Secondo la ricerca, condotta per tre anni a un costo di quasi due milioni di sterline, esiste nella mente umana una predisposizione a vedere il mondo attraverso il filtro del trascendente.
“Questo significa che non si può separare la religione dalla vita pubblica”, ha detto al Times Roger Trigg, filosofo e co-diretttore del progetto all’Ian Ramsy Centre della facoltà di Teologia dell’ateneo britannico. Secondo Trigg è tuttavia una semplificazione se si afferma che la mente umana è “programmata” per credere in Dio.
Il progetto, coordinato anche da Justin Barrett, un antropologo, ha coinvolto 57 ricercatori che hanno condotto 40 studi in 20 paesi esaminando società religiose e senza Dio. In uno di questi, i ricercatori hanno ipotizzato che nella prima infanzia è più facile credere in qualità sovraumane che accettare le limitazioni della condizione umana. I
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Questo è un articolo pubblicato sul giornale del 14/05/2011 – 117 letture – 0 commenti