3 Maggio 2009

Roma e la via Francigena

Filed under: articoli — giacomo.campanile @ 21:00

La Via Francigena, Francisca o Romea, è parte di un fascio di percorsi, detti anche vie romee, che dall’Europa occidentale, in particolare dalla Francia, conducevano nel Sud Europa fino a Roma proseguendo poi verso la Puglia, dove vi erano i porti d’imbarco per la Terrasanta, meta di pellegrini e di crociati

Nel 1994 è stata dichiarata “Itinerario Culturale Europeo” assumendo, alla pari del Cammino di Santiago di Compostela, una dignità sovranazionale.

Si è celebrata la prima giornata nazionale dei Cammini Francigeni, lungo i quali si arrivava nella santa Roma.L’evento ha come obiettivo di far rivivere il pellegrinaggio da Canterbury a Roma .

La strada nasce nel VI secolo per una necessità strategica delle popolazioni longobarde che avevano bisogno di collegare la loro città principale, Pavia, con i ducati centro-meridionali di Spoleto e di Benevento, semicircondati da territori bizantini.

L’esigenza di utilizzare una via sufficientemente sicura portò alla scelta di un itinerario sino ad allora considerato minore, che valicava l’Appennino in corrispondenza dell’attuale Passo della Cisa, e dopo la Valle del Magra si allontanava dalla costa in direzione di Lucca. Questo percorso prese il nome di “Via di Monte Bardone”, dall’antico nome del Passo della Cisa: Mons Langobardorum.

Dalla fine del VIII secolo, dopo la discesa in Italia di Carlo Magno a seguito della chiamata di Papa Adriano I e l’annessione dell’Italia settentrionale al Regno dei Franchi (774), il percorso iniziò ad essere conosciuto come Via Francigena, ovvero “strada originata dalla Francia”, e in una prima fase la sua destinazione finale iniziò ad essere identificata con Roma, sede del papato.

La prima testimonianza scritta che cita questo nome risale ad una pergamena risalente al 876 (Actum Clusio) conservata nell’Abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata e che si riferisce ad un tratto di strada nell’agro di Chiusi, in provincia di Siena. Tuttavia, bisogna aspettare il 990 per avere la prima descrizione scritta del percorso: si tratta della relazione che Sigerico, arcivescovo di Canterbury dal 990 al 994, fece del suo viaggio di ritorno da Roma, dove si era recato per ricevere il Pallium, simbolo della dignità arcivescovile, dalle mani di Papa Giovanni XV.

In questo suo breve documento, Sigerico annota i nomi delle chiese di Roma che ha visitato e descrive le 79 tappe del suo itinerario verso Canterbury, descrivendo in modo preciso i punti di sosta (mansiones).

La prima attestazione della via Francigena a sud di Roma risale invece al 1024, con il Privilegium Baiulorum Imperialium rinvenuto a Troia di Puglia, sulla via Appia Traiana. Tuttavia una parte di tale percorso risultava essere già in uso nei secoli precedenti presso i devoti longobardi diretti al santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano; tale primitivo itinerario è definito Via Sacra Langobardorum

S. Eldrado, dopo il pellegrinaggio a Santiago, valicando le Alpi lascia bastone e bisaccia da pellegrino per entrare nell’Abbazia di Novalesa, lungo la “Via Francigena del Moncenisio”, in Val di Susa, XI secolo.
Tra i secoli XI e XIII la pratica del pellegrinaggio assunse un’importanza crescente; i luoghi santi della Cristianità a cui erano dirette le tre peregrinationes maiores erano: il Santo Sepolcro a Gerusalemme, la tomba di San Giacomo a Santiago di Compostela e le tombe degli apostoli Pietro e Paolo a Roma.

La Via Francigena diventò quindi lo snodo centrale delle grandi vie della fede. Infatti, i pellegrini provenienti dal nord la percorrevano per dirigersi a Roma, ed eventualmente proseguire lungo la Via Appia verso il porto di Brindisi, dove s’imbarcavano verso la Terra santa. Viceversa i pellegrini italiani diretti a Santiago la percorrevano verso nord, per arrivare a Luni, dove s’imbarcavano verso i porti francesi, o per proseguire verso il Moncenisio e quindi immettersi sulla Via Tolosana, che conduceva verso la Spagna.

Una testimonianza scritta datata tra il 1154 e il 1160 è il Leiðarvísir (Itinerarium), scritto in norreno[5] dall’abate islandese Nikulás da Munkaþverá[6][7]. Il monaco, nel tratto italiano, effettua un percorso molto simile a quello di Sigerico, ma poi prosegue sulla via Appia Traiana per l’imbarco dai porti pugliesi. Dopo l’Italia, infatti, inizia un nuovo percorso marittimo che, toccando in più punti coste ed isole della penisola balcanica e della Grecia, conduce fino all’Asia Minore e poi a Gerusalemme. Dal diario emerge che il pellegrinaggio in quegli anni era molto frequentato da uomini provenienti da tutta Europa.

