18 Maggio 2018
Re David danza davanti all’Arca dell’Alleanza
MIm
Quando lo Spirito
28 Aprile 2017
Poesia su Giacomo Campanile.
Poesia in rima di Don Luciano Sole che ha composto per questo genitliaco.
Arriva come un ciclone / il nostro Giacomone / mostrando il bel faccione / che sprizza simpatia / con tanta allegria / “lode, lode” e così sia // Oltre essere professore / sa fare anche il cantore / diventando educatore / dei suoi bei studenti / che li fa tutti contenti / mostrando i monumenti / di quella Roma, città santa / che dell’eternità si vanta // Basta che tu lo dici / subito sei trai suoi amici / a cui trasmette la fede / di quel Dio che tutto vede // La sua casa è accogliente / piena di tanta gente / che mangia senza pagare niente // Oggi è il giorno in cui è nato;/ facciamo gli auguri al festeggiato / che da noi sarà sempre amato
29 Marzo 2017
JESUS CHRIST SUPERSTAR. Lezione aprile 2017
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Jesus Christ Superstar è un film del 1973 diretto da Norman Jewison, trasposizione sul grande schermo del musical omonimo di Tim Rice, autore dei testi, e Andrew Lloyd Webber, autore della musica. L’opera narra l’ultima settimana della vita di Cristo prima della morte per crocifissione.
Per la loro interpretazione, rispettivamente di Gesù e Giuda, Ted Neeley e Carl Anderson sono stati candidati al Golden Globe nel 1974.
MARIA MADDALENA Everything’s Alright (sub ITA)
Gethsemane – Ted Neeley 1973 ) HD
Jesus Christ Superstar – King Herod’s song SOTTOTITOLI ITA
7 Marzo 2016
Joyful Noise – Armonie del cuore. Film 2012
Dopo la morte del direttore del coro della chiesa di una piccola città in Georgia, Vi Rose, madre single di due ragazzi adolescenti, prende il controllo del coro. Ma la vedova del direttore G.G. Sparrow, che è anche la principale donatrice per la chiesa, crede che avrebbe dovuto essere lei a prendere il posto del marito. Grazie al direttore, il coro è giunto alle semifinali della competizione di “Joyful Noise”.
5 Marzo 2016
Fighting Temptations. Film 2003
Tornato nella cittadina natale di Montecarlo, in Georgia, per rivendicare l’eredità della zia Sally, il pubblicitario newyorkese Darrin Hill (Cuba Gooding Jr.) scopre che, prima di poter incassare il denaro, dovrà esaudire l’ultimo desiderio dell’anziana parente: creare un coro gospel e condurlo al successo. Ma in città i potenziali cantanti scarseggiano e Darrin è sul punto di arrendersi e rientrare a New York quando incontra Lilly (Beyoncé Knowles), un’affascinante cantante che si esibisce nei nightclub, che vive con il nonno ed il figlioletto, ma che è malvista dalla comunità per il suo lavoro e per aver avuto un figlio senza essere sposata. Dopo un’iniziale diffidenza di lei ed il tentativo di screditarlo da parte di una
donna molto influente nella comunità, Darrin saprà conquistare il cuore della ragazza e far cambiare idea alle donne della cittadina sul conto di Lilly e porterà al successo il coro, come avrebbe voluto la zia.
10 Novembre 2015
24 Settembre 2015
Religione e musica. Lezione 2015
È raro imbattersi in cerimonie e riti religiosi in cui la musica non svolga una funzione determinante. Si possono individuare tre livelli di interazione tra musica e rituale, con un grado crescente di collaborazione tra i due fenomeni.
A un primo stadio, la musica costituisce un mero complemento della liturgia, accompagna e scandisce la cerimonia, ed è un tratto largamente caratteristico dei riti cristiani e in particolare di quello cattolico. A un secondo livello, la musica può diventare chiave di accesso alla dimensione trascendente e cioè è caratteristico di numerose esperienze religiose, dal sufismo all’induismo, dall’Islam al buddhismo.
Musica e rituale giungono infine a un punto di quasi totale identificazione nelle pratiche di trance, possessione e sciamanesimo, in cui l’invocazione e l’evocazione della divinità seguono precise formule musicali e coreutiche e s’impone la figura del sacerdote-musicista.
