14 Aprile 2009

PLOTINO. Filosofo greco, neoplatonismo antico. PORFIRIO

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE,Religione — giacomo.campanile @ 11:17

Filosofo greco (n. Licopoli, Egitto, 203-206 – m. in Campania 269-270), massimo rappresentante del neoplatonismo antico. P. è autore delle Enneadi, cioè di sei gruppi di nove scritti ciascuno, raccolti da Porfirio. P. riprende le formulazioni più tarde del pensiero platonico e sviluppa l’idea della discesa graduale dal divino al mondano, dall’Uno al molteplice.

VITA
Fonte principale per la sua biografia è la Vita che di lui scrisse il suo scolaro Porfirio; altri elementi forniscono Eunapio, nelle sue Vitae sophistarum, e il lessico di Suida. A ventotto anni si dedicò agli studi filosofici, e divenne dopo qualche tempo scolaro di Ammonio Sacca, che la tradizione designa come iniziatore del neoplatonismo classico e che certo ebbe influenza decisiva sulla formazione speculativa di Plotino. Nel 242, nell’intento di prendere conoscenza della filosofia persiana, prese parte alla spedizione dell’imperatore Gordiano contro la Persia ma, per l’insuccesso della spedizione, dovette riparare ad Antiochia. Si recò allora a Roma dove, quarantenne, iniziò la sua attività didattica, divenendo famoso non solo tra coloro a cui più direttamente si dirigeva il suo insegnamento, ma anche tra il popolo, che vedeva in lui un esempio di superiore serenità e saggezza e ricorreva a lui per consiglio e per la risoluzione di controversie: non pochi, morendo, gli affidarono persino la tutela dei figli. Dopo ventisei anni d’insegnamento P. si ritirò, malato, da Roma nella villa di un suo scolaro in Campania, e vi morì.

OPERE E PENSIERO
L’interesse che il suo insegnamento destava nell’alta società romana richiamò d’altronde su P. il favore dell’imperatore Gallieno e dell’imperatrice Salonina; e fu per tale protezione imperiale che P. poté concepire, senza peraltro poter realizzare, il progetto di uno stato ideale secondo l’ultima e più matura forma che gli aveva data Platone. Sul modello delle Leggi doveva infatti essere fondata, o richiamata in vita, e costituzionalmente organizzata una città, che avrebbe assunto il nome di Platonopoli e in cui si sarebbe naturalmente trasferito P. con i suoi seguaci.

L’opera di P. è costituita dalle Enneadi, cioè da sei gruppi di nove scritti ciascuno, raccolti da Porfirio. Il neoplatonismo plotiniano, che del pensiero platonico riprende specialmente le formulazioni più tarde, sviluppa l’idea della discesa graduale dal divino al mondano, dall’Uno al molteplice. Tale discesa si configura per P. come una emanazione, cioè come un processo onde ogni realtà molteplice dell’universo discende dall’assoluta unità di Dio, senza peraltro che questa deroghi in nulla dalla sua purissima trascendenza e sia in alcuna misura diminuita da tale derivazione. Secondo l’immagine a cui spesso ricorre P., il principio divino è come la realtà luminosa, da cui la luce si diffonde incessante senza che per ciò a quella realtà venga meno neppure la minima parte della sua sostanza: donde il nome di «effulgurazione», che viene usato talvolta per fornire all’idea dell’emanazione una maggior evidenza intuitiva. L’incondizionata perfezione e trascendenza del principio divino è concepita, nel modo più rigoroso, come quel puro ente eleatico, il cui carattere di assoluta unità era stato messo in primo piano dallo scolaro di Parmenide, Zenone. Escludendo da sé ogni molteplicità, il supremo principio dell’Uno è immune anche dalla primordiale dualità che nel Dio aristotelico, «pensiero del pensiero», pone a fronte e identifica la consapevolezza divina e il suo stesso contenuto; essa, per tale suo carattere di elementarissima geminazione dell’unità originaria, deve anzi apparire quale primo momento derivato, nel processo dell’emanazione. Dalla suprema trascendente e ineffabile Unità discende così l’intelletto (νούς) in cui essa si sdoppia nella duplicità del pensante e del pensato, concetto in cui confluisce la visione aristotelica di Dio sopra ricordata e quella platonica del «mondo intelligibile» (κόσμος νοητός). Tale mondo intelligibile si rispecchia a sua volta nell’anima (ψυχή), terza e ultima ipostasi nel processo emanativo, realtà intermedia tra la mortalità del corporeo e l’immortalità dell’intelligibile, concepita da P. anche nel senso stoico come universale vitalità informante mediante le idee (chiamate, in riferimento a tale funzione, λόγοι σπερματικοί, rationes seminales) il mondo materiale. L’Uno, l’Intelletto e l’Anima universale sono dunque le tre «ipostasi» (ὑποστάσεις, e cioè, anche etimologicamente, substantiae, realtà sussistenti in sé come ideale fondamento di tutte le altre), che nel neoplatonismo plotiniano, conciliante nella sua sintesi le più importanti concezioni della metafisica e della gnoseologia precedenti, manifestano il processo di discesa dal principio supremo fino ai limiti del sensibile. Oltre tali ipostasi è solo la materia, indeterminata e indefinibile, puro non essere e tenebra, in quanto privazione di luce. Il concetto dell’emanazione, per cui il supremo principio, pur permanendo chiuso nella sua trascendente perfezione, si moltiplica dando luogo alle realtà inferiori, si presenta, nella formulazione plotiniana, come un originale compromesso tra la teologia ellenica e la teologia cristiana che afferma l’azione di Dio nel mondo, operante come volontà creatrice, donde il vasto influsso di P. sulla stessa patristica greca e sul pensiero cristiano in generale. In campo etico, riprendendo le concezioni platoniche e aristoteliche, P. afferma la superiorità della teoria sulla prassi e indica nella contemplazione il modo di attuazione di quella assimilazione al divino che costituisce il fine ultimo dell’umano operare, mentre nell’intuizione del primo principio culmina l’ascesa etica che, progredendo dalle virtù etiche a quelle dianoetiche, si attua come ritorno all’Uno di ciò che dall’Uno ha tratto origine. Ma d’altronde, in quanto l’Uno trascende ogni determinazione logica, la sua intuizione non potrà essere una conoscenza razionale (alla quale è necessariamente connessa la pluralità nella distinzione di soggetto e oggetto), ma si attuerà misticamente, come slancio d’amore e completa dedizione, nell’uscita dell’individuo da sé stesso (ἔκστασις).

