10 Febbraio 2016

QUARESIMA di PAPA FRANCESCO. 2016. Lezione

Filed under: PAPA FRANCESCO — giacomo.campanile @ 11:36

quaresimalode

QUARESIMA DELLA GIOIA

Il Papa Francesco propone 15 semplici atti di carità che egli ha citato come manifestazioni concrete d’amore:
1. Sorridere, un cristiano è sempre allegro!
2. Ringraziare (anche se non “devi” farlo).
3. Ricordare agli altri quanto li ami.
4. Salutare con gioia quelle persone che vedi ogni giorno.
5. Ascoltare la storia dell’altro, senza pregiudizi, con amore.
6. Fermarti per aiutare. Stare attento a chi ha bisogno di te.
7. Alzare gli animi a qualcuno.
8. Celebrare le qualità o successi di qualcun altro.
9. selezionare quello che non usi e donarlo a chi ne ha bisogno.
10. Aiutare quando serve perché l’altro si riposi.
11. Correggere con amore, non tacere per paura.
12. Avere buoni rapporti con quelli che sono vicino a te.
13. Pulire quello che uso in casa.
14. aiutare gli altri a superare gli ostacoli.
15. Telefonare ai tuoi genitori.
Il miglior digiuno
Ti proponi di digiunare in questa quaresima?
• Digiuna di parole offensive e trasmetti parole squisite
• Digiuna di scontenti e riempiti di gratitudine
• Digiuna di rabbia e riempiti di mitezza e di pazienza
• Digiuna di pessimismo e riempiti di speranza e di ottimismo
• Digiuna di preoccupazioni e riempiti di fiducia in Dio
• Digiuna di lamenti
Riempiti di cose semplici della vita
• Digiuna di pressioni e riempiti di preghiera
• Digiuna di tristezza e amarezza, e riempiti il cuore di gioia
• Digiuna di egoismo e riempiti di compassione per gli altri
• Digiuna di mancanza di perdono e riempiti di atteggiamenti di riconciliazione
• Digiuna di parole e riempiti di silenzio e di ascolto degli altri
Se tutti praticheremo questo digiuno il quotidiano si riempira ‘ di:
Pace, fiducia, gioia e vita
Quaresima 2016
Un regalo per meditare

22 Dicembre 2014

Papa: 15 malattie dell’umanità

Filed under: articoli,PAPA FRANCESCO — giacomo.campanile @ 23:24

Ecco le malattie che il Papa, nella udienza alla curia per gli auguri di Natale, ha elencato e analizzato invitando alla riflessione, alla penitenza e alla confessione, in questi giorni che separano dal Natale.

La prima é la “malattia del sentirsi immortali, immuni da difetti, trascurando i controlli” un corpo che non fa “autocritica, non aggiorna e non cerca di migliorarsi, è un corpo infermo”. Il Papa ha suggerito una “ordinaria visita ai cimiteri, dove vediamo i nomi di tante persone che si consideravano immuni e indispensabili”.

Questa malattia, ha commentato il Papa, “deriva spesso dalla patologia del potere, dal narcisismo che guarda la propria immagine e non vede il volto di Dio impresso” negli altri, sopratutto “i più deboli”. “Antidoto a questa epidemia – ha suggerito il Pontefice – è la grazia di sentirci peccatori, e il dire ‘siamo servi inutili'”.

La secondo è la “malattia del martalismo, che viene da Marta, la malattia della eccessiva operosità”, di coloro che “si immergono nel lavoro trascurando inevitabilmente la parte migliore, il sedersi ai piedi di Gesù”. “Trascurare il necessario riposo – ha ammonito – porta allo stress e alla agitazione” un “tempo di riposo da trascorrere con i familiari è necessario”, come necessario è “rispettare le ferie come momenti di ricarica spirituale e fisica”, ricordando quanto dice il libro del biblico del Quelet, ‘c’è un tempo per ogni cosa’”.

La terza: “malattia dell’impietrimento mentale e spirituale”, “il cuore di pietra e duro collo di coloro che strada facendo perdono serenità interiore audacia e si nascondono sotto le carte diventando macchine di pratiche e non uomini di Dio”, “è pericoloso perdere la sensibilità umana, ed è la malattia di coloro che perdono i sentimenti di Gesù, il cuore col tempo si indurisce e diventa incapace di amare incondizionatamente il padre e il prossimo, essere cristiani infatti – ha ricordato il Papa – significa avere gli stessi sentimenti di distacco, donazione e generosità di Gesù”.

