13 Novembre 2018
25 Ottobre 2018
Giorno di tutti i Santi. Lezione ottobre 2018
Giorno di tutti i Santi, noto popolarmente anche come Ognissanti è una festa cristiana che celebra insieme la gloria e l’onore di tutti i santi, ivi comprendendo anche quelli non canonizzati.
22 Ottobre 2018
S.Carlo alle Quattro Fontane. Borromini architettura e Religione.Il valore del silenzio. Lezione ottobre 2018
S.Carlo alle Quattro Fontane
La struttura originaria della chiesa di S.Carlo alle Quattro Fontane risale ad una piccola cappella dedicata alla “Ss.Trinità ed a S.Carlo Borromeo” costruita dai Trinitari Spagnoli su un terreno acquistato nel 1611 dalla famiglia Mattei. Soltanto alcuni anni dopo, nel 1635, dopo l’acquisto di alcune proprietà limitrofe, i Trinitari commissionarono a Francesco Borromini la costruzione di una nuova chiesa e di un convento. Per quanto vincolato dallo spazio ristretto che aveva a disposizione, il grande architetto riuscì ugualmente a creare un complesso funzionale, fornito di tutti gli ambienti richiesti dai religiosi. La costruzione della chiesa richiese molto tempo, tanto che fu completata dal nipote del Borromini nel 1667, lo stesso anno, cioè, in cui il grande artista si suicidò: per questo motivo la piccola cappella posta nella cripta, che venne a lui riservata, rimase vuota perché i Trinitari non accettarono di ospitarvi un suicida e così il Borromini venne sepolto nella chiesa di S.Giovanni dei Fiorentini. S.Carlo alle Quattro Fontane (nella foto in alto), dedicata alla “Ss.Trinità ed a Carlo Borromeo“, il cardinale milanese del XVI secolo canonizzato nel 1620, presenta una facciata alta e stretta, con un movimento di linee e curve assai caro al Borromini. Situata in Via del Quirinale, ad angolo con Via delle Quattro Fontane (donde il nome), la chiesa è detta popolarmente S.Carlino per le sue ridotte dimensioni, tanto che si dice che sia grande quanto un pilastro della cupola di S.Pietro. La facciata, a due ordini, presenta quattro grandi colonne ioniche che sorreggono gli aggetti e le rientranze dei cornicioni e la grande trabeazione con l’iscrizione dedicatoria: “IN HONOREM SS TRINITATIS ET D(IVI) CAROLI MDCLXVII“, ovvero “In onore della Ss.Trinità e di S.Carlo 1667”.
1 Ordine inferiore della facciata
L’ordine inferiore (nella foto 1) presenta un portale d’ingresso sovrastato da tre nicchie contenenti le statue di S.Giovanni De Matha (alla destra del portone), fondatore dell’Ordine dei Trinitari, di S.Felice di Valois (posto sulla sinistra), mentre al centro, incorniciata dalle ali di due angeli, si trova la statua tardo-seicentesca di S.Carlo Borromeo, opera di Antonio Raggi.
2 Ordine superiore della facciata
L’ordine superiore (nella foto 2) è costituito da un balconcino sul quale si affaccia un’edicola con cupolino, oltre la quale due angeli reggono una grande cornice ovale nella quale un tempo vi era l’affresco della Trinità. La cupola, a pianta ellittica e con ampi finestroni, sorregge una lanterna. Accanto alla facciata svetta il piccolo campanile del Borromini, poggiante su coppie di colonne e dalla cuspide a pagoda.
Accanto alla chiesa di S.Carlo alle Quattro Fontane è situato il Convento (nella foto 3), il cui ingresso è costituito da un magnifico portale sormontato da un serafino in marmo che sembra sorreggere con le piccole ali un seicentesco mosaico realizzato da Fabio Cristofari e raffigurante l’emblema dell’Ordine, “Cristo che accoglie due schiavi liberati”, uno di pelle bianca ed uno di pelle nera ancora con le catene ed i ceppi ai piedi, intorno al quale appare la scritta “SIGNUM ORDINIS SANCTISSIMAE TRINITATIS ET CAPTIVORUM“, ovvero “Emblema dell’Ordine della Santissima Trinità e degli Schiavi”. Sopra il portale è posto un finestrone sormontato a sua volta dal grande emblema dei Trinitari, nel quale campeggia la croce rossa e blu, sorretto da due angeli. Ai lati si susseguono tre finestre cieche rettangolari raccordate da un oblò centrale.