Nel 1273 si ebbe una ulteriore testimonianza scritta: l’Iter de Londino in Terram Sanctam (ora conservato alla British Library), scritto in francese dal benedettino inglese Matteo Paris, come guida per i pellegrini londinesi che si recavano in Terra santa. L’itinerario segue un percorso diverso in Francia, entrando in Italia dal Moncenisio, percorrendo la Val di Susa per poi convergere sul percorso di Sigerico a Vercelli.[11]. Nel corso del XII secolo infatti questo percorso era diventato prevalente rispetto a quello primitivo[12], che prevedeva l’ingresso in territorio italico dal colle del Gran San Bernardo, da dove si scendeva in Valle d’Aosta e poi a Ivrea, quindi a Vercelli

La Via Francigena divenne presto il principale asse di collegamento tra nord e sud dell’Europa lungo il quale transitavano mercanti, eserciti, pellegrini; un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale che caratterizzò l’Europa nel Medioevo. Il fatto che la via Francigena collegava le regioni più ricche del tempo (le Fiandre e l’Italia, passando per le fiere della Champagne) ne determinò l’uso crescente come via di commercio, portando all’eccezionale sviluppo di molti centri lungo il percorso. Nel XIII secolo i traffici commerciali crebbero a tal punto che si svilupparono numerosi tracciati alternativi alla Via Francigena che, quindi, perse la sua caratteristica di unicità, frazionandosi in numerosi itinerari di collegamento tra il nord e Roma. Per questo motivo iniziò ad essere conosciuta con il nome in Via Romea, non essendo più unica l’origine, ma la destinazione. Inoltre la crescente importanza di Firenze e dei centri della valle dell’Arno spostò a oriente i percorsi, relegando il Passo della Cisa a una funzione puramente locale e decretando la fine dell’antico percorso.

Pellegrini in cammino verso Roma, scolpiti in un rilievo del Duomo di Fidenza (fine XII secolo).
Percorso
La Francigena non era propriamente una via, quanto piuttosto un fascio di vie, un sistema viario con molte alternative.

Fino alle Alpi

L’asse centrale, quello seguito da Sigerico, corrispondeva alla “via di Fiandra” (route de la Flandre), la via commerciale che collegava le regioni più ricche dell’Europa tardomedievale: l’Italia e le Fiandre, passando per la Champagne, dove si tenevano le omonime fiere internazionali. Dalle Fiandre attraversava l’Artois (Arras), la Champagne (Reims), la Franca Contea (Besançon), valicava il Giura al Colle di Jougne, per arrivare a Losanna[13].

Gli Inglesi s’inserivano ad Arras, provenendo da Londra (Matthew Paris) e da Canterbury (Sigerico), e attraversavano la Manica fra Dover e Calais.

A oriente c’era un altro importante “corridoio”, quello rappresentato dalla Valle del Reno[13]: Nikulás da Munkaþverá riferisce che i pellegrini prendevano il bordone a Utrecht o Deventer e poi proseguivano facendo tappa nelle città commerciali di Colonia, Magonza, Spira, Worms, Strasburgo, Basilea, infine, abbandonato il Reno, continuavano per Soletta, Avenches e Vevey[14]. Gli Scandinavi e i Tedeschi del Nord provenivano da Stade e arrivavano al Reno a Duisburg (Annales Stadenses) o a Magonza (Nikulás).

La variante occidentale era quella che partiva da Parigi, e a Troyes si immetteva nella “via di Fiandra”. “Francigena” significa proprio “che nasce dalla Francia”

7 Comments »

  1. abbiamo saputo di questo evento e siamo molto contente che abbia luogo a Roma, nella nostra città. è davvero una bella notizia!!! Speriamo che nel corso degli anni si possa ripetere ancora un evento del genere ma sopratutto lodiamo il mitico signore

    Comment by sara lambiase, ilaria arcangeli, nicole alberti, emanuela lombardi — 6 Maggio 2009 @ 10:32

  2. prof questa via dovrebbe essetre considerata sempre una grandissima meta turistica!! e dobbiamo essere fieri che si trova a roma!!
    lode

    Comment by jessica giancamilli & sara stanco 2°D — 6 Maggio 2009 @ 12:11

  3. Abbiamo una grande fortuna ad avere questa strada a Roma…Non è molto conosciuta, ma,sono d’accordo con jessica, dovrebbe essere una meta turistica

    Comment by Carlotta Bichiri IID — 6 Maggio 2009 @ 12:16

  4. Anche noi siamo molto contente che questo evento ha avuto luogo a Roma!
    lodee

    Comment by federica ricci e eleonora baruffi IID — 6 Maggio 2009 @ 12:17

  5. sono contenta che si svolga nella mitica Roma! lode prof!

    Comment by martina 2D — 6 Maggio 2009 @ 12:26

  6. roma ha molte attrazioni turistiche … questa via pur non essendo molto conosciuta dovrebbe essere un luogo più visitato… io non la conoscevo fino adesso ma grazie a lei ho l occasione di scoprire un altra cosa interessante
    lode!!

    Comment by laura 2d — 6 Maggio 2009 @ 12:29

  7. Roma è una città bellissima, che fortuna avere questa strada proprio qui, dovrebbe diventare veramente una meta turistica abituale per chi si reca in questa fantastica città. Lode

    Comment by Claudia Luchetti e Alessio Tiberti IID — 6 Maggio 2009 @ 12:30

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