La quarta è la “malattia della eccessiva pianificazione e funzionalismo, quando l’apostolo – ha osservato papa Bergoglio – pianifica tutto minuziosamente e crede che le cose progrediscono diventando così un contabile e un commercialista: preparare tutto e bene è necessario, ma senza voler mai richiudere e pilotare la libertà dello Spirito che è più generosa di ogni pianificazione”. “Si cade in questa malattia – ha denunciato papa Francesco – perché è più comodo adagiarsi nella proprie posizioni immutate”, voler “regolare e addomesticare lo Spirito Santo che è freschezza fantasia, novità”.

La successiva malattia in agguato per ogni chiesa, curia e gruppo di fedeli elencata dal Papa, la quinta, é la “malattia del mal coordinamento: quando i membri perdono coordinamento tra loro” la curia diventa “un’orchestra che produce chiasso, perché le sue membra non collaborano e non vivono lo Spirito di grazia”. Qui il Papa ha esemplificato parlando tra l’altro della “testa che dice al braccio ‘comando io'”.

La sesta é la “malattia dell’alzheimer spirituale, la dimenticanza della storia della salvezza, della storia personale con il Signore, del primo amore: si tratta – ha spiegato papa Francesco – di un declino progressivo delle facoltà spirituali” che “in un tempo più o meno lungo” rende la persona o il gruppo “incapace di un’attività autonoma, in uno stato di assoluta dipendenza dalle sue vedute spesso immaginarie: lo vediamo – ha rimarcato – in coloro che hanno perso la memoria del loro incontro con il Signore, dipendono dal loro presente, dalle loro passioni, capricci e manie, che costruiscono intorno a sé dei muri e delle abitudini e diventando sempre di più schiavi degli idoli che hanno scolpito con le loro stesse mani”.

La settima é “la malattia della vanità e vanagloria” di chi vede solo “l’apparenza, i colori delle vesti e le insegne di onorificienza come vero obiettivo della vita, dimenticando le parole di san Paolo”, e qui il Papa ha citato l’invito paolino a non considerare gli altri secondo il proprio interesse. “Questa malattia – ha denunciato il Pontefice davanti alla curia – ci porta ad essere uomini e donne falsi e a vivere un falso misticismo e un falso pietismo san paolo ‘nemici della croce di cristo’ perché si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi”.

L’ottava è la “malattia della schizofrenia esistenziale: avere una doppia vita frutto della ipocrisia del mediocre” e “del progressivo vuoto spirituale che lauree o titoli accademici non possono colmare, coloro che abbandonando il servizio pastorale si limitano a pratiche burocratiche, vivono in un loro mondo parallelo dove mettono da parte ciò che insegnano agli altri e iniziano una vita dissoluta”. “La conversione per questa gravissima malattia – ha rimarcato il Papa dopo una frazione di silenzio – è urgente indispensabile”.

La nona malattia è quella “di chiacchiere, mormorazioni pettegolezzi, ne ho parlato tante volte – ha ricordato – ma non è mai abbastanza: è grave, inizia magari per fare due chiacchiere, e si impadronisce della persona facendola diventare seminatrice di zizzania come Satana”. Questa malattia è “delle persone vigliacche, che non avendo il coraggio di parlare direttamente, parlano dietro le spalle”, e anche a questo proposito il Papa ha citato san Paolo con il suo invito a agire senza mormorare, ed essere irreprensibili e puri. “Guardiamoci – ha ancora esortato papa Francesco – dal terrorismo delle chiacchiere”.

La decima è “la malattia di divinizzare i capi, di coloro che corteggiano i superiori sperando di ottenere la benevolenza. Sono vittime di carrierismo e opportunismo, onorano le persone e non Dio, sono persone meschine, infelici, ispirate solo dal proprio fatale egoismo. Questa malattia – ha osservato papa Bergoglio – potrebbe anche colpire i superiori quando corteggiano loro collaboratori per averne lealtà e dipendenza. Ma il risultato finale – ha sottolineato con forza – è una vera complicità”.

L’undicesima: “la malattia dell’indifferenza verso gli altri, quando ognuno pensa solo a se stesso e perde la sincerità dei rapporti umani, quando si viene a conoscenza di qualcosa e la si tiene per sé invece di condividerla positivamente con gli atri, quando per gelosia o scaltrezza si prova gioia nel vedere altro cadere invece di incoraggiarlo e rialzarlo”.

