25 Gennaio 2016
22 Gennaio 2016
Basilica San Giovanni in Laterano a Roma
lateranolode sangiovannilode
LA POTENZA DI GESÙ CRISTO
CANTO DELL’AMICIZIA
Canto dell’amicizia voce chitarra
Borromini a San Giovanni in Laterano
SAN GIOVANNI IN LATERANO
6-11-17. 2R. San Giovanni in Laterano. Roma
L’Arcibasilica Laterana o Lateranense, meglio nota come San Giovanni in Laterano, è la Cattedrale della diocesi di Roma, sita sul colle del Celio, e la sede ecclesiastica ufficiale del Papa, contenendovi la Cattedra papale o Santa Sede. È inoltre la prima delle quattro basiliche papali e la più antica ed importante basilica d’Occidente
La Scala Santa di Roma
La più celebre e visitata scala santa, meta di pellegrinaggio da parte dei cattolici, è quella che si trova a Roma, facente parte di un complesso denominato Santuario della Scala Santa nelle immediate adiacenze della basilica di San Giovanni in Laterano.
Si tratterebbe della scala stessa salita da Gesù, che sarebbe stata trasportata a Roma da Sant’Elena Imperatrice, madre di Costantino I, nel 326.
-
la cappella di San Lorenzo in Palatio, detta Sancta Sanctorum, cioè la cappella privata del papa, vescovo di Roma, fino agli inizi del XIV secolo; è in questa cappella che è custodita l'”Acheropita lateranense”, ossia la pala d’altare della cappella papale
-
Il Triclinium Leoninum (detto anche Nicchione del Laterano) è un singolare resto di un antico triclinio fatto costruire da papa Leone III, prendendo a modello una sala del palazzo imperiale di Costantinopoli.
Il Battistero Lateranense
Il Battistero lateranense, il cui titolo è San Giovanni in Fonte al Laterano, è un luogo di culto cattolico di Roma, a pianta centrale, opera di architettura paleocristiana, modello e archetipo dei battisteri edificati nella cristianità per tutto il medioevo.
Obelisco lateranense
L’Obelisco Lateranense è uno dei tredici obelischi antichi di Roma ed è situato in piazza San Giovanni in Laterano. Con la sua altezza di 32,18 m (con il basamento e la croce raggiunge i 45,70 m) è l’obelisco monolitico più alto del mondo[1].
Fu realizzato all’epoca dei faraoni Tutmosis III e Tutmosis IV (XV secolo a.C.) e questo lo rende l’obelisco più antico di Roma. Proviene dal tempio di Ammone a Tebe (Karnak) in Egitto. Fu portato a Roma per volere dell’imperatore Costanzo II nel 357 ed eretto dal praefectus urbi Memmio Vitrasio Orfito sulla spina del Circo Massimo, dove già si trovava l’obelisco Flaminio.
Venne ritrovato in tre pezzi nel 1587, insieme all’obelisco Flaminio, e fu eretto nella sua attuale collocazione nel 1588 dall’architetto Domenico Fontana per volontà di papa Sisto V.
18 Gennaio 2016
ELOGIO DELLA LODE. H.SUSO
lodelode
elogio della lode. Dialogo tra l’eterna saggezza e il suo servitore di come lodare Dio.
Il mio inno di lode sale fino alle creature celesti fino ai santi ma non ti raggiunge perché tu risiedi ancora più in alto.
Attraverso il cielo e la terra le valli degli abissi le foreste i prati e tutte le creature che incontro sono un dolce inno in tua lode.
Quando penso che sei tu il lodevole bene che la mia anima ha eletto al suo unico amore ossignore in quell’istante il mio cuore sembra che scoppi di gioia. Ti lodano le rane dei Fossi seppur il loro canto è un Grachi dar stucchevole.
Eterna saggezza. Tutti mi lodano con belle parole ma il loro cuore è assai lontano delle loro Lodi poco mi importa tutti mi lodano quando stanno bene ma quando soffrono si scordano di. Apprezzo invece le lodi di chi mi onora nella buona come nella cattiva sorte.
