28 Novembre 2018

NATALE 2022. SIGNIFICATO TEOLOGICO DEL NATALE.

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 11:48

LODE E GIOIA.

Le più belle canzoni di Natale

CANZONI E CANTI DI NATALE TESTI

CANTI DI NATALE .

KARAOKE DI NATALEkaraoke.

 A NATALE PUOI.

QUIZ SUL NATALE.

Quiz sul natale dal Nuovo Testamento

COLORI DEL NATALE

POESIE DEL NATALE.

San Nicola di Bari. l 6 dicembre,

Composizioni poetiche natalizie delle tradizioni popolari.

Origine del presepe

E’ Natale – Madre Teresa di Calcutta
Er presepio scritto dal poeta Trilussa

Due poesie napoletane sul Natale 

A GESU’ BAMBINO, SABA

SAPORI DEL NATALE

DOLCI DI NATALE

Oggi è nato. GIACOMO

Significato teologico del mistero dell’Incarnazione del Logos divino.

Cur Deus homo? Et Verbum caro factum est.

Arte, colori e simboli della tradizione natalizia

Religione e musica. Suoni e melodie della tradizione natalizia.

Religione e teatro. Il presepe vivente di Greggio.

Quiz sugli eventi dell’Incarnazione nel Nuovo Testamento

Cibi e dolci delle tradizioni natalizie in Italia

Presepe a scuola, Papa Francesco: realizzatelo senza strumentalizzarlo

Religione e teatro. Il presepe vivente di Greggio.

Quiz sugli eventi dell’Incarnazione nel Nuovo Testamento

Papa: siate apostoli della gioia del Vangelo

Il Canto di NataleA Christmas Carol. Charles Dickens (1812-1870)

natalelode https://www.youtube.com/user/accasfilm

SIGNIFICATO TEOLOGICO DEL NATALE

Arte, colori e simboli della tradizione natalizia

RECITA DI NATALE

IL NATALE NELL’ARTE BREVE VIDEO

Religione e musica. Suoni e melodie della tradizione natalizia.

A Natale Puoi RAP

Lui ci ha dato.

SIMBOLI DEL NATALE

Santa Cecilia 22 novembre

La Basilica di Santa Cecilia in Trastevere Roma

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26 Novembre 2018

Hegel la filosofia della religione. Spinoza. Lezione novembre 2018

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 10:55

HEGEL (Stoccarda, 27 agosto 1770 – Berlino, 14 novembre 1831) è stato un filosofo tedesco, considerato il rappresentante più significativo dell’idealismo tedesco.

È autore di una delle linee di pensiero più profonde e complesse della tradizione occidentale; la sua riflessione filosofica nasce all’interno dell’ambiente culturale tedesco di inizio Ottocento, dominato dalla filosofia kantiana e dai suoi sviluppi idealistici.

Hegel filosofo tedesco luterano, nasce come teologo, studia teologia a Tubinga si laurea con una tesi su Cristologia con il titolo “la vita di Gesù” con interpretazione gnostica del Salvatore.

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Altro autore importante è Spinoza: per Hegel, infatti, uno dei compiti della filosofia è quello di elaborare la tesi spinoziana per cui “l’Assoluto è sostanza” e svilupparla ulteriormente mostrando che “l’Assoluto è soggetto”.

La tesi centrale del pensiero di Baruch Spinoza è l’identificazione panteistica o, meglio, immanentistica di Dio con la Natura (Deus sive Natura) ed in essa convergono i temi ed i motivi appartenenti alle tradizioni culturali più disparate, la teologia giudaica, la filosofia ellenistica, la filosofia neoplatonica-naturalistica del Rinascimento, il razionalismo cartesiano ed il pensiero arabo, ed infine le sfumature di Thomas Hobbes.

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Hegel filosofo tedesco luterano, nasce come teologo, studia teologia a Tubinga si laurea con una tesi su Cristologia con il titolo “la vita di Gesù” con interpretazione gnostica del Salvatore.

La filosofia di Hegel è profondamente panteista ( tutto è dio).

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La religione viene inglobata nella filosofia. Lo Spirito assoluto si manifesta non nel santo ma ne filosofo.

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SINISTRA HEGELIANA – MARX L. Feuerbach. Hegel è all’origine dell’ateismo in quanto identificando dio con il mondo elimina il concetto di trascendenza e di creazione, Marx porta le conclusioni, “vedo il mondo non vedo dio per questo dio non esiste”.

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Teologia della storia

n questo caso Hegel ha ragione.

Hegel, nel suo esame della storia, utilizza infatti l’immagine del “banco da macellaio” per descrivere la violenza, la sofferenza e le ingiustizie che caratterizzano il corso degli eventi storici.

Cosa significa questa metafora?

* Violenza e sofferenza: La storia, secondo Hegel, è costellata da conflitti, guerre e rivoluzioni che portano immense sofferenze all’umanità. Il “banco da macellaio” rappresenta visivamente questa crudeltà.