La dodicesima è “la malattia della faccia funerea, delle persone burbere e arcigne che ritengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia e trattare gli altri, soprattutto quelli ritenuti inferiori, con rigidezza e arroganza”. La “severità teatrale e pessimismo sterile sono spesso sintomo di insicurezza di sé” ha detto il Papa, che ha invitato a “sforzarsi di essere una persona entusiasta e allegra che trasmette gioia: un cuore pieno di Dio è felice e contagia con la gioia attorno a sé; non perdiamo quello spirito gioioso, pieno di humour e persino autoironico che ci rende persone anche nella situazioni difficili. Quanto bene ci fa una buona dose di santo umorismo e ci farà bene recitare spesso la preghiera di Thomas Moore: io la prego tutti i giorni, mi fa bene”.

La tredicesima malattia, ha spiegato Bergoglio, è quella “dell’accumulare, di chi cerca di riempire un vuoto esistenziale accumulando beni materiali, non per necessità ma solo per sentirsi sicuro”. Il Papa ha ribadito che “il sudario non ha tasche”, cioè che morendo non ci si porta dietro niente “e – ha sottolineato – tutti i tesori terreni, anche se sono regali, non riempiranno quel vuoto”. “A queste persone – ha aggiunto il pontefice – il Signore ripete ‘tu dici sono ricco, non ho bisogno di niente, ma non sai di essere un povero cieco’. L’accumulo appesantisce solamente e rallenta il cammino inesorabilmente”. Ha quindi raccontato un aneddoto: “Un tempo – ha ricordato – i gesuiti spagnoli descrivevano la Compagnia di Gesù come la ‘cavalleria leggera della Chiesa; ebbene, un giovane gesuita che doveva traslocare e stava sistemando il suo bagaglio, tanti regali, oggetti, si sente dire da un vecchio gesuita saggio, ‘questa sarebbe la cavalleria leggera della Chiesa?’ I nostri traslochi”.

Quattordicesima malattia quella “dei circoli chiusi, dove la appartenenza al gruppetto diventa più forte di quella al corpo e a Cristo stesso. Anche questa inizia sempre da buone intenzioni, ma con il passare del tempo schiavizza diventando un cancro” che causa tanto male e scandali, specialmente ai nostri fratelli più piccoli. La autodistruzione o il fuoco amico dei commilitoni è il pericolo più subdolo”: ‘ogni Regno bene diviso in se stesso va in rovina’”.

Infine, “l’ultima malattia – ha detto Bergoglio alla curia romana – è quella del profitto mondano, degli esibizionismi, quando l’apostolo trasforma il suo servizio in potere e il suo potere in merce per ottenere profitti mondani, o per ottenere più potere”. E’ la malattia “delle persone che cercano insaziabilmente di moltiplicare poteri e per questo capaci di calunniare, diffamare e screditare gli altri, persino su giornali e riviste, naturalmente per esibirsi e mostrarsi più capaci degli altri. Fa male al corpo – ha sottolineato il Pontefice – perché porta a usare qualsiasi scopo, spesso in nome della giustizia e della trasparenza”. E a questo punto il Papa ha raccontato del prete che chiamava i giornalisti per spiattellargli i difetti dei confratelli, e lo ha chiamato “poverino”.

1 Dicembre 2014

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AL PARLAMENTO EUROPEO

Filed under: LEZIONI 2014-15,PAPA FRANCESCO — giacomo.campanile @ 11:41

VISITA DEL SANTO PADRE

AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO D’EUROPA

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

AL PARLAMENTO EUROPEO

Strasburgo, Francia

Martedì, 25 novembre 2014

Speranza nel Signore che trasforma il male in bene e la morte in vita.

La “dignità” è una parola-chiave che ha caratterizzato la ripresa del secondo dopo guerra. La nostra storia recente si contraddistingue per l’indubbia centralità della promozione della dignità umana contro le molteplici violenze e discriminazioni, che neppure in Europa sono mancate nel corso dei secoli.

Oggi, la promozione dei diritti umani occupa un ruolo centrale nell’impegno dell’Unione Europea in ordine a favorire la dignità della persona, sia al suo interno che nei rapporti con gli altri Paesi.

Quale dignità è possibile senza una cornice giuridica chiara, che limiti il dominio della forza e faccia prevalere la legge sulla tirannia del potere? Quale dignità può mai avere un uomo o una donna fatto oggetto di ogni genere di discriminazione? Quale dignità potrà mai trovare una persona che non ha il cibo o il minimo essenziale per vivere e, peggio ancora, che non ha il lavoro che lo unge di dignità?