porfirio: un ponte tra filosofia antica e cristianesimo
Porfirio è stato uno dei più importanti filosofi neoplatonici, attivo alla fine del III secolo d.C. Le sue opere rappresentano un ponte cruciale tra la filosofia greca antica e la teologia cristiana nascente, influenzando profondamente il pensiero successivo.
Le principali opere di Porfirio:
* Isagoge: Probabilmente l’opera più famosa, è un’introduzione alla logica aristotelica, diventata un testo fondamentale per lo studio della filosofia per secoli.
* Vita di Plotino: Una biografia del suo maestro, Plotino, che offre un’immagine preziosa del neoplatonismo e delle sue pratiche.
* Contro i cristiani: Un’opera polemica, in 15 libri, in cui Porfirio critica il cristianesimo, analizzandone le scritture e le credenze.
* Sentenze: Una raccolta di aforismi e massime di carattere etico e filosofico.
* Astinenza dagli animali: Un trattato in cui Porfirio difende il vegetarianismo, basandosi su argomenti filosofici e religiosi.
* L’antro delle ninfe: Un dialogo immaginario in cui Porfirio esplora temi legati alla natura, alla divinità e all’anima.
* Sui simulacri: Un’analisi dei simboli e dei riti religiosi, in cui Porfirio cerca di conciliare la filosofia con la religione popolare.
L’importanza di Porfirio
L’opera di Porfirio è stata fondamentale per la trasmissione del pensiero di Platone e Aristotele al Medioevo. Le sue interpretazioni hanno influenzato sia i filosofi cristiani che quelli islamici. Inoltre, Porfirio ha lasciato un’impronta indelebile nello studio della filosofia, della teologia e della filologia.
Temi ricorrenti nelle opere di Porfirio:
* La purificazione dell’anima: Porfirio, come altri neoplatonici, credeva nella possibilità di purificare l’anima attraverso la filosofia e la pratica religiosa, al fine di raggiungere l’unione con il divino.
* Il rapporto tra filosofia e religione: Porfirio cercava di conciliare la filosofia greca con le religioni misteriche e con il cristianesimo, cercando di trovare un fondamento razionale per la fede.
* La critica alla cultura materiale: Porfirio era critico nei confronti della cultura materiale e dei piaceri sensuali, che considerava ostacoli alla realizzazione spirituale.
Perché studiare Porfirio?
* Per comprendere il neoplatonismo: Porfirio è uno dei principali rappresentanti del neoplatonismo, una corrente filosofica che ha avuto un’influenza profonda sulla cultura occidentale.
* Per conoscere le origini del pensiero medievale: Le opere di Porfirio sono state fondamentali per la formazione del pensiero medievale, sia in ambito cristiano che islamico.

7 Comments »

  1. 1) la croce, la colomba, l’uovo, l’agnello, il coniglio e l’ulivo

    2) la croce greca, latina, di S. andrea, celtica e tau

    Comment by martina 2D — 15 Aprile 2009 @ 12:19

  2. 1) i simboli sono: la colomba, il coniglio, l’uovo, la croce,l’ulivo…
    2)ci sono croce greca, latina, celtica, a tau e quella di sant andrea

    , latina,celtica, a tau,

    Comment by Jessica Giancamilli & Sara Stanco — 15 Aprile 2009 @ 12:20

  3. 1) la croce, l’uovo, l’agnello,la colomba, l’ulivo, il coniglio
    2) croce greca, tau, celtica,s.andrea,s.francesco,latina,avelliana,egiziana,ortodossa, trifogliata,patriarcale,potenziata o di Gelusalemme

    LODEE =)

    Comment by maria flavia fuccelli & eleonora baruffi IID — 15 Aprile 2009 @ 12:23

  4. RISPOSTE:
    1) i simboli della Pasqua sono: la croce, la colomba, l’uovo, il coniglio, agnello
    2) ci sono vari tipi di croce: greca, latina, celtica, di S Andrea, e tau

    Comment by laura2d — 15 Aprile 2009 @ 12:24

  5. 1.I simboli sono:l’ulivo,la colomba,l’agnello,la croce,il coniglio
    2.greca,latina,egizia,tau,di S.Andrea,celtica,ortodossa,di Gerusalemme

    Comment by Carlotta Bichiri II D — 15 Aprile 2009 @ 12:27

  6. 1)i simboli della Pasqua sono: l’agnello, la colomba, la croce, il coniglio e l’uovo

    2) i tipi di croce: greca, latina, tau, celtica, s.Andrea, S. Francesco, egiziana, ortodossa

    Comment by Claudia Luchetti e Sara Barzellotti II D — 15 Aprile 2009 @ 12:29

  7. i simboli sono la colomba, l’ulivo, l’agnello,l’uovo
    i vari tipi di croce sono : greca, latina, celtica, ortodossa,egiziana

    Comment by Marzia — 15 Aprile 2009 @ 12:30

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