* Irrazionalità: Nonostante la ricerca di un senso e di una razionalità nella storia, Hegel sottolinea come spesso gli eventi seguano logiche irrazionali, guidati da passioni, interessi e forze incontrollabili.

* Transitorietà: L’immagine del “banco da macellaio” evidenzia anche la transitorietà delle grandi civiltà e dei regimi politici, che sorgono e cadono nel corso del tempo.

Perché Hegel utilizza questa immagine così forte?

* Stimolare la riflessione: Hegel vuole spingere il lettore a riflettere sulla natura della storia e sul ruolo della sofferenza umana nel suo sviluppo.

* Contrastare l’ottimismo: L’immagine del “banco da macellaio” contrasta con visioni troppo ottimistiche della storia, che vedono nel progresso un percorso lineare e privo di contraddizioni.

È importante sottolineare che:

* Hegel non è un pessimista: Pur sottolineando la violenza della storia, Hegel non nega la possibilità di un progresso spirituale dell’umanità.

* La metafora è un’immagine: L’immagine del “banco da macellaio” è una metafora potente, ma non deve essere presa alla lettera. La storia è un fenomeno complesso e multiforme, che non può essere ridotto a una singola immagine.

Vuoi approfondire questo argomento? Potrei fornirti maggiori dettagli sul pensiero di Hegel, oppure confrontarlo con altre interpretazioni della storia.

Ti interesserebbe sapere come altri filosofi hanno interpretato la storia?

Cosa ne pensi di questa visione della storia?

16 Novembre 2018

Óscar Arnulfo Romero y Galdámez (Ciudad Barrios, 15 agosto 1917 – San Salvador, 24 marzo 1980). Vescovo e santo. Lezione novembre 2019

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE,Senza Categoria — giacomo.campanile @ 12:19

Óscar Arnulfo Romero y Galdámez (Ciudad Barrios, 15 agosto 1917 – San Salvador, 24 marzo 1980) è stato un arcivescovo cattolico salvadoregno.

Fu arcivescovo di San Salvador, capitale di El Salvador. A causa del suo impegno nel denunciare le violenze della dittatura militare del suo paese, fu ucciso da un cecchino degli squadroni della morte, mentre stava celebrando la messa nella cappella di un ospedale. È stato proclamato santo da papa Francesco il 14 ottobre 2018.

24 marzo 1980 San Salvador: uccisione dell’Arcivescovo monseñor Romero

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13 Novembre 2018

Le donne nella Bibbia. Religione e arte. Lezione novembre 2018

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 10:11

Le donne nella Bibbia. Religione e arte.

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“Figlio Di Re” è il secondo brano pubblicato da Cantàmmo a Gesù! – Musica Cattolica Napoli

Eva è il nome che Adamo, primo uomo secondo la Genesi 3,20, ha dato alla sua compagna dopo che l’aveva chiamata “donna”. La Bibbia dà di questi due nomi un’etimologia popolare. Eva viene fatto derivare da “vivente” o “che suscita la vita” (Madre dell’umanità).

Sara o Sarah (in ebraico: שָׂרָה ; in arabo: سارا oppure سارة Sāra) è una personalità biblica, prima moglie del patriarca Abramo, e madre di Isacco.

Sefora (o Zippora, Tzipora) è la moglie di Mosè, una delle sette figlie di Ietro, menzionata nel libro dell’Esodo. Il suo nome deriva dall’ebraico צִפּוֹרָה (Ẓippora, Ṣippôrāh; in greco Σεπφώρα, Sepphòra; in arabo صفورة, Safûra), che significa “passero”.

Debora o Dvora oppure Déborah (דְּבוֹרָה, che significa ape) è, secondo il libro biblicodei Giudici, una profetessa e la sola donna del gruppo dei giudici biblici. Avrebbe esercitato questa funzione per quarant’anni circa, dal 1160 al 1121 a.C.

Giuditta è un personaggio biblico, eroina del popolo ebraico. Il suo nome deriva dall’ebraico (יְהוּדִית “lodata” o “ebrea”, Yəhudit), ed è la forma femminile del nome Giuda.

Il libro dice che Giuditta liberò la città di Betulia assediata dagli Assiri. Con la sua bellezza invaghì di sé Oloferne, loro generale, il quale la trattenne con sé al banchetto; vistolo ubriaco, Giuditta gli tagliò la testa con la sua stessa spada e poi ritornò nella città. Gli Assiri, trovato morto il loro condottiero, furono presi dal panico e facilmente messi in fuga dai Giudei.

ANNA MADRE DI SAMUELE

Anna (dall’ebraico חַנָּה, traslitterato come Channah) è un personaggio biblico, moglie di Elkanah; è citata nel Primo libro di Samuele. Secondo la Bibbia ebraica era la madre di Samuele. Il nome “Anna” può avere più significati ed interpretazioni, ma la più comune è quella di “grazia” o “il Signore mi ha favorita”.