Promuovere la dignità della persona significa riconoscere che essa possiede diritti inalienabili di cui non può essere privata ad arbitrio di alcuno e tanto meno a beneficio di interessi economici.

Il bene comune, a quel “noi-tutti” formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in comunità sociale

. Infatti, se il diritto di ciascuno non è armonicamente ordinato al bene più grande, finisce per concepirsi senza limitazioni e dunque per diventare sorgente di conflitti e di violenze.

Parlare della dignità trascendente dell’uomo, significa dunque fare appello alla sua natura, alla sua innata capacità di distinguere il bene dal male, a quella “bussola” inscritta nei nostri cuori e che Dio ha impresso nell’universo creato

Una delle malattie che vedo più diffuse oggi in Europa è la solitudine, propria di chi è privo di legami.

si ricava un’impressione generale di stanchezza, d’invecchiamento, di un’Europa nonna e non più fertile e vivace. Per cui i grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva, in favore dei tecnicismi burocratici delle sue istituzioni.

A ciò si associano alcuni stili di vita un po’ egoisti, caratterizzati da un’opulenza ormai insostenibile e spesso indifferente nei confronti del mondo circostante, soprattutto dei più poveri.

L’essere umano rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare, così che – lo notiamo purtroppo spesso – quando la vita non è funzionale a tale meccanismo viene scartata senza troppe remore, come nel caso dei malati, dei malati terminali, degli anziani abbandonati e senza cura, o dei bambini uccisi prima di nascere.

«è proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza»

Prendervi cura della fragilità, della fragilità dei popoli e delle persone.

Occorre ricordare sempre l’architettura propria dell’Unione Europea, basata sui principi di solidarietà e sussidiarietà, così che prevalga l’aiuto vicendevole e si possa camminare, animati da reciproca fiducia.

Non si può tollerare che milioni di persone nel mondo muoiano di fame, mentre tonnellate di derrate alimentari vengono scartate ogni giorno dalle nostre tavole.

«quanto più cresce la potenza degli uomini tanto più si estende e si allarga la loro responsabilità personale e collettiva»

Cari Eurodeputati, è giunta l’ora di costruire insieme l’Europa che ruota non intorno all’economia, ma intorno alla sacralità della persona umana, dei valori inalienabili; l’Europa che abbraccia con coraggio il suo passato e guarda con fiducia il futuro per vivere pienamente e con speranza il suo presente.

È giunto il momento di abbandonare l’idea di un’Europa impaurita e piegata su sé stessa per suscitare e promuovere l’Europa protagonista, portatrice di scienza, di arte, di musica, di valori umani e anche di fede. L’Europa che contempla il cielo e persegue degli ideali; l’Europa che guarda e difende e tutela l’uomo; l’Europa che cammina sulla terra sicura e salda, prezioso punto di riferimento per tutta l’umanità!

Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero!

27 Ottobre 2014

Il Papa: «Bastonano la famiglia da tutte le parti»

Filed under: OMOFOBIA,PAPA FRANCESCO — giacomo.campanile @ 22:16

Non possiamo negare, ha detto il Papa, «che la famiglia sia colpita, che la famiglia venga colpita e che la famiglia venga imbastardita», ridotta spesso a una semplice «associazione». Oggi «si può chiamare famiglia tutto», in nome del «relativismo»: «in questo momento, da un punto di vista sociologico e dal punto di vista dei valori umani, come anche del Sacramento cattolico, del Sacramento cristiano, c’è una crisi della famiglia, crisi perché la bastonano da tutte le parti e la lasciano molto ferita».

Oggi sono proposte, ha detto Papa Francesco, «nuove forme, totalmente distruttive e limitative della grandezza dell’amore del matrimonio». Ma «quello che stanno proponendo non è un matrimonio, è una associazione. Ma non è matrimonio! E’ necessario dire cose molto chiare e questo dobbiamo dirlo!».

Fra gli stessi cattolici il sacramento del matrimonio è «svalutato» tramite la «riduzione del Sacramento a un fatto sociale». Certamente la celebrazione di un matrimonio ha anche un aspetto sociale, ma è una deviazione quando «il sociale copre la cosa fondamentale, che è l’unione con Dio». Per evitare questi rischi, è necessario proporre ai fidanzati una preparazione seria al matrimonio, per capire quel «per sempre» che oggi è negato dalla «cultura del provvisorio», che è una «cultura di distruzione dei legami».