Nella cultura occidentale, in cui prevalgono i primi due livelli, l’intervento della musica nel rituale è connesso al rapporto privilegiato tra suono e parola. Nel mondo greco l’unità di poesia, musica e danza – che emerge con particolare evidenza nella struttura drammaturgica della tragedia – ha origine nelle pratiche di culto e si sviluppa per amplificare l’eloquenza del racconto mitico (secondo un processo che, sottratto alla sfera religiosa, è peraltro caratteristico anche della “liturgia” dell’opera in musica).
Nella liturgia cristiana e in particolare in quella cattolica, il legame tra parola sacra e musica è un dato fondamentale: prima il canto e in seguito gli strumenti entrano nel cerimoniale rispondendo alla necessità di amplificare (anche sul piano prettamente acustico) e far giungere la parola di Dio ai fedeli in ambienti sempre più grandi e affollati, ma in primo luogo la musica valorizza e accresce l’efficacia comunicativa e l’impatto emotivo del testo sacro.
Il rapporto parola-musica in Occidente si sviluppa in maniera biunivoca: la musica porta a emergere suggestioni e significati nascosti nel testo religioso, mentre il desiderio di far risaltare la parola sacra spinge la musica a un crescente grado di complessità. È infatti proprio all’interno delle pratiche cultuali che si sviluppano le prime forme di polifonia e l’esigenza conseguente di fermare per iscritto forme sonore sempre più complesse (v. Monodia e polifonia), determinante per la nascita della notazione musicale (v. Oralità e scrittura).
L’unità di intenti che caratterizzava le prime fasi dellapolifonia liturgica era tuttavia destinata a durare poco: se l’utilizzo di strutture ritmiche (v. Ritmo) e soluzioni armoniche (v. Armonia) sempre più sofisticate metteva al servizio del testo sacro una tavolozza espressiva sempre più ampia, la chiarezza e l’intelligibilità della parola risultavano sempre più spesso compromesse dalla complessità dei mezzi musicali impiegati dai compositori. Il dissidio giunge a un punto di rottura con la Riforma protestante e poi con il Concilio di Trento; sia nella nuova chiesa luterana che nel cattolicesimo post-tridentino si cercarono di mettere al bando gli “eccessi” decorativi e artificiosi della polifonia, privilegiando forme musicali più aderenti al testo sacro.
Ciò sortì effetti soltanto in parte e la conseguenza più duratura sulla produzione musicale fu la divaricazione sempre più marcata tra uno stile sacro severo e impersonale e uno stile profano più libero da convenzioni e aderente alla sensibilità del compositore. Come già in precedenza, non mancarono tuttavia prestiti e imitazioni tra musica sacra e profana, con Messe ispirate da temi popolari e motivi a carattere religioso fatti propri dalla musica profana.
Le relazioni tra musica e religione mutarono radicalmente a partire dalla seconda metà del XVII secolo. In Occidente infatti – a differenza che in altre culture, dove come abbiamo accennato esperienza musicale e spirituale presentano punti di contatto maggiori – aveva sin lì prevalso l’idea che la musica e le altre arti fossero un mero complemento della liturgia, significativo certo ma non essenziale alla pratica del culto.
L’estetica del Romanticismo operò un decisivo ribaltamento, secolarizzando la religione e sacralizzando la musica; intellettuali come Wackenroder (1773-1798) e Schleiermacher (1768-1834) disegnano i confini di una religione dell’arte che ha nella musica, più astratta tra le arti e per questo più spirituale, il suo faro. Ciò non significa che nell’Ottocento non si scriva più musica religiosa, che sia destinata all’uso liturgico oppure solamente basata sui testi sacri (è sufficiente qui solo far cenno alla Missa Solemnis di Beethoven); un afflato spirituale meno confessionale tuttavia anima anche opere che nulla hanno a che vedere con tale contesto e che trovano posto in una nuova cornice rituale, quella del concerto. A partire dalle osservazioni di Caroline Humphrey e James Laidlaw sulle azioni archetipiche che caratterizzano le forme rituali, non pare infatti azzardato interpretare il concerto come un rito che attinge consapevolmente alla liturgia a carattere religioso: l’artista ha la funzione di celebrante, il palcoscenico diventa il suo altare, il pubblico assume i tratti dell’assemblea e non a caso alterna silenzi ad applausi o fischi, secondo una cadenza cerimoniale.