Dal portale si accede al chiostro (nella foto 4, raggiungibile anche dalla chiesa), altro capolavoro del Borromini: a pianta ottagonale allungata, presenta l’ordine inferiore costituito da colonne doriche binate collegate da una cornice continua, motivo che si ripropone anche nell’ordine superiore ma con colonne più esili; al centro del cortile è situato un pozzo ottagonale.
L’equilibrio è nelle orecchie
Cristine de Pizan, La Città Delle Dame. Religione e letteratura. Lezione ottobre 2018
Cristine de Pizan, prima giornalista professionista della storia, nacque nel 1365 a Venezia ma visse in Francia tutta la sua vita, alla corte del re. Creò un atelier nel quale i suoi libri venivano copiati miniati e rilegati da sue dipendenti: una vera e propria casa editrice antelitteram. Il suo capolavoro “La città delle Dame”, nel quale Cristine costruisce una città ideale dove mette al sicuro le donne dalle violenze del patriarcato e nel contempo racconta le storie di donne valorose affinché altre possano studiarle e valorizzare i loro talenti.
Audiolibro. “La Città delle Dame”, della scrittrice quattrocentesca Cristine de Pizan, antesignana paladina dei diritti delle donne, ignorata dalle scuole italiane. Scrive Cristine “Le semplici nobili donne hanno sopportato amabilmente le grandi ingiurie loro rivolte, ingiustamente e con pregiudizio, sia con le parole che con gli scritti, da quegli uomini che si “appellano a Dio” per provare che le loro ragioni sono giuste… Siamo venute da te per annunciarti la realizzazione di una cittadella fortificata che tu sei scelta e predestinata a costruire e nella quale abiteranno tutte le donne degne di lode… così mia cara a te tra le donne è affidato il compito di costruire La Città delle Dame, così la tua città diventerà bella senza pari e durerà per sempre
Scritto nei mesi invernali tra il 1404 e il 1405, il Livre de la Cité des Dames (la Città delle Dame) è probabilmente l’opera più famosa di Christine de Pizan.
Venne scritto in risposta ai libri di Giovanni Boccaccio (De mulieribus claris, Sulle donne famose), Jean de Meung (autore del Roman de la Rose, testo del XIII secolo che dipingeva le donne solo come seduttrici) e del filosofo Mateolo, nonché di altri testi avversi alla condizione femminile, intrisa secondo loro solo di dubbio, malinconia e intemperanza. De Pizan ne rimase sgradevolmente colpita e ne fece una questione da discutere a corte.
«Sembrano tutti parlare con la stessa bocca, tutti d’accordo nella medesima conclusione, che il comportamento delle donne è incline ad ogni tipo di vizio»
Scrisse molto e su molti argomenti ma, soprattutto, si batté contro i pregiudizi misogini lamentando che le donne venissero diffamate dagli uomini in molti libri senza aver la possibilità di scrivere a loro volta e dare la loro versione dei fatti
La città sarà il rifugio delle donne virtuose ingiustamente denigrate e per la sua costruzione dama Ragione inviterà ad usare la “zappa dell’intelligenza”, mentre Dama Rettitudine confuterà i pregiudizi che il sapere corrompa, che una donna bella non possa essere virtuosa, che le donne vogliano essere stuprate.
Molto altro si trova in questo libro, e adesso conto di leggere direttamente “la città delle dame”.
C’è da stupirsi che questa grande intellettuale del suo tempo, che ha detto e scritto verità scomode anche per i nostri giorni, sia pressoché scomparsa dai libri di storia?