16 Maggio 2014

Regole anticovid per la scuola

Filed under: PAPA,PAPA FRANCESCO — giacomo.campanile @ 11:55

https://www.orizzontescuola.it/wp-content/uploads/2020/09/Disposizioni-anti-Covid-19-per-gli-studenti.pdf

Queste sono le disposizioni ufficiali . Viene dato l’ordine di istallare l’app immuni sullo smart phone. Ogni alunno deve avere uno Smart e usare l’app per essere controllato .
Raggiungi la tua aula un silenzio senza salutare nessuno, togli la mascherina solo quando entra l’insegnante, stai distante, disinfetta tutto, impara a vivere come un appestato

Per quanto un regolamento possa contenere indicazioni severe e precise, nessuno potrà mai garantirne il rispetto se non c’è la collaborazione, il senso di responsabilità e la buona volontà da parte di tutti. Per questo ti chiediamo di far parte di questo sforzo comune per restare a scuola fino alla fine dell’anno e non mettere a rischio la salute di tutti noi e di chi ci aspetta a casa.
1. Misura la tua temperatura prima di uscire di casa. Se supera i 37,5°C oppure se hai sintomi influenzali, resta a casa, avvisa i tuoi genitori e chiamate insieme il medico di famiglia per chiedere una diagnosi;
2. Installa sul tuo smartphone l’applicazione IMMUNI, creata per combattere la diffusione del virus, e ricordati di avvisare la scuola se sei entrato in contatto con persone risultate positive al virus;

3. Metti sempre nello zaino una mascherina chirurgica di riserva, un pacchetto di fazzoletti monouso e un flaconcino di gel disinfettante per uso personale.
4. Prima di salire sui mezzi pubblici, indossa la mascherina e mantieni per quanto possibile, la distanza prescritta di 1 metro dagli altri passeggeri;
5. Cambia la mascherina ogni giorno oppure quando diventa umida, evitando di maneggiarla, sia dalla parte interna che dalla parte esterna, o di appoggiarla su superfici non disinfettate;
6. Cerca di arrivare a scuola tra le 7:45 e le 7:55 già indossando la mascherina. Non arrivare troppo in anticipo rispetto alla campana di ingresso (ore 7:48) in modo da evitare assembramenti in prossimità degli ingressi, nel giardino e nei cortili della scuola.
7. Dalle 7:48 puoi subito entrare a scuola. Raggiungi rapidamente la tua aula utilizzando l’ingresso riservato al settore di cui fa parte la tua classe senza fermarti in prossimità degli ingressi, delle scale o dei corridoi. All’ingresso i collaboratori scolastici potrebbero misurare la tua temperatura corporea con un termometro ad infrarossi;
8. Una volta in aula raggiungi il tuo posto, sistema il tuo giubbotto sulla sedia e i tuoi effetti personali (zaino, casco, etc.) sotto la sedia o sotto il banco. Controlla che il banco sia posizionato correttamente, siediti e attendi l’inizio della lezione togliendo la mascherina chirurgica solo in presenza dell’insegnante;
9. Indossa la mascherina in tutte le situazioni in cui non hai la certezza di poter mantenere il distanziamento fisico di almeno 1 metro dalle altre persone. Indossa la mascherina anche quando lasci il tuo posto per raggiungere la cattedra o per uscire dall’aula o quando una compagna o un compagno o lo stesso insegnante, in movimento, si avvicinano a te a meno di 1 metro di distanza;
10. Durante la lezione puoi chiedere agli insegnanti di uscire dall’aula solo per andare ai servizi. Prima di uscire metti una spunta sul tuo nome nell’elenco affisso vicino sulla porta dell’aula;
11. Ricorda che qualsiasi locale della scuola va arieggiato aprendo le finestre almeno ad ogni cambio d’ora oppure durante la lezione su indicazione dell’insegnante;
12. Durante la giornata igienizzati più volte le mani, prima e dopo aver toccato oggetti o superfici di uso comune, utilizzando i dispenser dislocati nei corridoi o il tuo gel personale;

