Se, dunque, i governanti devono amare il popolo, allo stesso tempo i cittadini non possono disinteressarsi della cosa pubblica. “Un buon cattolico si immischia in politica – spiega il Papa – offrendo il meglio di sé, perché il governante possa governare”. E si domanda: “Ma qual è la cosa migliore che noi possiamo offrire ai governanti? La preghiera! E’ quello che Paolo dice: ‘Preghiera per tutti gli uomini e per il re e per tutti quelli che stanno al potere’. ‘Ma, Padre, quella è una cattiva persona, deve andare all’inferno…’. ‘Prega per lui, prega per lei, perché possa governare bene, perchè ami il suo popolo, perché serva il suo popolo, perchè sia umile!’. Un cristiano che non prega per i governanti, non è un buon cristiano!”.
I cittadini quindi non possono non curarsi della politica: “Nessuno di noi può dire: ‘Ma io non c’entro in questo, loro governano…’. No, no, io sono responsabile del loro governo e devo fare il meglio perchè loro governino bene e devo fare il meglio partecipando nella politica come io posso. La politica, dice la Dottrina Sociale della Chiesa, è una delle forme più alte della carità, perché è servire il bene comune. Io non posso lavarmi le mani, eh? Tutti dobbiamo dare qualcosa!”.