Christine de Pizan (1365-1431) poetessa, filosofa, scrittrice, è considerata la prima intellettuale di professione nella letteratura europea. Di origini italiane, vivrà a Parigi per tutta la vita, diventando una delle figure più importanti del panorama letterario francese tra XIV e XV secolo. Scrittrice di grande creatività, la sua produzione spazia dalle composizioni poetiche alle opere allegoriche, morali e politiche, con un’attenzione continua all’autorità femminile, che rende la sua scrittura particolarmente attuale. Nel 1429 scrive la prima opera dedicata a Giovanna d’Arco, che qui si traduce e commenta, sull’onda delle recentissime vittorie della Pucelle d’Orléans, in seguito condannata al rogo con l’accusa di eresia e stregoneria. Si tratta di un testo straordinario, poema della luce e della gioia dedicato alla vergine guerriera al culmine del trionfo; la scrittrice interviene con le parole della politica nelle travagliate vicende di un paese devastato dalla guerra, affidando le sue speranze di pace alla figura luminosa di Giovanna d’Arco, incarnazione di quella forza e autorità delle donne, centrale in tutta l’opera di Christine de Pizan.
4 Ottobre 2018
4 ottobre Festa di San Francesco d’Assisi
4 OTTOBRE FESTA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI
1977 il governo di Giulio Andreotti faceva saltare sette festività, a cominciare dall’Epifania che tornò a essere segnata in rosso solo dieci anni dopo: Bettino Craxi ripristinò la festa, in attuazione dell’intesa firmata con la Santa Sede per il rinnovo dei Patti lateranensi.
3 Ottobre 2018
Sinodo dei giovani. Lezione ottobre 2018
Musica e testo inno ufficiale sinodo dei giovani 2018
Un Sinodo dei giovani per cambiare la Chiesa.
La presentazione dell’Assemblea dei vescovi (3-28 ottobre): per la prima volta partecipano anche due presuli cinesi. 267 Padri, 23 esperti, 49 uditori tra cui 34 ragazzi
Papa Francesco ha scelto di rivolgere ai giovani il pensiero, la riflessione, la preghiera che tutta la Chiesa porterà avanti nei prossimi mesi. A ottobre 2018 si svolgerà infatti un incontro speciale dei vescovi -detto sinodo- che porterà la Chiesa a prendersi cura delle nuove generazioni, riflettendo sul loro vissuto, la loro vocazione, le loro scelte. Prima di questo incontro tutta la Chiesa, a partire da ogni gruppo e realtà diocesana, vivrà un tempo per ascoltare i propri giovani, coinvolgendoli e rendendoli parte attiva di questo percorso, e per fare il punto sulla proposta di accompagnamento pastorale a loro rivolta.
È un tempo prezioso e arricchente che ci chiama a essere protagonisti perché il Sinodo -letteralmente “camminare insieme”- sia realmente strada condivisa.
1 Ottobre 2018
Damiano David e i Maneskin vincono il festival 2021. Religione e musica.
DAMIANO CITA GIACOMO CAMPANILE IN UN’INTERVISTA
Damiano David canta per il prof. Giacomo Campanile 15 dicembre 2014.Roma Piccolo coro del Montale video
Damiano dei Maneskin dal coro del liceo a Sanremo. Il prof: “Torna, ti aspettiamo” fanpage
La band sul podio. Il prof. di religione: «I Måneskin, nati nel mio coro»
Intervista rai 2 programma ‘quello che’ 4 novembre 2021 Damiano David e il piccolo coro del Montale
Måneskin, il prof di Damiano: «Nel coro del liceo era già uno showman, ora potrebbero cantare per il Papa»
Carissimi ecco Damiano David il vincitore con i Maneskin del festival di Sanremo 2021. Posso dire umilmente di aver scoperto questo talento tra i miei studenti del liceo Montale. Damiano ha cantato in pubblico per la prima volta nel piccolo coro del Montale il coro che ho diretto per 20 anni. Siamo nella storia della musica Italiana. Sempre lode al Signore.