Maria Maddalena (in ebraico: מרים המגדלית‎?, in greco: Μαρία ἡ Μαγδαληνή, Maria hē Magdalēnē) detta anche Maria di Magdala, secondo il Nuovo Testamento è stata un’importante seguace di Gesù.

Venerata come santa dalla Chiesa cattolica, che celebra la sua festa il 22 luglio, la sua figura viene descritta sia nel Nuovo Testamento sia nei Vangeli apocrifi. Le narrazioni evangeliche ne delineano la figura attraverso alcuni versetti, che la dipingono come una delle più importanti e devote discepole di Gesù.

Fu tra le poche a poter assistere alla crocifissione e – secondo alcuni vangeli – divenne la prima testimone oculare e la prima annunciatrice dell’avvenuta resurrezione.

Maria (in ebraico: מרים, Myrhiàm; aramaico: Maryām; greco: Μαριάμ Mariam, Μαρία/Μαρίη[1] María; arabo: مريم, Maryam), detta anche Maria di Nazaret, è la madre di Gesù.

Elisabetta (madre del Battista)

Elisabetta è un personaggio del Vangelo di Luca, madre di Giovanni il Battistae parente di Maria (Luca 1,3). La Chiesa cattolica la considera santa e ne celebra la memoria il 23 settembre assieme al marito san Zaccaria.

25 Ottobre 2018

Giorno di tutti i Santi. Lezione ottobre 2018

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 07:26

Giorno di tutti i Santi, noto popolarmente anche come Ognissanti è una festa cristiana che celebra insieme la gloria e l’onore di tutti i santi, ivi comprendendo anche quelli non canonizzati.

22 Ottobre 2018

S.Carlo alle Quattro Fontane. Borromini architettura e Religione.Il valore del silenzio. Lezione ottobre 2018

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE,Senza Categoria — giacomo.campanile @ 09:05

S.Carlo alle Quattro Fontane

La struttura originaria della chiesa di S.Carlo alle Quattro Fontane risale ad una piccola cappella dedicata alla “Ss.Trinità ed a S.Carlo Borromeo” costruita dai Trinitari Spagnoli su un terreno acquistato nel 1611 dalla famiglia Mattei. Soltanto alcuni anni dopo, nel 1635, dopo l’acquisto di alcune proprietà limitrofe, i Trinitari commissionarono a Francesco Borromini la costruzione di una nuova chiesa e di un convento. Per quanto vincolato dallo spazio ristretto che aveva a disposizione, il grande architetto riuscì ugualmente a creare un complesso funzionale, fornito di tutti gli ambienti richiesti dai religiosi. La costruzione della chiesa richiese molto tempo, tanto che fu completata dal nipote del Borromini nel 1667, lo stesso anno, cioè, in cui il grande artista si suicidò: per questo motivo la piccola cappella posta nella cripta, che venne a lui riservata, rimase vuota perché i Trinitari non accettarono di ospitarvi un suicida e così il Borromini venne sepolto nella chiesa di S.Giovanni dei Fiorentini. S.Carlo alle Quattro Fontane (nella foto in alto), dedicata alla “Ss.Trinità ed a Carlo Borromeo“, il cardinale milanese del XVI secolo canonizzato nel 1620, presenta una facciata alta e stretta, con un movimento di linee e curve assai caro al Borromini. Situata in Via del Quirinale, ad angolo con Via delle Quattro Fontane (donde il nome), la chiesa è detta popolarmente S.Carlino per le sue ridotte dimensioni, tanto che si dice che sia grande quanto un pilastro della cupola di S.Pietro. La facciata, a due ordini, presenta quattro grandi colonne ioniche che sorreggono gli aggetti e le rientranze dei cornicioni e la grande trabeazione con l’iscrizione dedicatoria: “IN HONOREM SS TRINITATIS ET D(IVI) CAROLI MDCLXVII“, ovvero “In onore della Ss.Trinità e di S.Carlo 1667”.

facciata inferiore di s.carlo alle quattro fontane1 Ordine inferiore della facciata

L’ordine inferiore (nella foto 1) presenta un portale d’ingresso sovrastato da tre nicchie contenenti le statue di S.Giovanni De Matha (alla destra del portone), fondatore dell’Ordine dei Trinitari, di S.Felice di Valois (posto sulla sinistra), mentre al centro, incorniciata dalle ali di due angeli, si trova la statua tardo-seicentesca di S.Carlo Borromeo, opera di Antonio Raggi.

facciata superiore di s.carlo alle quattro fontane2 Ordine superiore della facciata

L’ordine superiore (nella foto 2) è costituito da un balconcino sul quale si affaccia un’edicola con cupolino, oltre la quale due angeli reggono una grande cornice ovale nella quale un tempo vi era l’affresco della Trinità. La cupola, a pianta ellittica e con ampi finestroni, sorregge una lanterna. Accanto alla facciata svetta il piccolo campanile del Borromini, poggiante su coppie di colonne e dalla cuspide a pagoda.