13. Resta all’interno del settore a cui è assegnata la tua classe, transitando verso un altro settore solo per andare ai distributori automatici durante gli intervalli o ai servizi igienici, se non presenti all’interno del tue settore, oppure su richiesta del personale scolastico;
14. Recati in giardino durante l’intervallo previsto per il tuo settore;
15. Rispetta il distanziamento fisico facendo riferimento alla segnaletica presente sul pavimento mentre sei in fila per accedere ai servizi igienici o ai distributori automatici. Se tutti i segnali di attesa sono occupati, mantieni comunque la distanza minima di 1 metro dalle altre persone senza intralciare il passaggio nei corridoi;
16. Se devi andare in palestra o in un laboratorio, indossa la mascherina, aspetta l’insegnante e procedi assieme ai compagni rispettando la distanza interpersonale di sicurezza;
17. Anche all’interno dei laboratori, mantieni la distanza di almeno 1 metro dalle altre persone. Se non è possibile indossa subito la mascherina;
18. Alla fine della lezione in laboratorio di informatica o in palestra ti chiediamo di disinfettare gli oggetti utilizzati (tastiere, mouse, attrezzi sportivi etc.) con la carta e i prodotti disponibili nell’aula;
19. Durante l’attività sportiva scolastica puoi toglierti la mascherina, mantenendo un distanziamento fisico di almeno 2 metri dalle altre persone.
20. Quando devi fare attività sportiva scolastica, porta con te due sacche, una con gli indumenti e le scarpe sportive, l’altra vuota dove conservare gli stessi indumenti e le scarpe alla fine dell’attività;
21. In palestra e negli altri impianti sportivi, segui le indicazioni dell’insegnante per accedere agli spogliatoi a piccoli gruppi di 4-5 persone;
22. Negli spogliatoi lascia i tuoi effetti personali in corrispondenza del numero indicato dal tuo insegnante;
23. Al suono della campana della fine delle lezioni, resta al tuo posto in aula o in laboratorio, indossa la mascherina chirurgica, riprendi i tuoi effetti personali e aspetta il permesso dell’insegnante per uscire dall’aula o dal laboratorio a piccoli gruppi di 5-6 persone, poi lascia rapidamente la scuola utilizzando le scale e l’uscita assegnata al tuo settore senza fermarti negli spazi comuni;
24. Se avverti dei sintomi influenzali mentre sei a scuola, avvisa l’insegnante o il collaboratore scolastico più vicino. Verrai accompagnata/o in un’aula apposita

https://www.orizzontescuola.it/wp-content/uploads/2020/09/Disposizioni-anti-Covid-19-per-gli-studenti.pdf

http://mobile.vatican.va/content/francescomobile/it/speeches/2014/may/documents/papa-francesco_20140510_mondo-della-scuola.html

6 Maggio 2014

Ho incontrato un Papa Santo.

Filed under: LEZIONE,LEZIONI DI RELIGIONE,PAPA FRANCESCO — giacomo.campanile @ 07:23

Chi sono i due Papi santi? Riflessioni sulla canonizzazione dei Papi Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII.

Ero a San Pietro domenica 27 aprile 2014 quando un’ovazione spontanea  di più di un milione di fedeli si alzo al cielo alla proclamazione dei santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, fatta da  Papa Francesco.  Questi due nuovi Santi Papi sono due “uomini coraggiosi”, che “hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia” e che pure “hanno contribuito in maniera indelebile alla causa dello sviluppo dei popoli e della pace” ha affermato Papa Francesco.

Ho incontrato due volte il Santo Padre Giovanni Paolo II. Nel 1986 ho animato con canti e musica una celebrazione eucaristica a Castel Gandolfo. Era agosto mi ricordo che il grande Papa Carol venne personalmente a salutarci e a ringraziarci per il nostro servizio liturgico mi strinse la mano e sentii come una scossa in tutto il corpo. Fu un esperienza fortissima che mi diede una carica di gioia inimmaginabile. La seconda volta ho incontrato papa Giovanni Paolo II il  3 settembre 2000 il giorno in cui è stato beatificato Papa Pio IX in piazza San Pietro. In quel evento fui scelto dal postulatore Mons. Brunero Gherardini come colui che doveva portare la croce del Papa Pio IX al Papa Giovanni Paolo II. Fu un momento indimenticabile ripreso in mondovisione da Rai 1.

Papa Giovanni Paolo II fu eletto papa il 16 ottobre 1978. Primo papa non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi di Adriano VI (1522 – 1523), è stato inoltre il primo pontefice polacco, e slavo in genere, della storia. Il suo pontificato è durato 26 anni, 5 mesi e 17 giorni ed è stato il terzo pontificato più lungo della storia (dopo quello di Pio IX e quello tradizionalmente attribuito a Pietro apostolo).

Giovanni Paolo II intraprese sin dal principio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il comunismo e l’oppressione politica, ed è considerato uno degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, già controllati dall’ex Unione Sovietica. Stigmatizzò inoltre il capitalismo sfrenato e il consumismo, considerati antitetici alla ricerca della giustizia sociale, causa d’ingiustificata sperequazione fra i popoli e lesivi della dignità dell’uomo. Nel campo della morale, si oppose fermamente all’aborto e all’eutanasia, e confermò l’approccio tradizionale della Chiesa sulla sessualità umana, sul celibato dei preti, sul sacerdozio femminile.

