LODE E GIOIA.
Le più belle canzoni di Natale
Le più belle canzoni di Natale
Óscar Arnulfo Romero y Galdámez (Ciudad Barrios, 15 agosto 1917 – San Salvador, 24 marzo 1980) è stato un arcivescovo cattolico salvadoregno.
Fu arcivescovo di San Salvador, capitale di El Salvador. A causa del suo impegno nel denunciare le violenze della dittatura militare del suo paese, fu ucciso da un cecchino degli squadroni della morte, mentre stava celebrando la messa nella cappella di un ospedale. È stato proclamato santo da papa Francesco il 14 ottobre 2018.
24 marzo 1980 San Salvador: uccisione dell’Arcivescovo monseñor Romero
Giorno di tutti i Santi, noto popolarmente anche come Ognissanti è una festa cristiana che celebra insieme la gloria e l’onore di tutti i santi, ivi comprendendo anche quelli non canonizzati.
Cristine de Pizan, prima giornalista professionista della storia, nacque nel 1365 a Venezia ma visse in Francia tutta la sua vita, alla corte del re. Creò un atelier nel quale i suoi libri venivano copiati miniati e rilegati da sue dipendenti: una vera e propria casa editrice antelitteram. Il suo capolavoro “La città delle Dame”, nel quale Cristine costruisce una città ideale dove mette al sicuro le donne dalle violenze del patriarcato e nel contempo racconta le storie di donne valorose affinché altre possano studiarle e valorizzare i loro talenti.
Audiolibro. “La Città delle Dame”, della scrittrice quattrocentesca Cristine de Pizan, antesignana paladina dei diritti delle donne, ignorata dalle scuole italiane. Scrive Cristine “Le semplici nobili donne hanno sopportato amabilmente le grandi ingiurie loro rivolte, ingiustamente e con pregiudizio, sia con le parole che con gli scritti, da quegli uomini che si “appellano a Dio” per provare che le loro ragioni sono giuste… Siamo venute da te per annunciarti la realizzazione di una cittadella fortificata che tu sei scelta e predestinata a costruire e nella quale abiteranno tutte le donne degne di lode… così mia cara a te tra le donne è affidato il compito di costruire La Città delle Dame, così la tua città diventerà bella senza pari e durerà per sempre
Scritto nei mesi invernali tra il 1404 e il 1405, il Livre de la Cité des Dames (la Città delle Dame) è probabilmente l’opera più famosa di Christine de Pizan.
Venne scritto in risposta ai libri di Giovanni Boccaccio (De mulieribus claris, Sulle donne famose), Jean de Meung (autore del Roman de la Rose, testo del XIII secolo che dipingeva le donne solo come seduttrici) e del filosofo Mateolo, nonché di altri testi avversi alla condizione femminile, intrisa secondo loro solo di dubbio, malinconia e intemperanza. De Pizan ne rimase sgradevolmente colpita e ne fece una questione da discutere a corte.
«Sembrano tutti parlare con la stessa bocca, tutti d’accordo nella medesima conclusione, che il comportamento delle donne è incline ad ogni tipo di vizio»
Scrisse molto e su molti argomenti ma, soprattutto, si batté contro i pregiudizi misogini lamentando che le donne venissero diffamate dagli uomini in molti libri senza aver la possibilità di scrivere a loro volta e dare la loro versione dei fatti
La città sarà il rifugio delle donne virtuose ingiustamente denigrate e per la sua costruzione dama Ragione inviterà ad usare la “zappa dell’intelligenza”, mentre Dama Rettitudine confuterà i pregiudizi che il sapere corrompa, che una donna bella non possa essere virtuosa, che le donne vogliano essere stuprate.
Molto altro si trova in questo libro, e adesso conto di leggere direttamente “la città delle dame”.
C’è da stupirsi che questa grande intellettuale del suo tempo, che ha detto e scritto verità scomode anche per i nostri giorni, sia pressoché scomparsa dai libri di storia?
