3 Ottobre 2013
Religiosi appartenenti alla Compagnia di Gesù (Societas Iesu), ordine di chierici regolari fondato da s. Ignazio di Loyola.
Gli inizi della Compagnia risalgono al 1534 quando s. Ignazio con P. Fabro, Francesco Saverio, D. Laínez, A. Salmerón, S. Rodríguez, N. Bobadilla, gettò a Parigi le prime basi della futura Compagnia, facendo voto di servire Dio in castità e povertà volontaria e di recarsi in Terra Santa. Ordinati sacerdoti (1537), in attesa di poter andare in Palestina, il gruppo di giovani, con nuovi proseliti, predicò in varie città italiane; poi, svanita ogni possibilità del viaggio, si riunirono a Roma per mettersi agli ordini del papa (1538). Decisero quindi di perpetuare la società, abbozzando un sommario ordinamento, che, approvato verbalmente da Paolo III a Tivoli, fu confermato mediante la bolla Regimini militantis (1540), onde ebbe esistenza giuridica di ordine religioso.
Primo generale ne fu lo stesso s. Ignazio (1541-56), il quale stese (1547-50) le Costituzioni dell’ordine, pubblicate poi dalla prima Congregazione generale (1558). Queste formano la base della legislazione gesuitica. Fine primario dell’istituto è la maggior gloria di Dio (donde il motto ad Maiorem Dei Gloriam), attendendo alla perfezione dell’anima propria e altrui (con un’ascetica imperniata sugli Esercizi spirituali del fondatore e sulla perfetta obbedienza), e al ministero sacerdotale. I sacerdoti professi ai tre voti soliti aggiungono quello di obbedienza speciale al papa rispetto alle missioni alle quali volesse assegnarli.
La diffusione dell’ordine fu rapida e straordinariamente vigorosa la sua azione nei diversi paesi. Alla morte di s. Ignazio (1556), contava più di 1000 religiosi con circa 100 tra collegi e altre case sparsi in 12 province, in Europa, in Africa, nelle Indie e nell’America Meridionale. A s. Ignazio (che aveva promosso a Roma il Collegio Romano, 1551, e il Collegio Germanico, 1552) successe come generale D. Laínez (1556-65), poi s. Francesco Borgia (1565-72), indi É. Mercurian, belga (1573-80), e dopo di lui C. Acquaviva, italiano (1581-1615), che promulgò (1599), tra l’altro, la Ratio studiorum. Intanto g. insigni (G. Salmerón, J. de Maldonado, F. Toledo, F. Suárez, T. Sánchez, L. de Molina, R. Bellarmino, M. Ricci ecc.) si segnalavano nel campo letterario e scientifico.
Molina, con il libro Concordia liberi arbitrii cum gratiae donis (1588), diede origine alla controversia sull’efficacia della grazia, dibattuta tra domenicani e g., e conclusa sotto Paolo V (1607), lasciando a ognuna delle parti libertà di difendere la propria opinione. Nuove violente polemiche nacquero, sotto il generalato di G.P. Oliva (1664-82), attorno al quietismo di M. de Molinos, sostenuto in principio dallo stesso papa Innocenzo XI contro le confutazioni dei g., tra cui celebri quelle di P. Segneri, attorno alla questione delle regalie con Luigi XIV e sulle libertà della chiesa gallicana, nelle quali alcuni g. francesi (L. Maimbourg, F. de La Chaise) presero le parti del re, provocando l’ira del papa contro la Compagnia. Sotto il governo del fiorentino L. Ricci (1758-73), diciassettesimo generale, le corti cattoliche dell’Europa, avverse all’azione svolta dai g. a favore delle popolazioni delle colonie americane, inflissero alla Compagnia la più fiera persecuzione della sua storia: scacciata prima dal Portogallo (1759), sciolta in Francia (1764), espulsa dalla Spagna e dalle due Sicilie (1767), da Malta e da Parma (1768), si vide alla fine universalmente soppressa da Clemente XIV nel 1773; Ricci fu rinchiuso in Castel S. Angelo, dove morì nel 1775. I g. dispersi diedero qua e là origine a varie associazioni di zelanti sacerdoti (Padri della Fede, Amicizia cattolica ecc.), che ne continuarono le tradizioni; alcuni collegi gesuitici seguitarono a sussistere (in Prussia e in Bielorussia), finché nel 1814 Pio VII ristabilì la Compagnia nel suo stato primitivo.
La ripresa fu rapidissima e la sua estensione, le sue iniziative missionarie, culturali ecc., superarono presto quelle anteriori alla soppressione, nonostante le ostilità cui andò soggetta, soprattutto in Italia e nella Penisola Iberica.
Attualmente la Compagnia di Gesù conta più di 20.000 religiosi divisi in 112 nazioni; cura numerosissime istituzioni educative e scientifiche (fra le quali alcune di fama mondiale, come l’università Gregoriana, l’Istituto biblico e quello orientale a Roma; università negli Stati Uniti e in Asia, la Specola Vaticana ecc.) e pubblica numerose riviste di cultura generale o specialistica (in Italia, La Civiltà cattolica, Gregorianum, Archivum historicum S.I.; in Francia, Études; in Belgio, Analecta Bollandiana ecc.). Tra i ministeri propri della Compagnia vanno soprattutto ricordati l’educazione della gioventù, la formazione del clero e dei religiosi, la predicazione degli esercizi spirituali, l’attività missionaria ed ecumenica, l’impegno per la giustizia sociale a favore dei più poveri, l’uso dei mass media (ai g. è affidata, fin dalla fondazione nel 1931, la Radio Vaticana).
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