Nel Novecento, con la figura di Arnold Schönberg (1874-1951), tale funzione messianica appare estendersi dall’interprete al compositore; animato da vocazione profetica, alimentata anche dalla componente ebraico-cabbalistica della sua formazione culturale, Schönberg con l’introduzione della dodecafonia (v. Tecniche compositive) intendeva contrapporre alla tirannia della bellezza la forza di una superiore verità.
Il concetto di musica religiosa si afferma perciò come qualcosa di più ampio e trasversale rispetto alla musica per uso liturgico, che nei secoli precedenti ne aveva costituito il nucleo principale; in compositori come Olivier Messiaen (1908-1992) o György Ligeti (1923-2006) la musica sacra non intende più descrivere o esplicitare i contenuti del testo sacro, ma utilizzare rappresentazioni simboliche per delineare orizzonti spirituali e spazi di meditazione.
La tensione spirituale ha alimentato la vocazione sperimentale della musica del XX secolo spesso al di fuori dai contesti rituali tradizionali, orientando in particolare alcune tendenze di elaborazione della dimensione temporale dei fenomeni sonori, superando il modello lineare sino ad allora prevalente, fondato sullo sviluppo e la variazione del materiale musicale di partenza (come i temi all’interno di una forma-sonata), per saggiare la possibilità di un tempo verticale, non direzionato ed “eterno” (v. Tempo). La traduzione pratica di tale aspirazione ideale ha prodotto tuttavia esiti diseguali quando non addirittura opposti in autori diversi, si pensi al misticismo a-temporale di alcune opere di Karlheinz Stockhausen (1928-2007), al cristianesimo sofferto di Bernd Alois Zimmermann (1918-1970) – che nutriva i suoi lavori dodecafonici di suggestioni sonore molto eterogenee per restituire l’idea di un contrasto superficiale dominato da un ordine superiore – o alle composizioni dell’estone Arvo Pärt (n. 1935), in cui l’eternità del divino viene ricreata con uno svuotamento del linguaggio musicale, ridotto a un’essenziale polifonia, punto di partenza della corrente del cosiddetto minimalismo sacro.
22 Settembre 2015
Il principe d’Egitto. Vita e messaggio di Mosè.
Vita e messaggio di Mosè.
LEZIONE VIDEO DI Giacomo Campanile
Il principe d’Egitto (The Prince of Egypt) è un film d’animazione della DreamWorks Animation del 1998
Affidato alle acque del Nilo per sfuggire all’editto del faraone Seti che condannava a morte i neonati ebrei, Mosè viene salvato proprio dalla moglie di Seti che lo alleva insieme a suo figlio Ramses. Cresciuto, Mosè scopre le sue origini, abbandona i fasti della famiglia adottiva, riceve l’investitura divina e, opponendosi al fratello diventato faraone, guida il popolo ebreo verso la Terra Promessa.
L’ebreo Mosé, trovatello abbandonato alla furia delle acque del Nilo, viene raccolto e adottato dal faraone. Allevato come un principe all’interno della reggia il ragazzino diventa l’amico inseparabile di Ramses, l’erede al trono. Ma Mosé scopre le sue origini ed è costretto allo scontro con il suo amico di un tempo. La lotta diventerà cruenta quando Mosé viene scelto da Dio per liberare il popolo ebraico dalla schiavitù d’Egitto.
Il principe d’Egitto (The Prince of Egypt) è un film d’animazione della DreamWorks Animation del 1998 con la regia di Brenda Chapman, Steve Hickner e Simon Wells. Primo film della DreamWorks, si tratta di un remake animato de I dieci comandamenti degli anni cinquanta e interpretato da Charlton Heston. Adattamento del libro dell’Esodo, è incentrata sulla vita di Mosè, da principe d’Egitto a guida del popolo d’Israele verso la terra promessa.
Mosè: È il protagonista del film. Inizialmente, è un principe presuntuoso, egoista e viziato. Dopo aver scoperto della verità sulle sue origini, ossia di essere in realtà ebreo e non il principe d’Egitto come credeva, cambierà radicalmente, diventando un uomo altruista, coraggioso e sensibile. Durante gli anni trascorsi nel deserto con Zippora e la famiglia di quest’ultima, si innamora di lei e decide di sposarla. Dopo essere stato chiamato da Dio, decide di andare a salvare il suo popolo e sfidare il Faraone. Nel periodo trascorso in Egitto, dimostra di essere molto legato al fratello adottivo Ramesse e, anche dopo esserne diventato nemico, continuerà a provare un profondo affetto per lui.
