le tre principali obbedienze massoniche in Italia sono in continuo aumento in termini numerici e soprattutto di domande di ammissione. Gustavo Raffi ha parlato di una media di 1000-1500 nuove domande di ammissione all’anno per quanto riguarda il GOI.

Tenete bene a mente però che quantunque ‘pochi’, i massoni occupano in tutti i settori della società posti che contano; si trovano infatti in posti di comando e di grande responsabilità per cui l’influenza della massoneria è garantita nel mondo.

http://www.salpan.org/Home.htm

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