Maria non è un mito, né un’astrazione, come mostrano i tratti profondamente ebraici della sua personalità di donna nutrita della spiritualità dell’ascolto, che fa nella storia la grandezza del popolo ebraico: “Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno” (Dt 6,4). Maria non è un caso dell’universale, ma la «Virgo singularis», la donna irripetibile nella sua storicità unica, il concreto femminile della persona, che l’Eterno ha eletto per la rivelazione del Mistero, «benedetta fra tutte le donne», come è «benedetto il frutto del suo grembo», Gesù (cf. Lc 1,42).
Non si tratta di sviluppare un’«ontologia del femminile», partendo dalla figura di Maria: i rischi di astrattezza di una simile ricerca dell’«eterno femminino» (Goethe) sono stati giustamente denunciati dal pensiero femminista. Si tratta piuttosto di indagare il mistero racchiuso in ogni donna, e quindi reciprocamente in ogni essere umano, a partire dal «caso» assolutamente singolare, che è la «Vergine Madre, figlia del suo Figlio».
Il significato universale di Maria, insomma, sta o cade con la sua singolarità di donna concreta: quanto più questa singolarità femminile sarà colta, tanto più il suo valore di archetipo per la dimensione femminile dell’essere umano si lascerà percepire e il mistero in lei riposto si farà penetrare.
Proprio così, nel cuore dell’estate, la celebrazione dell’assunzione di Maria diventa un richiamo a rispettare la dignità di ogni donna, a valorizzarne il mistero, a umanizzare il mondo rendendolo più accogliente nell’irripetibilità di ciascuno e nella reciprocità delle relazioni di vita e d’amore, che fanno la storia di tutti.
È questo gioco di visibile concretezza e d’invisibile profondità, che fa parlare di Maria come di un’icona del Mistero: in lei si offre il duplice movimento, che ogni icona tende a trasmettere, la discesa e l’ascesa, l’antropologia di Dio e la teologia dell’uomo. In lei risplende l’elezione dell’Eterno e il libero consenso della fede in Lui.
Celebriamo oggi il mistero dell’Assunzione. Alla fine del suo passaggio sulla terra, la Madre del Redentore, preservata dal peccato e dalla corruzione, è stata elevata nella gloria in corpo e anima vicino a suo Figlio, nel cielo. La tomba vuota di Maria, immagine della tomba vuota di Gesù, significa e prelude alla vittoria totale del Dio della vita sulla morte, quando alla fine del mondo farà sorgere in vita eterna la morte corporale di ognuno di noi unita a quella di Cristo. L’Apocalisse ci mostra “un segno grandioso del cielo”: la Donna che ha il sole per mantello, e una corona di stelle. Invincibile con la grazia di Dio di fronte al nemico primordiale. “Figura e primizia della Chiesa”. Primizia nel dolore della maternità al servizio della Redenzione. Primizia nel destino della gloria.
L’mmagine è uno delle più belle rafigurazioni della Madonna Assunta. Pinturicchio, allievi, Assunzione, Chiesa s.Maria del Popolo, Cappella Basso della Rovere
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