convento di s.carlo alle quattro fontane
3 Convento

Accanto alla chiesa di S.Carlo alle Quattro Fontane è situato il Convento (nella foto 3), il cui ingresso è costituito da un magnifico portale sormontato da un serafino in marmo che sembra sorreggere con le piccole ali un seicentesco mosaico realizzato da Fabio Cristofari e raffigurante l’emblema dell’Ordine, “Cristo che accoglie due schiavi liberati”, uno di pelle bianca ed uno di pelle nera ancora con le catene ed i ceppi ai piedi, intorno al quale appare la scritta “SIGNUM ORDINIS SANCTISSIMAE TRINITATIS ET CAPTIVORUM“, ovvero “Emblema dell’Ordine della Santissima Trinità e degli Schiavi”. Sopra il portale è posto un finestrone sormontato a sua volta dal grande emblema dei Trinitari, nel quale campeggia la croce rossa e blu, sorretto da due angeli. Ai lati si susseguono tre finestre cieche rettangolari raccordate da un oblò centrale.

chiostro del convento
4 Chiostro

Dal portale si accede al chiostro (nella foto 4, raggiungibile anche dalla chiesa), altro capolavoro del Borromini: a pianta ottagonale allungata, presenta l’ordine inferiore costituito da colonne doriche binate collegate da una cornice continua, motivo che si ripropone anche nell’ordine superiore ma con colonne più esili; al centro del cortile è situato un pozzo ottagonale.

L’equilibrio è nelle orecchie

Cristine de Pizan, La Città Delle Dame. Religione e letteratura. Lezione ottobre 2018

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 08:27

Cristine de Pizan, prima giornalista professionista della storia, nacque nel 1365 a Venezia ma visse in Francia tutta la sua vita, alla corte del re. Creò un atelier nel quale i suoi libri venivano copiati miniati e rilegati da sue dipendenti: una vera e propria casa editrice antelitteram. Il suo capolavoro “La città delle Dame”, nel quale Cristine costruisce una città ideale dove mette al sicuro le donne dalle violenze del patriarcato e nel contempo racconta le storie di donne valorose affinché altre possano studiarle e valorizzare i loro talenti.

Audiolibro. “La Città delle Dame”, della scrittrice quattrocentesca Cristine de Pizan, antesignana paladina dei diritti delle donne, ignorata dalle scuole italiane. Scrive Cristine “Le semplici nobili donne hanno sopportato amabilmente le grandi ingiurie loro rivolte, ingiustamente e con pregiudizio, sia con le parole che con gli scritti, da quegli uomini che si “appellano a Dio” per provare che le loro ragioni sono giuste… Siamo venute da te per annunciarti la realizzazione di una cittadella fortificata che tu sei scelta e predestinata a costruire e nella quale abiteranno tutte le donne degne di lode… così mia cara a te tra le donne è affidato il compito di costruire La Città delle Dame, così la tua città diventerà bella senza pari e durerà per sempre

Scritto nei mesi invernali tra il 1404 e il 1405, il Livre de la Cité des Dames (la Città delle Dame) è probabilmente l’opera più famosa di Christine de Pizan.

Venne scritto in risposta ai libri di Giovanni Boccaccio (De mulieribus claris, Sulle donne famose), Jean de Meung (autore del Roman de la Rose, testo del XIII secolo che dipingeva le donne solo come seduttrici) e del filosofo Mateolo, nonché di altri testi avversi alla condizione femminile, intrisa secondo loro solo di dubbio, malinconia e intemperanza. De Pizan ne rimase sgradevolmente colpita e ne fece una questione da discutere a corte.

«Sembrano tutti parlare con la stessa bocca, tutti d’accordo nella medesima conclusione, che il comportamento delle donne è incline ad ogni tipo di vizio»

Scrisse molto e su molti argomenti ma, soprattutto, si batté contro i pregiudizi misogini lamentando che le donne venissero diffamate dagli uomini in molti libri senza aver la possibilità di scrivere a loro volta e dare la loro versione dei fatti

La città sarà il rifugio delle donne virtuose ingiustamente denigrate e per la sua costruzione dama Ragione inviterà ad usare la “zappa dell’intelligenza”, mentre Dama Rettitudine confuterà i pregiudizi che il sapere corrompa, che una donna bella non possa essere virtuosa, che le donne vogliano essere stuprate.
Molto altro si trova in questo libro, e adesso conto di leggere direttamente “la città delle dame”.
C’è da stupirsi che questa grande intellettuale del suo tempo, che ha detto e scritto verità scomode anche per i nostri giorni, sia pressoché scomparsa dai libri di storia?