Foto del miticoLucio Chieruzzi
IL MIO PROF DI RELIGIONE HA VINTO SANREMO
Potete scrivere le cazzate che volete coi vostri commenti musicali insignificanti, ma solo uno è il vincitore di Sanremo: si chiama
Giacomo Campanile Lode
, amante della musica e umile servo del Signore. Mettetece na pezza va…
Luca Cirimbilla giornalista
Damiano dei Maneskin dal coro del liceo a Sanremo. Il prof: “Torna, ti aspettiamo” video fanpage youtube
Giacomo Campanile, il professore senigalliese che ha scoperto Damiano David dei Måneskin trionfatori a Sanremo: “Era destinato al palco” viveresenigallia
Il prof di Damiano dei Maneskin: Al liceo ha cantato
18 ore fa — Fanpage.it ha intervistato Giacomo Campanile, uno dei professori di Damiano dei Maneskin, la band romana vincitrice di Sanremo.
PARLA IL PROF A CUI È DEDICATO IL BRANO DEI MANESKIN “LA PRIMA VOLTA CHE HA CANTATO HA MESSO IN SILENZIO 300 PERSONE”
Giacomo Campanile è il nome del professore a cui i Maneskin e Damiano in particolare hanno dedicato Zitti e buoni, il brano che ha vinto
I riff di chitarra e gli acuti graffianti di Zitti e buoni, il brano che ha incoronato i Måneskin vincitori del 71° Festival di Sanremo, sono risuonati domenica all’Olimpico, prima del match Roma-Genoa. Elogi ai quatto ventenni sono arrivati anche dalla sindaca Raggi, che ha twittato: «Grandissimi». Dai social ai luoghi che hanno visto gli ex adolescenti muovere i primi passi nel mondo della musica esplode l’entusiasmo. Giacomo Campanile, docente di religione al liceo Montale, a Bravetta, posta su Instagram una foto che lo ritrae accanto a un giovanissimo Damiano, frontman del gruppo: «Ecco il vincitore con i Måneskin del festival di Sanremo 2021 – scrive -. Posso dire umilmente di aver scoperto questo talento tra i miei studenti. Ha cantato in pubblico per la prima volta nel piccolo coro del Montale che ho diretto per 20 anni. Siamo nella storia della musica italiana. Sempre lode al Signore».
Giacomo Campanile è il nome del professore a cui i Maneskin e Damiano in particolare hanno dedicato Zitti e buoni, il brano che ha vinto la 71esima edizione del Festival Di Sanremo. Come hanno detto al ricevimento del Leone d’Oro “Zitti e buoni è il titolo che abbiamo scelto, proprio come quelle parole che il professore ci diceva a scuola, di stare zitti e buoni”.
Un titolo che simboleggia il carattere “ribelle” del quartetto, ventenne, che ha trionfato inaspettatamente all’Ariston.
Quel professore tanto citato dai ragazzi è stato raggiunto da Fanpage e qui ha raccontato lo straordinario successo che ebbe Damiano in tempi non sospetti “La prima volta che Damiano ha cantato al concerto di Natale una canzone di Elton John, ha fatto rimanere in silenzio trecento studenti nell’aula magna della scuola. Ho subito pensato, questo ragazzo ha un futuro, ha talento”.
Damianosi era da poco avvicinato al mondo della musica, con il coro del Liceo Linguistico Eugenio Montale in via di Bravetta gestito dal docente. “Damiano ha cantato con noi da quando aveva quattordici anni fino ai diciassette anni, era un solista” spiega il prof. “Oggi è difficilissimo trovare dei ragazzi che suonano, devo dire che vedere Damiano sul podio mi ha dato molta gioia, con un pezzo rock e duro, che ha la sua carica e una sua originalità”. “Io ho un ricordo positivo di lui, un ragazzo molto buono d’animo, come gli altri tre, sono ragazzi di borgata – dice il professore e aggiunge – spero possa continuare così, a produrre della buona musica che fa bene al cuore e all’anima”.
video fuori di testa
Damiano, il cantante dei Maneskin “è un ribelle alla ricerca di spiritualità”
Alla ricerca di una spiritualità, nel nome di Gesù Cristo, che tiene tatuato sulla coscia: Damiano David, il cantante dei Maneskin, freschi vincitori del Festival di Sanremo 2021, viene raccontato da una persona che lo conosce molto bene.