Il servitore. Sia come sia io tua povera creatura voglio lodarti finché avrò fiato se dovessi perdere l’uso della parola vorrei darti prova della mia lode con un dito.
Quando il corpo sarà polvere voglio che il vento sollevi la polvere e la porti a te in segno di lode superando gli ostacoli più impervi.
Eterna saggezza. Chi mi segue nelle virtù e ripara dai peccati mi loda nel modo migliore ma se tu desideri la più somma lode ascolta.
Servitore. O Signore mio in che cosa posso trovare maggiori motivi per lodarti?
Non so da quale altura il bene scaturisca lassù forse ti lodano gli alti cedri del Libano gli spiriti celesti e le anime angeliche eppure anch’io sebbene mi senta solo un piccolo cardo voglio partecipare della tua lode. Ho Signore una cosa ancora desidero sapere come la mia naturale nobiltà d’animo sarà inclusa nella tua?
Eterna saggezza. Se non sei capace di riconoscere l’incidenza sul tuo animo della natura o della grazia secondo quando insegna l’esatta dottrina quando sei allegro quando la tua anima trova qualcosa di bello rivolgiti a Dio e porta gli Induno questo tuo sentimento in segno di lode egli è il Signore della natura come della grazia.
Servitore.
Ho Signore come faccio a includere nella mia lode anche il rifiuto degli spiriti malvagi?
Eterna saggezza. Ricordati di queste parole Signore ogni volta che uno spirito maligno mi suggerisce di fare o dire cose che sono contro la mia volontà accogli la mia povera lode consumo compiacimento essa è la lode che lo spirito maligno ti avrebbe tributato se fosse esistito.
Servitore. Tutta la mia anima è ancora bramosa di lodarti adorato Signore al risveglio vorrei che anche gli occhi si aprisse anche il mio cuore è si accendesse un ardente fiaccola insegno di lode. Nutrita delle sempiterni fiamme dell’amore ardente con cui amato il Figlio Tuo e vorrei che tale lode se suonasse così dolcemente e profumasse di inebriante profumo di nobili Spezie.
Desidero che la fiaccola dell’amore che nutro per te brilli per sempre e che si alimenti delle mie preghiere come dei canti i pensieri delle parole e delle opere affinché tenga lontani tutti i miei amici e scacci tutte le malattie così che la grazia e abbia maggior lustro è la fine della notte temporale sia l’inizio della lode senza. Amen
Il Perdono. Le sette opere di misericordia corporali e spirituali. LEZIONE marzo 2020
Le opere di misericordia sono quelle richieste da Gesù nel Vangelo (Matteo 25) per trovare misericordia (ossia perdono per i nostri peccati) ed entrare quindi nel suo Regno.
CANTO DOVE TROVEREMO TUTTO IL PANE
LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE
1 – Consigliare i dubbiosi 2 – Insegnare agli ignoranti 3 – Ammonire i peccatori 4 – Consolare gli afflitti 5 – Perdonare le offese 6 – Sopportare pazientemente le persone moleste 7 – Pregare Dio per i vivi e per i morti
LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE
1 – Dar da mangiare agli affamati 2 – Dar da bere agli assetati 3 – Vestire gli ignudi 4 – Alloggiare i pellegrini 5 – Visitare gli infermi 6 – Visitare i carcerati 7 – Seppellire i morti
Le sette opere di misericordia spirituale
Consigliare i dubbiosi.
Insegnare agli ignoranti.
Ammonire i peccatori.
Consolare gli afflitti.
Perdonare le offese.
Sopportare pazientemente le persone moleste.
Pregare Dio per i vivi e per i morti.
Le Sette opere della Misericordia è il soggetto di un dipinto del pittore italiano Michelangelo Merisi da Caravaggio, realizzato tra la fine del 1606 e l’inizio del 1607 e consegnato ai committenti il 9 gennaio di quell’anno. L’opera è conservata presso il Pio Monte della Misericordia di Napoli ed è la rappresentazione delle “sette opere di Misericordia corporali”.