I suoi 104 viaggi in tutto il mondo videro la partecipazione di enormi folle (tra le più grandi mai riunite per eventi a carattere religioso). Questa grande attività di contatto (anche con le generazioni più giovani, con la creazione delle Giornate Mondiali della Gioventù) fu da molti interpretata come segno di una seria intenzione di costruire un ponte di relazioni tra nazioni e religioni diverse, nel segno dell’ecumenismo, che era stato uno dei punti fermi del suo papato.

Papa Giovanni XXIII ( nato Angelo Giuseppe Roncalli; Sotto il Monte, 25 novembre 1881 – Città del Vaticano, 3 giugno 1963). Papa Giovanni XXIII fu eletto papa il 28 ottobre 1958 e in meno di cinque anni di pontificato riuscì ad avviare il rinnovato impulso evangelizzatore della Chiesa Universale. Indisse il Il Concilio Vaticano II. È ricordato con l’appellativo di “Papa buono”. Fu terziario francescano.

La crisi dei missili a Cuba. Pochi giorni dopo l’apertura del Concilio ecumenico, il mondo sembra precipitare nel baratro di un conflitto nucleare. Il 22 ottobre 1962, il Presidente degli Stati Uniti d’America, John F. Kennedy, infatti, annuncia alla nazione la presenza di installazioni missilistiche a Cuba e l’avvicinamento all’isola di alcune navi sovietiche con a bordo le testate nucleari per l’armamento dei missili. Il presidente americano impone un blocco navale militare a 800 miglia dall’isola, ordinando agli equipaggi di essere pronti ad ogni eventualità, ma le navi sovietiche sembrano intenzionate a forzare il blocco.

Di fronte alla drammaticità della situazione, il Papa sente la necessità di agire per la pace.

Il messaggio suscita consenso in entrambe le parti in causa e, alla fine, la crisi rientra.

La drammatica esperienza convince ancor più Giovanni XXIII a un rinnovato impegno per la pace. Da questa consapevolezza, nasce, nell’aprile del 1963, la stesura dell’enciclica Pacem in Terris.

5 Maggio 2014

Chi ha ragione su papa Francesco. Galli della Loggia Vs Botti

Filed under: OMOFOBIA,PAPA FRANCESCO — giacomo.campanile @ 11:55

 

Galli della Loggia Vs Botti: chi ha ragione su papa Francesco

Papa Francesco fa litigare anche gli storici. E’ accaduto in questi giorni con lo scontro a distanza fra il professor Ernesto Galli della Loggia, editorialista del Corriere della Sera e Alfonso Botti professore di Storia contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia che ha risposto dalle colonne de La Stampa. E dimostra come i difensori di Bergoglio, in questo caso Botti, non possano fare a meno di cadere, loro malgrado, in quelli che sembrano essere i soliti e scontati luoghi comuni della propaganda anti-clericale.

http://www.qelsi.it/2013/papa-francesco-scomunica-il-prete-australiano-pro-matrimoni-gay/

13 Marzo 2014

UN ANNO CON PAPA FRANCESCO. 13 marzo 2013-14

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE,PAPA FRANCESCO — giacomo.campanile @ 11:52

Un anno, ma pare molto di più. Da quel 13 marzo, quando la fumata bianca annunciò l’elezione del nuovo Papa e pochi minuti dopo si affacciò alla loggia di San Pietro la sorpresa di un uomo “preso dalla fine del mondo”, sembra che il tempo si sia dilatato, così tante e tanto intense sono state le novità portate da Papa Bergoglio nella Chiesa e nella percezione che di essa hanno quanti si pensavano “lontani” o indifferenti all’annuncio evangelico.

ABBIATE IL CORAGGIO DI ESSERE  FELICI

LA VIA DI UN UOMO UMILE DIVENTATO PAPA

IL PAPA DELLA GIOIA E LA CHIESA DELLA GIOIA

ARRIVANO DA TUTTO IL MONDO PER VEDERE IL PAPA

NIENTE PALAZZI, IL PAPA PREFERISCE VIVERE IN UNA CAMERA D’ALBERGO.

NON STATE AL BALCONE A GUARDARE

BUONA NOTTE, BUON PRANZO, BUONA SERA.