Christine de Pizan (1365-1431) poetessa, filosofa, scrittrice, è considerata la prima intellettuale di professione nella letteratura europea. Di origini italiane, vivrà a Parigi per tutta la vita, diventando una delle figure più importanti del panorama letterario francese tra XIV e XV secolo. Scrittrice di grande creatività, la sua produzione spazia dalle composizioni poetiche alle opere allegoriche, morali e politiche, con un’attenzione continua all’autorità femminile, che rende la sua scrittura particolarmente attuale. Nel 1429 scrive la prima opera dedicata a Giovanna d’Arco, che qui si traduce e commenta, sull’onda delle recentissime vittorie della Pucelle d’Orléans, in seguito condannata al rogo con l’accusa di eresia e stregoneria. Si tratta di un testo straordinario, poema della luce e della gioia dedicato alla vergine guerriera al culmine del trionfo; la scrittrice interviene con le parole della politica nelle travagliate vicende di un paese devastato dalla guerra, affidando le sue speranze di pace alla figura luminosa di Giovanna d’Arco, incarnazione di quella forza e autorità delle donne, centrale in tutta l’opera di Christine de Pizan.
4 OTTOBRE FESTA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI
1977 il governo di Giulio Andreotti faceva saltare sette festività, a cominciare dall’Epifania che tornò a essere segnata in rosso solo dieci anni dopo: Bettino Craxi ripristinò la festa, in attuazione dell’intesa firmata con la Santa Sede per il rinnovo dei Patti lateranensi.
Musica e testo inno ufficiale sinodo dei giovani 2018
Un Sinodo dei giovani per cambiare la Chiesa.
La presentazione dell’Assemblea dei vescovi (3-28 ottobre): per la prima volta partecipano anche due presuli cinesi. 267 Padri, 23 esperti, 49 uditori tra cui 34 ragazzi
Papa Francesco ha scelto di rivolgere ai giovani il pensiero, la riflessione, la preghiera che tutta la Chiesa porterà avanti nei prossimi mesi. A ottobre 2018 si svolgerà infatti un incontro speciale dei vescovi -detto sinodo- che porterà la Chiesa a prendersi cura delle nuove generazioni, riflettendo sul loro vissuto, la loro vocazione, le loro scelte. Prima di questo incontro tutta la Chiesa, a partire da ogni gruppo e realtà diocesana, vivrà un tempo per ascoltare i propri giovani, coinvolgendoli e rendendoli parte attiva di questo percorso, e per fare il punto sulla proposta di accompagnamento pastorale a loro rivolta.
È un tempo prezioso e arricchente che ci chiama a essere protagonisti perché il Sinodo -letteralmente “camminare insieme”- sia realmente strada condivisa.
Alla ricerca di una spiritualità, nel nome di Gesù Cristo, che tiene tatuato sulla coscia: Damiano David, il cantante dei Maneskin, freschi vincitori del Festival di Sanremo 2021, viene raccontato da una persona che lo conosce molto bene.
Si tratta di Giacomo Campanile, storico professore di religione del Liceo Linguistico “Eugenio Montale” di Roma, la scuola che ha frequentato Damiano David.
Campanile, scrive Avvenire (10 marzo), che può affermare, senza smentita, di aver visto nascere e crescere musicalmente il frontman della rock band romana. «Non ero neanche il suo prof. di religione, ma ho avuto il piacere di inserire Damiano in quella che considero una mia creatura, il “Piccolo coro del Montale“», ricorda il professore. Damiano David ci entrò quando era iscritto alla classe I N.
«Quel coro è nato apposta per ragazzi come lui, perché ho capito che una sola ora di religione non mi consentiva di instaurare un dialogo più ampio con le ultime generazioni, come invece poi sono riuscito ad aprire con l’arte. Infatti alle visite alle basiliche di Roma, lo stesso Damiano era sempre presente».
Il futuro cantante dei Maneskin è sempre stato così ribelle?, domanda Avvenire. Il professore Campanile risponde così: «Io ho conosciuto un ragazzo con una grande passione per la musica e anche profondamente alla ricerca di una sua spiritualità. Non è un caso che sulla coscia si sia tatuato l’immagine di Gesù Cristo».
«Che fosse un predestinato a salire su un palco e cantare davanti a milioni di persone – prosegue – l’abbiamo capito quel giorno che nell’aula magna del Liceo intonò “Your song” di Elton John…Oh, venne giù la scuola. Un trionfo, le ragazzine non volevano più lasciarlo andar via».
Dopo però decise di abbandonare la scuola, senza neanche diplomarsi. «In terzo venne bocciato: non studiava, pensava solo a cantare». E poi in quarto, quando Damiano si unì agli altri tre Maneskin (Victoria, Thomas e Ethan), di cui poi è diventato il cantante, abbandonò il Liceo.