Ramesse II: È il principale antagonista del film. È un principe arrogante, viziato ed egoista. Inizialmente viene presentato come sensibile e altruista, ma col passare del tempo la sua vera natura egoista e malvagia verrà svelata. Sebbene sia molto legato a Mosé, poiché i due sono cresciuti insieme, alla fine ne diventerà nemico e non esiterà a tentare di ucciderlo pur di impedirgli di liberare gli Ebrei.
Zippora: È la moglie di Mosé. È una donna furba e coraggiosa, ma anche molto sensibile. Inizialmente lei e Mosé si odiano, visto che lui la umilia in Egitto di fronte a tutti i presenti, ma in seguito si innamoreranno e si sposeranno. In diverse occasioni, viene dimostrato che è molto combattiva e non esita a battersi per il suo popolo.
Miriam: È la sorella maggiore di Mosé. È una donna sensibile e altruista. Cerca subito di far capire a Mosé di essere sua sorella e che lui è ebreo, e quando lui scoprirà la verità sarà la prima a sostenerlo e a stargli vicino. Anche quando lui la respinge, lei si dimostra sempre gentile e altruista con lui.
Aronne: È il fratello maggiore di Mosé. È un uomo sarcastico, permaloso e cinico, anche se molto dolce. Vuole molto bene a sua sorella Miriam, e per questo cerca di tenerla sempre lontana dagli Egizi. Inizialmente non crede in Mosé, giudicandolo per le azioni commesse quando credeva di essere Egizio, ma in seguito lo sosterrà; è il Sommo Sacerdote degli Ebrei.
Jetro: È il padre di Zippora, e il sacerdote di Madian, la terra dove andrà Mosé dopo essere fuggito dall’Egitto. È un uomo spiritoso, ospitale e spensierato. È sempre molto gentile e cordiale con tutte le persone che si trova intorno e protegge con affetto le sue numerose figlie. Si dimostrerà molto affettuoso con Mosé, insegnandogli molte cose e aiutandolo a trovare il suo posto a Madian.
Faraone Seti I: È padre naturale di Ramesse e il padre adottivo di Mosé. È un uomo subdolo ed egoista, anche se si dimostrerà sensibile e protettivo verso Mosé. Sarà, invece, molto severo con Ramesse. È il responsabile dell’uccisione di tutti i bambini Ebrei all’inizio del film. Muore insieme alla moglie durante quei 20 anni di Mosè nascosto nel deserto.
Regina Tuya: È la moglie del Faraone Seti I, la madre naturale di Ramesse e quella adottiva di Mosé. È una donna molto sensibile e saggia. Non approva il modo di governare del marito, ma è costretta a non imporsi perché non ha potere sull’Egitto. Dopo che Mosé scoprirà la verità, gli rivelerà tutto e gli dirà quanto bene gli vuole, affermando che lui, per lei, è un dono.
Hotep e Hoy: Sono i sommi sacerdoti dei Faraoni Seti, da quarantenni, e Ramesse, da sessantenni; hanno il ruolo di oppositori del film, seppur come classico duo comico. Sono entrambi subdoli, egoisti e ipocriti, bravi solo a fare trucchi di magia e a criticare gli altri. Adorano mentire e ingannare le persone. Per tutto il film saranno crudeli e severi verso Mosé, che infatti li disprezza, anche quando lo vogliono ancora condannare a morte dopo il suo ritorno. Dopo l’avversione delle piaghe sull’Egitto, Ramesse li licenzierà, cacciandoli a tradimento dal palazzo, stufo dei loro fallimenti di magia. Il primo è basso e grasso, il secondo è alto e magro.