La Congregazione del Pio Monte comprendeva tra i suoi aderenti anche Luigi Carafa-Colonna appartenente alla famiglia che protesse la fuga di Caravaggio da Roma. Proprio per questo istituto fu commissionata ed eseguita la tela delle “Sette opere di Misericordia”.
L’opera in questione si rivelerà cardine per la pittura in sud Italia e per la pittura italiana in genere, la cui composizione, rispetto alle pitture romane, è più drammatica e concitata, non esistendo più un fulcro centrale dell’azione.
Presso il Pio Monte della Misericordia è conservato, inoltre, il mandato di pagamento a favore del Caravaggio, secondo il quale al pittore sarebbero spettati 370 ducati a saldo dei 400 totali pattuiti.
L’opera ebbe da subito un tale successo, che la stessa Congregazione del Pio Monte stabilì che il dipinto non potesse “essere venduto ad alcun prezzo” e dovesse “essere sempre conservato nella suddetta chiesa” , ed addirittura autorizzandone la copia solo a pochi artisti (tra cui Battistello Caracciolo).
L’opera ha una composizione serrata, che concentra in una visione d’insieme diversi personaggi, ma può essere confusa con una semplice scena di genere, tant’è vero che sembra ambientata in un tipico vicolo popolare di Napoli. Sulla parte superiore del dipinto, a supervisionare l’intera scena che si svolge nella parte bassa, vi è la Madonna col Bambinoaccompagnata da due angeli.
Le sette opere di misericordia sono nella tela del Merisi così raffigurate:
“Seppellire i morti”: è raffigurato sulla destra con il trasporto di un cadavere di cui si vedono solo i piedi, da parte di un diacono che regge la fiaccola e un portatore.
“Visitare i carcerati” e “Dar da mangiare agli affamati”: sono concentrati in un singolo episodio: quello di Cimone (Valerio Massimo, “Factorum et dictorum memorabilium”, IX, 4, ext. 1), che condannato a morte per fame in carcere, fu nutrito dal seno della figlia Pero e per questo fu graziato dai magistrati che fecero erigere nello stesso luogo un tempio dedicato alla Dea Pietà. Sullo stesso luogo fu poi edificata la Basilica di San Nicola in Carcere.
“Vestire gli ignudi”: appare sulla parte sinistra concentrato in una figura di giovane cavaliere (un San Martino di Tours) che fa dono del mantello ad un uomo dalla posa michelangiolesca visto di spalle; allo stesso santo è legata la figura dello storpio in basso nell’angolo più a sinistra: anche questo episodio è un riferimento alla agiografia di Martino, un emblema del “Curare gli infermi”.
“Dar da bere agli assetati”: è rappresentato da un uomo che beve da una mascella d’asino, Sansone, perché nel deserto bevve l’acqua fatta sgorgare miracolosamente dal Signore.
“Ospitare i pellegrini”: è riassunto da due figure: l’uomo in piedi all’estrema sinistra che indica un punto verso l’esterno, ed un altro che per l’attributo della conchiglia sul cappello (segno del pellegrinaggio a Santiago de Compostela) è facilmente identificabile con un pellegrino.
Alcuni particolari di notevole fattura da notare sono: la goccia di latte sulla barba del vecchio (Dar da mangiare agli affamati); i piedi lividi del cadavere che spuntano dall’angolo (Seppellire i morti); l’ombra che le figure celesti proiettano sulla prigione, a indicare una presenza concreta e terrena.
SEPPELLIRE I MORTI
VISITARE I CARCERATI
“Dar da mangiare agli affamati”
VESTIRE GLI IGNUDI
CURARE GLI AMMALATI
DAR DA BERE AGLI ASSETATI
OSPITARE I PELLEGRINI
Madonna col Bambino attorniata da due angeli