Christine de Pizan (1365-1431) poetessa, filosofa, scrittrice, è considerata la prima intellettuale di professione nella letteratura europea. Di origini italiane, vivrà a Parigi per tutta la vita, diventando una delle figure più importanti del panorama letterario francese tra XIV e XV secolo. Scrittrice di grande creatività, la sua produzione spazia dalle composizioni poetiche alle opere allegoriche, morali e politiche, con un’attenzione continua all’autorità femminile, che rende la sua scrittura particolarmente attuale. Nel 1429 scrive la prima opera dedicata a Giovanna d’Arco, che qui si traduce e commenta, sull’onda delle recentissime vittorie della Pucelle d’Orléans, in seguito condannata al rogo con l’accusa di eresia e stregoneria. Si tratta di un testo straordinario, poema della luce e della gioia dedicato alla vergine guerriera al culmine del trionfo; la scrittrice interviene con le parole della politica nelle travagliate vicende di un paese devastato dalla guerra, affidando le sue speranze di pace alla figura luminosa di Giovanna d’Arco, incarnazione di quella forza e autorità delle donne, centrale in tutta l’opera di Christine de Pizan.

4 Ottobre 2018

4 ottobre Festa di San Francesco d’Assisi

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 09:16

4 OTTOBRE FESTA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

1977 il governo di Giulio Andreotti faceva saltare sette festività, a cominciare dall’Epifania che tornò a essere segnata in rosso solo dieci anni dopo: Bettino Craxi ripristinò la festa, in attuazione dell’intesa firmata con la Santa Sede per il rinnovo dei Patti lateranensi.

3 Ottobre 2018

Sinodo dei giovani. Lezione ottobre 2018

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE,Senza Categoria — giacomo.campanile @ 07:18

Sinodo dei giovani 2018

Musica e testo inno ufficiale sinodo dei giovani 2018

Un Sinodo dei giovani per cambiare la Chiesa.

La presentazione dell’Assemblea dei vescovi (3-28 ottobre): per la prima volta partecipano anche due presuli cinesi. 267 Padri, 23 esperti, 49 uditori tra cui 34 ragazzi

 

Papa Francesco ha scelto di rivolgere ai giovani il pensiero, la riflessione, la preghiera che tutta la Chiesa porterà avanti nei prossimi mesi. A ottobre 2018 si svolgerà infatti un incontro speciale dei vescovi -detto sinodo- che porterà la Chiesa a prendersi cura delle nuove generazioni, riflettendo sul loro vissuto, la loro vocazione, le loro scelte. Prima di questo incontro tutta la Chiesa, a partire da ogni gruppo e realtà diocesana, vivrà un tempo per ascoltare i propri giovani, coinvolgendoli e rendendoli parte attiva di questo percorso, e per fare il punto sulla proposta di accompagnamento pastorale a loro rivolta.

È un tempo prezioso e arricchente che ci chiama a essere protagonisti perché il Sinodo -letteralmente “camminare insieme”- sia realmente strada condivisa.

1 Ottobre 2018

Damiano David e i Maneskin vincono il festival 2021. Religione e musica.

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 09:24

DAMIANO CITA GIACOMO CAMPANILE IN UN’INTERVISTA

Damiano David canta per il prof. Giacomo Campanile 15 dicembre 2014.Roma Piccolo coro del Montale video

La band sul podio. Il prof. di religione: «I Måneskin, nati nel mio coro»

Intervista rai 2 programma ‘quello che’ 4 novembre 2021 Damiano David e il piccolo coro del Montale

Måneskin, il prof di Damiano: «Nel coro del liceo era già uno showman, ora potrebbero cantare per il Papa»

Carissimi ecco Damiano David il vincitore con i Maneskin del festival di Sanremo 2021. Posso dire umilmente di aver scoperto questo talento tra i miei studenti del liceo Montale. Damiano ha cantato in pubblico per la prima volta nel piccolo coro del Montale il coro che ho diretto per 20 anni. Siamo nella storia della musica Italiana. Sempre lode al Signore.

Foto del miticoLucio Chieruzzi

Potrebbe essere un'immagine raffigurante Damiano David e Giacomo Campanile Lode, persone in piedi e attività all'aperto

IL MIO PROF DI RELIGIONE HA VINTO SANREMO

Potete scrivere le cazzate che volete coi vostri commenti musicali insignificanti, ma solo uno è il vincitore di Sanremo: si chiama

Giacomo Campanile Lode

, amante della musica e umile servo del Signore. Mettetece na pezza va…

Luca Cirimbilla giornalista

Damiano dei Maneskin dal coro del liceo a Sanremo. Il prof: “Torna, ti aspettiamo” video fanpage youtube

Giacomo Campanile, il professore senigalliese che ha scoperto Damiano David dei Måneskin trionfatori a Sanremo: “Era destinato al palco” viveresenigallia


Il prof di Damiano dei Maneskin: Al liceo ha cantato

18 ore fa — Fanpage.it ha intervistato Giacomo Campanile, uno dei professori di Damiano dei Maneskin, la band romana vincitrice di Sanremo.