Si tratta di Giacomo Campanile, storico professore di religione del Liceo Linguistico “Eugenio Montale” di Roma, la scuola che ha frequentato Damiano David.
Il Piccolo coro del Montale
Campanile, scrive Avvenire (10 marzo), che può affermare, senza smentita, di aver visto nascere e crescere musicalmente il frontman della rock band romana. «Non ero neanche il suo prof. di religione, ma ho avuto il piacere di inserire Damiano in quella che considero una mia creatura, il “Piccolo coro del Montale“», ricorda il professore. Damiano David ci entrò quando era iscritto alla classe I N.
«Quel coro è nato apposta per ragazzi come lui, perché ho capito che una sola ora di religione non mi consentiva di instaurare un dialogo più ampio con le ultime generazioni, come invece poi sono riuscito ad aprire con l’arte. Infatti alle visite alle basiliche di Roma, lo stesso Damiano era sempre presente».
Damiano: non solo un ribelle
Il futuro cantante dei Maneskin è sempre stato così ribelle?, domanda Avvenire. Il professore Campanile risponde così: «Io ho conosciuto un ragazzo con una grande passione per la musica e anche profondamente alla ricerca di una sua spiritualità. Non è un caso che sulla coscia si sia tatuato l’immagine di Gesù Cristo».
«Che fosse un predestinato a salire su un palco e cantare davanti a milioni di persone – prosegue – l’abbiamo capito quel giorno che nell’aula magna del Liceo intonò “Your song” di Elton John…Oh, venne giù la scuola. Un trionfo, le ragazzine non volevano più lasciarlo andar via».
Lasciò la scuola per i Maneskin
Dopo però decise di abbandonare la scuola, senza neanche diplomarsi. «In terzo venne bocciato: non studiava, pensava solo a cantare». E poi in quarto, quando Damiano si unì agli altri tre Maneskin (Victoria, Thomas e Ethan), di cui poi è diventato il cantante, abbandonò il Liceo.
«Prima di andarsene – ricorda il professore – mi fece ascoltare “Chosen” con cui si presentarono a X Factor ( 2° posto nell’edizione del 2017). Sentire quel brano, un pezzo funky che si apriva con il Dies Irae-Requiem di Mozart, mi aprì il cuore e mi diede la certezza che questi ragazzi sarebbero arrivati molto, ma molto in alto». Detto fatto. Eccolo qui, con i suoi Maneskin, trionfante con “Zitti e Buoni” al Festival di Sanremo.
Maneskin, parla il prof di Damiano: “Cantava nel mio coro, è sempre stato un leader” GIORNALE DI SICILIA
Il successo dei Måneskin a Sanremo: il ricordo del professore Giacomo Campanile per Damiano David
Damiano dei Maneskin: parla il professore di quando al concerto del liceo Damiano “ha fatto rimanere in silenzio 300 studenti” https://www.thesocialpost.it/
Il professore fiero di Damiano dei Måneskin: “Al liceo ha fatto rimanere in silenzio trecento studenti” RDS.
X Factor, Maneskin: “Noi coatti? Non abbiamo paura di fare la voce grossa”
Intervista Giacomo Campanile Vivere Senigalia 11 marzo 2021
Quando e come nasce la tua passione per la musica?
Salve a tutti. La mia passione per la musica è nata verso i 14 anni, quando ho comprato la mia prima chitarra la mitica Eko Ranger dodici corde a 200000 lire al negozio d Priori vicino alla Chiesa di San Martino a Senigallia.
Ho cominciato ha suonare la chitarra nella bellissima Chiesa di San Martino con gli scout animando le celebrazioni liturgiche. La mia passione per le chitarre continua ancora, ora ho ben 13 strumenti per suonare i diversi generi musicali Jazz, Classica, Rock, Funk…. ( Andate a vedere le mie amate chitarre nel mio sito. https://www.giacomocampanile.it/?cat=94)
Dal 1984-1985 Ho Baccelierato in Teologia conseguito presso l’Istituto Teologico Marchigiano. Con una tesi “La conoscenza di Dio in Dionigi pseudo-areopagita” diretta dal prof. Natalizi.