Nel libro dell’Esodo si racconta l’uscita degli Ebrei dall’impero d’Egitto sotto la guida di Mosè. Uno degli episodi più importanti di questo libro è proprio l’invio delle dieci piaghe, o punizioni divine, contro il popolo egizio. L’espressione «piaghe d’Egitto», benché di uso comune, non è però precisa, in quanto il testo biblico applica il termine «piaga» solo alla decima mentre le prime nove sono dette «prodigi» o «segni»
Tramutazione dell’acqua in sangue
Invasione di rane dai corsi d’acqua
Invasione di zanzare
Invasione di mosche
Morte del bestiame
Ulcere su animali e umani
Pioggia di fuoco e ghiaccio (grandine)
Invasione di cavallette/locuste
Tenebre
Morte dei primogeniti maschi
Gli scopi delle dieci piaghe sono due: convincere il faraone a lasciar andare gli Ebrei e dimostrare la presenza di Dio agli Ebrei e ai non-ebrei
QUESTIONARIO SUL FILM
Questionario sul film: Il principe d‘Egitto
NOME COGNOME CLASSE DATA
1. Le vicende di Mosè sono narrate nelle Sacre Scritture, in
particolare nel libro?
2. Come si chiamano il fratello e la sorella di Mosè?
3. Come si chiama il faraone suo fratellastro ?
4. In che periodo storico è vissuto Mosè?
5. Quali sono la prima e l’ultima piaga d‘Egitto?
6. Ricordi come si chiama la canzone che ottenne Premio Oscar 1999.
7. Cosa significa il nome Mosè?
8. Con quale nome Dio si è rivelato a Mosè nel roveto ardente…?
9. Come si chiama la moglie di Mosè.
10. Lo strumento che Mosè utilizza per compiere le meraviglie del Signore?
11. Qual è il segno che protegge gli ebrei dall’angelo della morte?
12. Quali sono i segni della pasqua ebraica?
RICORDI I dieci comandamenti?
BUON LAVORO
quiz su Mosè.
IL PRINCIPE. IL FILM
CANTO DEL FILM VEDRAI MIRACOLI
Mosè salvato dalle acque
Il Principe D’Egitto – L’incontro di Mosè con Dio
la prova del serpente
IL NILO DI SANGUE
Le piaghe d’Egitto
La notte della Pasqua
Mosè Divide Le Acque
I dieci comandamenti
17 Settembre 2015
SE DIO VUOLE. IL FILM 2015. LEZIONE 2015-16
sediovuole filmlode
COMMEDIA – DURATA 87′ – ITALIA
Tommaso, stimato cardiochirurgo, è sposato con Carla, con la quale ha due figli: Bianca, svogliata e senza alcun interesse, e Andrea, un giovane brillante iscritto a medicina e pronto a seguire le orme del padre. Da un po’ di tempo cambiato rispetto al solito, Andrea stupisce il resto della famiglia comunicando la decisione di farsi prete
“Un gran bel film, bel cast e bella tematica”
Da un lato Don Pietro, prete di borgata carismatico e appassionato, dall’altro Tommaso, un cinico e snob cardiochirurgo…
Quale dei due è il vostro tipo preferito?
Confessare un segreto non è mai un’impresa semplice, soprattutto se si tratta di un segreto come quello di Andrea..
#DonPietro crede nella religione; Tommaso crede nella scienza; Entrambi credono nella pizza e mortazza!
Marco Giallini ha qualche leggera perplessità all’idea che suo figlio voglia farsi prete..E voi cosa fareste?
Il regista Edoardo Falcone sul set con Alessandro Gassmann
Si ride ma soprattutto si riflette
Tommaso (Marco Giallini) è padre di un figlio che vuole diventare prete…solo che lui lo considera un mestiere “anacronistico”…un po’ come lo “zampognaro”
21 Aprile 2015
Il mistero della Santa Sindone
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La Sindone di Torino, nota anche come Sacra o Santa Sindone, è un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l’immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella passione di Gesù. La tradizione cristiana identifica l’uomo con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo nel sepolcro.
Il termine “sindone” deriva dal greco σινδών (sindon), che indicava un ampio tessuto, come un lenzuolo, e ove specificato poteva essere di lino di buona qualità o tessuto d’India. Anticamente “sindone” non aveva assolutamente un’accezione legata al culto dei morti o alla sepoltura, ma oggi il termine è ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Gesù.
Le esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate ostensioni (dal latino ostendere, “mostrare”). Le ultime sono state nel 1978, 1998, 2000, 2010 e 2013. L’attuale ostensione è nel 2015, dal 19 aprile al 24 giugno