 

PARLA IL PROF A CUI È DEDICATO IL BRANO DEI MANESKIN “LA PRIMA VOLTA CHE HA CANTATO HA MESSO IN SILENZIO 300 PERSONE”

 Giacomo Campanile è il nome del professore a cui i Maneskin e Damiano in particolare hanno dedicato Zitti e buoni, il brano che ha vinto

I riff di chitarra e gli acuti graffianti di Zitti e buoni, il brano che ha incoronato i Måneskin vincitori del 71° Festival di Sanremo, sono risuonati domenica all’Olimpico, prima del match Roma-Genoa. Elogi ai quatto ventenni sono arrivati anche dalla sindaca Raggi, che ha twittato: «Grandissimi». Dai social ai luoghi che hanno visto gli ex adolescenti muovere i primi passi nel mondo della musica esplode l’entusiasmo. Giacomo Campanile, docente di religione al liceo Montale, a Bravetta, posta su Instagram una foto che lo ritrae accanto a un giovanissimo Damiano, frontman del gruppo: «Ecco il vincitore con i Måneskin del festival di Sanremo 2021 – scrive -. Posso dire umilmente di aver scoperto questo talento tra i miei studenti. Ha cantato in pubblico per la prima volta nel piccolo coro del Montale che ho diretto per 20 anni. Siamo nella storia della musica italiana. Sempre lode al Signore».

Giacomo Campanile è il nome del professore a cui i Maneskin e Damiano in particolare hanno dedicato Zitti e buoni, il brano che ha vinto la 71esima edizione del Festival Di Sanremo. Come hanno detto al ricevimento del Leone d’Oro “Zitti e buoni è il titolo che abbiamo scelto, proprio come quelle parole che il professore ci diceva a scuola, di stare zitti e buoni”.

Un titolo che simboleggia il carattere “ribelle” del quartetto, ventenne, che ha trionfato inaspettatamente all’Ariston.

Quel professore tanto citato dai ragazzi è stato raggiunto da Fanpage e qui ha raccontato lo straordinario successo che ebbe Damiano in tempi non sospetti “La prima volta che Damiano ha cantato al concerto di Natale una canzone di Elton John, ha fatto rimanere in silenzio trecento studenti nell’aula magna della scuola. Ho subito pensato, questo ragazzo ha un futuro, ha talento”.

Damianosi era da poco avvicinato al mondo della musica, con il coro del Liceo Linguistico Eugenio Montale in via di Bravetta gestito dal docente. “Damiano ha cantato con noi da quando aveva quattordici anni fino ai diciassette anni, era un solista” spiega il prof. “Oggi è difficilissimo trovare dei ragazzi che suonano, devo dire che vedere Damiano sul podio mi ha dato molta gioia, con un pezzo rock e duro, che ha la sua carica e una sua originalità”. “Io ho un ricordo positivo di lui, un ragazzo molto buono d’animo, come gli altri tre, sono ragazzi di borgata – dice il professore e aggiunge – spero possa continuare così, a produrre della buona musica che fa bene al cuore e all’anima”.

video fuori di testa

Il cantante dei Maneskin fa arrabbiare i fan: la provocazione di Damiano

Damiano, il cantante dei Maneskin “è un ribelle alla ricerca di spiritualità”

osì lo descrive Campanile, professore di religione e direttore del Coro del liceo che frequentava a Roma. “Non è un caso che sulla coscia si sia tatuato l’immagine di Gesù Cristo”

Alla ricerca di una spiritualità, nel nome di Gesù Cristo, che tiene tatuato sulla coscia: Damiano David, il cantante dei Maneskin, freschi vincitori del Festival di Sanremo 2021, viene raccontato da una persona che lo conosce molto bene.

Si tratta di Giacomo Campanile, storico professore di religione del Liceo Linguistico “Eugenio Montale” di Roma, la scuola che ha frequentato Damiano David.

Il Piccolo coro del Montale

Campanile, scrive Avvenire (10 marzo), che può affermare, senza smentita, di aver visto nascere e crescere musicalmente il frontman della rock band romana. «Non ero neanche il suo prof. di religione, ma ho avuto il piacere di inserire Damiano in quella che considero una mia creatura, il “Piccolo coro del Montale“», ricorda il professore. Damiano David ci entrò quando era iscritto alla classe I N.

«Quel coro è nato apposta per ragazzi come lui, perché ho capito che una sola ora di religione non mi consentiva di instaurare un dialogo più ampio con le ultime generazioni, come invece poi sono riuscito ad aprire con l’arte. Infatti alle visite alle basiliche di Roma, lo stesso Damiano era sempre presente».

Damiano: non solo un ribelle

Il futuro cantante dei Maneskin è sempre stato così ribelle?, domanda Avvenire. Il professore Campanile risponde così: «Io ho conosciuto un ragazzo con una grande passione per la musica e anche profondamente alla ricerca di una sua spiritualità. Non è un caso che sulla coscia si sia tatuato l’immagine di Gesù Cristo».