1987-1988 Licenza in Ecclesiologia conseguita presso la Pontificia Università Lateranense. Con una tesi con titolo : “Lo Spirito Santo e la Chiesa nel capitolo I della Lumen Gentium costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II” Relatore della tesi: mons. Brunero Gherardini.
1994 il Dottorato in Ecclesiologia presso la PUL. Con una tesi con titolo: “Ecclesiologia di B.Gherardini” con Relatore: mons. Marcello Semeraro ora Cardinale.
Sono compositore di musica sacra e Insegnante di Religione Cattolica dal 1986, oggi presso il Liceo Classico “E. Montale” di Roma
Ha inciso la cassetta con il titolo “Mia Forza e mio canto” 1981. Nel 1983 la musicassetta ” Vieni a salvarmi” pubblicata dalla LDC di Torino. Ha prodotto un CD Musicale nel 1998 con il titolo ” Il Vivente”. Nel 2000 ha inciso con il Piccolo coro del Montale il cd musicale “COMPILATIO 2000”.
Sono stato direttore del Piccolo Coro degli studenti del Montale dal 1996 al 2016. Ho collaborato con musicisti affermati a livello italiano sia in campo jazzistico che della musica classica:
Manzi Massimo batterista, Ovidio Urbani Sassofonista, Mauro Mencaroni batterista, Fortunato Francesco contrabbassista, Giordano Santini contrabbassista, Giovanni Kostko flautista,Stefano Olivi, Mauro Balducci flautisti, Claudio Attardi pianista
Ho svolto l’attivita concertistica in Italia in città quali: Bologna, Ferrara di MonteBaldo, Senigallia, Napoli, Torre del Greco, Loreto, Ostra Vetere, Corinaldo,Roma, Ostra
Il Piccolo coro del Montale, era composto da studenti e docenti del Liceo classico “E. Montale” amanti della musica.
Il coro ha indirizzato il proprio repertorio soprattutto verso la musica sacra e le canzoni popolari contemporanee, utilizzando strumenti quali batteria, basso el., chitarre e tastiere per accompagnare il canto . Ha svolto l’attività concertistica in occasione di significativi eventi sociali e religiosi.
Come hai vissuto la finale di Sanremo?
Non ho visto la finale per che preso nei festeggiamenti della mia amata nipote Margherita.
Ti aspettavi questo risultato da parte di Damiano?
Sinceramente no perché nella prima serata che ho seguito, erano arrivati tredicesimi. Però le scommesse del prima del festival davano la vittoria ai Maneskin o a Fedez .
Quanta la felicità e la soddisfazione personale nel vedere la vittoria di un tuo ex studente?
Tantissima gioia nel mio cuore, mi sembrava un sogno.
Quali sono i tuoi ricordi di lui?
Damiano David entro nel Piccolo coro del Montale quando era iscritto alla classe I N. Quel coro è nato apposta per ragazzi come lui, perché ho capito che una sola ora di religione non mi consentiva di instaurare un dialogo più ampio con le ultime generazioni, come invece poi sono riuscito ad aprire con l’arte – le visite alle basiliche di Roma con lo stesso Damiano sempre presente, come vede nella foto – , con la musica e anche con i social.
Come ce lo racconteresti sotto il suo profilo personale e umano?
Io ho conosciuto un ragazzo con una grande passione per la musica e anche profondamente alla ricerca di una sua spiritualità. Non è un caso che sul corpo si sia tatuato l’immagine di Gesù Cristo
Che fosse un predestinato a salire su un palco e cantare davanti a milioni di persone l’abbiamo capito quel giorno che nell’aula magna del Liceo intonò Your song di Elton John… Oh, venne giù la scuola. Un trionfo, le ragazzine non volevano più lasciarlo andar via. E invece Damiano poi se ne andò, e senza neanche diplomarsi. «In terzo venne bocciato: non studiava, pensava solo a cantare. E poi in 4°, quando si unì agli altri tre Måneskin (Victoria, Thomas e David) abbandonò il Liceo. Prima di andarsene però mi fece ascoltare Chosen con cui si presentarono a X Factor ( 2° posto nell’edizione del 2017). Sentire quel brano, un pezzo funky che si apriva con il Dies Irae-Requiem di Mozart, mi aprì il cuore e mi diede la certezza che questi ragazzi sarebbero arrivati molto ma molto in alto». I Måneskin infatti da allora hanno scalato le classifiche
Come vedi il suo avvenire?