IL PAPA CHE CHIEDE DI PREGARE PER LUI

E’ INNOVATIVO E GENTILE CON TUTTI. E’ SIMPATICO.

E’ DIVERSO DAGLI ALTRI PAPI IN POSITIVO. ESCE DAGLI SCHEMI

AMORE VERSO I POVERI E GLI ULTIMI

NON ANDATE A DORMIRE PRIMA DI AVER FATTO VPACE

PREGA PER I MALATI. E’ RIVOLUZIONARIO. RITORNO  ALLE ORIGINI

IL PAPA E’ SINCERO, SEMPLICE

IL PAPA E’ UNO DI NOI

PAPA FRANCESCO E’ L’UOMO DELL’ANNO

E’ UN PAPA TECNOLOGICO. INTERNET E’ UN DONO DI DIO

Perché ti piace Papa Francesco?

Quale parola di Papa Francesco ti ha colpito?

https://www.giacomocampanile.it/?cat=91#:~:text=Esortazione%20apostolica%20Evangelii%20gaudium

http://www.avvenire.it/Papa_Francesco/Documents/EG%20italiano%20PDF.pdfhttp://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/papa-francesco-esortazione-apostolica-evangelii-gaudium.aspxhttp://www.famigliacristiana.it/articolo/sintesi.aspx

https://www.giacomocampanile.it/?cat=91#:~:text=http%3A//www.avvenire,articolo/sintesi.aspx

28 Luglio 2012

Con papa Francesco contro la pornografia che uccide la relazione

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE,PAPA FRANCESCO — giacomo.campanile @ 15:19

Quando esprime la sua preoccupazione per il dilagare della pornografia, il Papa usa parole molto forti: parla infatti di «attacco permanente alla dignità dell’uomo e della donna» e di «minaccia per la salute pubblica».

Una posizione netta e ben diversa da quella corrente: per i più infatti la questione della pornografia si pone nell’ambito delle libere scelte individuali, e diventa un problema del quale occuparsi solo quando subentra un fenomeno di dipendenza patologica; la questione si sposta allora in ambito psico-sanitario, continuando però a rimanere un problema individuale, che riguarda eventualmente solo la singola persona e le sue personali fragilità.

Ma è proprio così? La sessualità umana è stata sempre fonte di grandi contraddizioni e non potrebbe essere diverso: il sesso è e sarà sempre per gli uomini una pietra d’inciampo e una fonte di scandalo, perché il sesso rappresenta il punto di incontro cruciale tra natura e cultura.

La chiave di volta di ogni cultura passa dal modo in cui l’uomo riesce a simbolizzare le domande centrali dell’esistenza, che riguardano la vita e la morte, e la sessualità si trova proprio al crocevia di queste domande: attraverso l’incontro sessuale infatti avviene la trasmissione della vita, ma trasmettere la vita ci spinge anche verso la morte, per lasciare spazio alla nuova generazione.

La spinta naturale del sesso diventa cultura attraverso i significati che sappiamo introdurre, attraverso la capacità tutta umana di trascendere le valenze puramente biologiche per arricchirle di domande e di risposte. È la storia della nostra civiltà: collegare la sessualità con il tema dell’amore, della fedeltà, del valore dell’altro, ha permesso di dare sempre più spazio al rispetto per le donne e di dare valore alle relazioni.

Non si è trattato di un passaggio naturale, ma di un percorso culturale: un percorso del quale la cultura cristiana è indiscutibile protagonista. Ora il dilagare della pornografia segna il pericolo di tornare indietro, verso un sesso-bisogno, slegato dalla relazione, senza alcun significato e senza alcun valore. Le parole allarmate del Papa ci aiutano a vedere con più chiarezza il pericolo di scivolare verso un mondo che ritiene inevitabile e forse persino auspicabile tornare a separare l’esperienza del sesso da quella dell’amore e della relazione.

Il messaggio che riceviamo dal nostro tempo sembra essere questo: il sesso non è che un’attività ricreativa per adulti e uno sfogo pulsionale cui abbiamo diritto; perché allora complicarsi la vita legando inestricabilmente il sesso e la relazione? Ma nel profondo di sé l’uomo sa che fare l’amore è molto più che fare sesso: è un’esperienza che ci chiede un po’ di più, per darci infinitamente di più. Ci chiede di amare, per farci sperimentare la meraviglia di essere amati. Ricordiamo allora ciò che diceva Giovanni Paolo II: il contrario di amare non è odiare ma usare. La pornografia è proprio questo, un modo di usare l’altro per il proprio piacere. Per questo la pornografia uccide l’amore.

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