«Che fosse un predestinato a salire su un palco e cantare davanti a milioni di persone – prosegue – l’abbiamo capito quel giorno che nell’aula magna del Liceo intonò “Your song” di Elton John…Oh, venne giù la scuola. Un trionfo, le ragazzine non volevano più lasciarlo andar via».

Lasciò la scuola per i Maneskin

Dopo però decise di abbandonare la scuola, senza neanche diplomarsi. «In terzo venne bocciato: non studiava, pensava solo a cantare». E poi in quarto, quando Damiano si unì agli altri tre Maneskin (Victoria, Thomas e Ethan), di cui poi è diventato il cantante, abbandonò il Liceo.

«Prima di andarsene – ricorda il professore – mi fece ascoltare “Chosen” con cui si presentarono a X Factor ( 2° posto nell’edizione del 2017). Sentire quel brano, un pezzo funky che si apriva con il Dies Irae-Requiem di Mozart, mi aprì il cuore e mi diede la certezza che questi ragazzi sarebbero arrivati molto, ma molto in alto». Detto fatto. Eccolo qui, con i suoi Maneskin, trionfante con “Zitti e Buoni” al Festival di Sanremo.

Maneskin, parla il prof di Damiano: “Cantava nel mio coro, è sempre stato un leader”  GIORNALE DI SICILIA

Il successo dei Måneskin a Sanremo: il ricordo del professore Giacomo Campanile per Damiano David

 

            Intervista Giacomo Campanile Vivere Senigalia 11 marzo 2021

Quando e come nasce la tua passione per la musica?

Salve a tutti. La mia passione per la musica è nata verso i 14 anni, quando ho comprato la mia prima chitarra la mitica Eko Ranger dodici corde a 200000 lire al negozio d Priori vicino alla Chiesa di San Martino a Senigallia.

 Ho cominciato ha suonare la chitarra nella bellissima Chiesa di San Martino con gli scout animando le celebrazioni liturgiche. La mia passione per le chitarre continua ancora, ora ho ben 13 strumenti per suonare i diversi generi musicali Jazz, Classica, Rock, Funk…. ( Andate a vedere le mie amate chitarre nel mio sito. https://www.giacomocampanile.it/?cat=94)

Dal 1984-1985  Ho Baccelierato in Teologia conseguito presso l’Istituto Teologico Marchigiano. Con una tesi  “La conoscenza di Dio in Dionigi pseudo-areopagita” diretta dal prof. Natalizi.

1987-1988  Licenza in Ecclesiologia conseguita presso la Pontificia Università Lateranense. Con una tesi con titolo : “Lo Spirito Santo e la Chiesa nel capitolo I della Lumen Gentium costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II”   Relatore della tesi: mons. Brunero Gherardini.

1994  il Dottorato in Ecclesiologia presso la PUL.  Con una tesi con titolo: “Ecclesiologia di B.Gherardini” con Relatore: mons. Marcello Semeraro ora Cardinale.

Sono  compositore di musica sacra e Insegnante di Religione Cattolica dal 1986, oggi presso il Liceo Classico “E. Montale” di Roma

Ha inciso la cassetta con il titolo “Mia Forza e mio canto” 1981. Nel 1983 la musicassetta ” Vieni a salvarmi” pubblicata dalla LDC di Torino. Ha prodotto un CD Musicale nel 1998 con il titolo ” Il Vivente”. Nel 2000 ha inciso  con il Piccolo coro del Montale il cd musicale “COMPILATIO 2000”.

Sono stato direttore del Piccolo Coro degli studenti del Montale dal 1996 al 2016. Ho collaborato con musicisti  affermati a livello italiano sia in campo jazzistico che della musica classica:

Manzi Massimo batterista, Ovidio Urbani Sassofonista, Mauro Mencaroni batterista, Fortunato Francesco contrabbassista, Giordano Santini contrabbassista, Giovanni Kostko  flautista,Stefano Olivi, Mauro Balducci flautisti, Claudio Attardi pianista

Ho svolto l’attivita concertistica in Italia in città quali: Bologna, Ferrara di MonteBaldo, Senigallia, Napoli, Torre del Greco, Loreto, Ostra Vetere, Corinaldo,Roma, Ostra

Il Piccolo coro del Montale, era composto da studenti  e docenti del Liceo classico “E. Montale” amanti della musica.

Il coro ha indirizzato il proprio repertorio soprattutto verso la musica sacra e le canzoni popolari contemporanee, utilizzando strumenti quali batteria, basso el., chitarre e  tastiere per accompagnare il canto . Ha svolto l’attività concertistica in occasione di significativi eventi sociali e religiosi.

Come hai vissuto la finale di Sanremo?

Non ho visto la finale per che preso nei festeggiamenti della mia amata nipote Margherita.

Ti aspettavi questo risultato da parte di Damiano?

Sinceramente no perché nella prima serata che ho seguito, erano arrivati tredicesimi. Però le scommesse del prima del festival davano la vittoria ai Maneskin o a Fedez .

