Il monachesimo – con Alessandro Barbero
BREVE VIDEO DI GIACOMO CAMPANILE
Festa nel Calendario dei santi della Chiesa cattolica e da quello luterano il 17 gennaio
Il monachesimo è un fenomeno caratterizzato da alcune rinunce agli interessi mondani per dedicarsi nel modo più completo alla propria spiritualità. Fonda le sue radici in oriente e in seguito in occidente. Molte religioni hanno creato elementi monastici: cristianesimo, induismo, buddhismo, giainismo, taoismo.
Il monachesimo europeo proviene dal Medio Oriente; infatti l’ascetismo religioso e la vita monastica non sono peculiari del cristianesimo, ma rappresentano forme in cui l’anima ha cercato in ogni tempo di tradurre la propria sete del divino.
Nel IV secolo, in Egitto, in Palestina e in Siria, sulla scia di Antonio il Grande e di altri Padri del deserto, specialmente di san Paolo di Tebe, la vita del quale scrisse san Girolamo (è il primo scritto monastico latino in assoluto), si fecero sempre più numerosi coloro che abbandonavano completamente il mondo per vivere nella solitudine (eremos, da cui il termine di eremita, per indicare gli asceti viventi nel deserto) oppure per associarsi insieme in comunità o cenobi (dal termine greco coinobios, indicante vita in comune), onde ricercare una comunione più intensa con Dio ed innalzarsi verso la santità.
In ambito cristiano, Antonio è considerato l’iniziatore della via eremitica e Pacomio di quella cenobitica.
Santo Antonio abate, detto anche sant’Antonio il Grande, sant’Antonio d’Egitto, sant’Antonio del Fuoco, sant’Antonio del Deserto, sant’Antonio l’Anacoreta ( 12 gennaio 251 – deserto della Tebaide, 17 gennaio 356), è stato un abate ed eremita egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati.
Antonio abate è uno dei più grandi eremiti della storia della Chiesa è considerato il fondatore del monachesimo cristiano. Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima nel deserto e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356.
Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l’Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, sant’Atanasio, che contribuì a farne conoscere l’esempio in tutta la Chiesa. Nell’iconografia è raffigurato circondato animali domestici (come il maiale), di cui è popolare protettore. Dopo la pace costantiniana, il martirio cruento dei cristiani diventò molto raro; a questa forma eroica di santità dei primi tempi del cristianesimo, subentrò un cammino di santità professato da una nuovo stuolo di cristiani, desiderosi di una spiritualità più profonda, di appartenere solo a Dio e quindi di vivere soli nella contemplazione dei misteri divini.
Questo fu il grande movimento spirituale del ‘Monachesimo’, che avrà nei secoli successivi varie trasformazioni e modi di essere; dall’eremitaggio alla vita comunitaria; espandendosi dall’Oriente all’Occidente e diventando la grande pianta spirituale su cui si è poggiata la Chiesa, insieme alla gerarchia apostolica.
I discepoli di S.Antonio tramandarono alla Chiesa la sua sapienza, raccolta in 120 detti e in 20 lettere; nella Lettera 8, S.. Antonio scrisse ai suoi “Chiedete con cuore sincero quel grande Spirito di fuoco che io stesso ho ricevuto, ed esso vi sarà dato”. Nel giorno della sua festa liturgica, si benedicono le stalle e si portano a benedire gli animali domestici.
È invocato contro tutte le malattie della pelle e contro gli incendi. Veneratissimo lungo i secoli, il suo nome è fra i più diffusi del cattolicesimo. Verrà allestita in piazza S.Pietro una mini stalla con gli animali delle nostre fattorie per la gioia dei nostri bambini.
Nell’immagine i Santi Antonio Abate e Paolo Eremita è un dipinto di Diego Velázquez, ad olio su tela (257 x 188 cm), fu realizzato tra il 1634 ed il 1660. Oggi quest’opera è conservata al Museo del Prado di Madrid.
di Giacomo Campanile
redazione@vivereroma.org
Questo è un Articolo pubblicato sul giornale del 16/01/2010 – 1052 letture – 84 comm
Grotta in cui viveva Antonio, sul monte che domina il suo monastero.
Le Tentazioni di Sant’Antonio incisione di Martin Schongauer, ca 1490.
Sassetta Sant’Antonio bastonato dai diavoli Siena, Pinacoteca nazionale
Hieronymus Bosch, Tentazioni di sant’Antonio, 1505 circa, Museu Nacional de Arte Antiga, Lisbona
Paul Cézanne, Tentazioni di sant’Antonio, 1875 circa, E. G. Bührle Collection (Svizzera)
IL MONACHESIMO DI S.BENEDETTO