Quanta la felicità e la soddisfazione personale nel vedere la vittoria di un tuo ex studente?

Tantissima gioia nel mio cuore, mi sembrava un sogno.

Quali sono i tuoi ricordi di lui?

Damiano David entro nel Piccolo coro del Montale quando era iscritto alla classe I N. Quel coro è nato apposta per ragazzi come lui, perché ho capito che una sola ora di religione non mi consentiva di instaurare un dialogo più ampio con le ultime generazioni, come invece poi sono riuscito ad aprire con l’arte – le visite alle basiliche di Roma con lo stesso Damiano sempre presente, come vede nella foto – , con la musica e anche con i social.

 Come ce lo racconteresti sotto il suo profilo personale e umano?

 Io ho conosciuto un ragazzo con una grande passione per la musica e anche profondamente alla ricerca di una sua spiritualità. Non è un caso che sul corpo si sia tatuato l’immagine di Gesù Cristo

Che fosse un predestinato a salire su un palco e cantare davanti a milioni di persone l’abbiamo capito quel giorno che nell’aula magna del Liceo intonò Your song di Elton John… Oh, venne giù la scuola. Un trionfo, le ragazzine non volevano più lasciarlo andar via. E invece Damiano poi se ne andò, e senza neanche diplomarsi. «In terzo venne bocciato: non studiava, pensava solo a cantare. E poi in 4°, quando si unì agli altri tre Måneskin (Victoria, Thomas e David) abbandonò il Liceo. Prima di andarsene però mi fece ascoltare Chosen con cui si presentarono a X Factor ( 2° posto nell’edizione del 2017). Sentire quel brano, un pezzo funky che si apriva con il Dies Irae-Requiem di Mozart, mi aprì il cuore e mi diede la certezza che questi ragazzi sarebbero arrivati molto ma molto in alto». I Måneskin infatti da allora hanno scalato le classifiche

Come vedi il suo avvenire?

Se sapranno gestirsi i Måneskin possono essere portatori di un messaggio forte per i giovani, possono testimoniare che attraverso la musica si può intraprendere una strada che cambia la vita in meglio

Hai obiettivi e ambizioni per il futuro?

Il futuro è nelle mani di Dio, certamente continuare la mia missione quella di trasmettere la gioia e la lode attraverso l’insegnamento, la musica, l’arte e la cultura.

Gli esorcisti accusano Sanremo: “Religioso mischiato al demoniaco”
Durissime invettive dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti e del vescovo di Ventimiglia-Sanremo contro Achille Lauro e Fiorello per le loro “performance” all’Ariston.

Esorcisti, vescovi e fedeli cattolici all’attacco del festival di Sanremo 2021. Si è conclusa da poche ore la settantunesima edizione del concorso canoro nazionale più importante ma non si attenuano le polemiche per i contenuti proposti durante le cinque serate condotte dalla coppia Amadeus – Rosario Fiorello.

Gli ultimi a scendere in campo sono stati i componenti dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti, unico ente in materia riconosciuto ufficialmente dal Vaticano.

“Mentre l’umanità sta attraversando un periodo caratterizzato dal dolore e dalla sofferenza a causa della pandemia, sul palco dell’Ariston si è raggiunto un livello di dissacrazione, di blasfemia e di vilipendio della fede cattolica davvero inaccettabile”, ha scritto l’Associazione, rimarcando che le esibizioni “hanno leso la sensibilità e il credo di milioni di italiani e dei fedeli di tutto il mondo”.

Questa edizione del Festival, il primo della storia senza pubblico in sala, per gli esorcisti ha prodotto “una vera e propria escalation, dalla trasgressione estrema all’estremismo del ‘godimento’, il tutto veicolato da immagini, simboli e testi dove al sacro, e addirittura ad un ‘finto sentimento religioso’, si mischia il demoniaco”.

Riferendosi alla “performance” di Achille Lauro, andata in onda durante la seconda serata del Festival, gli esorcisti, dopo aver ricordato le parole della serata, hanno attaccato il cantante parlando di “travestimenti dissacranti”, scimmiottamento di contenuti “tra i più sacri della fede Cattolica; dalla corona di spine di Cristo, al suo Sacro Cuore, alla stessa Vergine Maria, poi diffuse e pubblicate sulle copertine delle più svariate riviste divulgative di mezzo mondo”.

Per gli esorcisti si è trattata di una “modalità che non fa mistero del suo obbiettivo di offendere, ferire e oltraggiare volutamente il sentimento religioso di chi vive la sua fede senza ricorrere a strategie di odio e di offesa nel difenderla. Cosa nasconde tutto ciò?”. Per i poco più di 400 esorcisti del mondo affiliati all’Aie, coadiuvati da 124 ausiliari, le esibizioni di Achille Lauro non possono essere definite “culturali” e “ancor meno educative per le giovani generazioni, e non solo, sempre più vittime di messaggi mediatici inneggianti a pseudo-valori di libertà e diritti”.

 

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