Se sapranno gestirsi i Måneskin possono essere portatori di un messaggio forte per i giovani, possono testimoniare che attraverso la musica si può intraprendere una strada che cambia la vita in meglio
Hai obiettivi e ambizioni per il futuro?
Il futuro è nelle mani di Dio, certamente continuare la mia missione quella di trasmettere la gioia e la lode attraverso l’insegnamento, la musica, l’arte e la cultura.
Gli esorcisti accusano Sanremo: “Religioso mischiato al demoniaco”
Durissime invettive dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti e del vescovo di Ventimiglia-Sanremo contro Achille Lauro e Fiorello per le loro “performance” all’Ariston.
Esorcisti, vescovi e fedeli cattolici all’attacco del festival di Sanremo 2021. Si è conclusa da poche ore la settantunesima edizione del concorso canoro nazionale più importante ma non si attenuano le polemiche per i contenuti proposti durante le cinque serate condotte dalla coppia Amadeus – Rosario Fiorello.
Gli ultimi a scendere in campo sono stati i componenti dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti, unico ente in materia riconosciuto ufficialmente dal Vaticano.
“Mentre l’umanità sta attraversando un periodo caratterizzato dal dolore e dalla sofferenza a causa della pandemia, sul palco dell’Ariston si è raggiunto un livello di dissacrazione, di blasfemia e di vilipendio della fede cattolica davvero inaccettabile”, ha scritto l’Associazione, rimarcando che le esibizioni “hanno leso la sensibilità e il credo di milioni di italiani e dei fedeli di tutto il mondo”.
Questa edizione del Festival, il primo della storia senza pubblico in sala, per gli esorcisti ha prodotto “una vera e propria escalation, dalla trasgressione estrema all’estremismo del ‘godimento’, il tutto veicolato da immagini, simboli e testi dove al sacro, e addirittura ad un ‘finto sentimento religioso’, si mischia il demoniaco”.
Riferendosi alla “performance” di Achille Lauro, andata in onda durante la seconda serata del Festival, gli esorcisti, dopo aver ricordato le parole della serata, hanno attaccato il cantante parlando di “travestimenti dissacranti”, scimmiottamento di contenuti “tra i più sacri della fede Cattolica; dalla corona di spine di Cristo, al suo Sacro Cuore, alla stessa Vergine Maria, poi diffuse e pubblicate sulle copertine delle più svariate riviste divulgative di mezzo mondo”.
Per gli esorcisti si è trattata di una “modalità che non fa mistero del suo obbiettivo di offendere, ferire e oltraggiare volutamente il sentimento religioso di chi vive la sua fede senza ricorrere a strategie di odio e di offesa nel difenderla. Cosa nasconde tutto ciò?”. Per i poco più di 400 esorcisti del mondo affiliati all’Aie, coadiuvati da 124 ausiliari, le esibizioni di Achille Lauro non possono essere definite “culturali” e “ancor meno educative per le giovani generazioni, e non solo, sempre più vittime di messaggi mediatici inneggianti a pseudo-valori di libertà e diritti”.
24 Settembre 2018
Gesù e i bambini.Luca 18:15-19:48 Umiltà e ingiustizia Pr 3,27-34. LEZIONE SETTEMBRE 2018.
Tutti quanti abbiamo un angelo.
L’angelo custode è un angelo che, secondo la tradizione cristiana, accompagna ogni persona nella vita, aiutandolo nelle difficoltà e guidandolo verso Dio. L’angelo è invocato con la tradizionale preghiera dell’Angelo di Dio.
2 ottobre festa degli angeli custodi
Anche festa dei nonni.
Per volere degli Autori-Ideatori, questa festa è stata istituita come ricorrenza civile per il giorno 2 ottobre di ogni anno con la legge n. 159 del 31 luglio 2005, quale momento per celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale
Mt 18,1-5.10
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore
Gesù e i bambini.Luca 18:15-19:48 Umiltà e ingiustizia Pr 3,27-3. Storia di Chiara Corbella una madre coraggiosa
La storia di Giobbe dalla Bibbia. Sofferenze e prove.
Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò e disse:«Nudo uscii dal grembo di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!».
In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.
Speri Israel. Sono un bimbo svezzato in braccio a sua madre. Salmo 130.
TESTIMONIANZA DI CHIARA CORBELLA
Storia di Chiara Corbella una madre coraggiosa
Una settimana dopo aver scoperto di essere incinta, Chiara si accorge però di una lesione alla lingua. Col fondato sospetto che si tratti di un tumore, il 16 marzo 2011 Chiara affronta durante la gravidanza la prima delle due fasi di un intervento per asportare la massa sulla lingua. Per la seconda fase, occorrerà aspettare che Francesco sia nato. Accertato che si tratta di un carcinoma alla lingua, che chiamerà il drago, Chiara sceglie di rimandare le cure per non far male al bambino che porta in grembo. Anzi, sceglie da che medici farsi seguire in base al tempo che le concedono prima di indurre il parto. Aspetta fin quando le è possibile aspettare, e anche oltre.
«Per la maggior parte dei medici – scrive Chiara – Francesco era solo un feto di sette mesi. E quella che doveva essere salvata ero io. Ma io non avevo nessuna intenzione di mettere a rischio la vita di Francesco per delle statistiche per niente certe che mi volevano dimostrare che dovevo far nascere mio figlio prematuro per potermi operare».
Francesco Petrillo nasce il 30 maggio 2011. Finalmente il 3 giugno, con lo stesso ricovero del parto, Chiara affronta la seconda fase dell’intervento iniziato a marzo. Tornata casa, non appena le è possibile comincia chemioterapia e radioterapia ma il tumore si estenderà comunque a linfonodi, polmoni, fegato e persino l’occhio destro, che Chiara coprirà con una benda per limitare le difficoltà visive.
La foto di Chiara sorridente con la benda è straordinaria se si considera che è stata scattata nell’aprile del 2012: da poco più di dieci giorni ha scoperto di essere una malata terminale. Nelle settimane che seguono, trascorse insieme a suo marito in disparte e lontano dalla città, nella casa di famiglia vicino al mare, Chiara si prepara all’incontro con lo Sposo. Sostenuti dai sacramenti amministrati quotidianamente da padre Vito, che condivide con loro questo tempo intenso, Chiara ed Enrico sono più che mai forti della fedeltà di Dio, che li ha sempre accompagnati in una misteriosa letizia.
Chiara muore a mezzogiorno del 13 giugno 2012, dopo aver salutato tutti, parenti ed amici, uno a uno. Dopo aver detto a tutti Ti voglio bene.
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio,
mentre egli benedice la dimora dei giusti.
Dei beffardi egli si fa beffe
e agli umili concede la sua benevolenza.
Parola di Dio
19 Settembre 2018
Significato teologico del termine Caritas in San Paolo. Lezione settembre 2018
Significato teologico del termine Caritas in San Paolo.
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi capitolo 12,31
Fratelli, desiderate intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.
Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.
E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.
La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!
Domande
Cosa significa carisma?
Cosa significa la parola Carità?
quali sono le sue caratteristiche?
la carità avrà fine?
3 cose rimarranno in eterno quali sono?
La più grande?
11 Settembre 2018
Buon inizio anno 2017-18. Lode e gioia.
RAGAZZI, buon inizio anno scolastico! W la scuola della gioia.
«Ricordatevi che l’educazione è cosa di cuore. Amate i vostri figli, gli allievi; amateli più di voi stessi, amateli gratuitamente, alla maniera di Dio, regalate loro l’amore. L’amore vero ce li fa amare anche quando non prendono bei voti, sbagliano, rispondono male, si ribellano. La pratica del sistema preventivo è tutta poggiata sulla carità che è “paziente, tutto soffre, tutto spera, tutto sopporta”. Perché non venisse confusa con l’elemosina ho cercato di tradurre la parola “carità” con amorevolezza. Bisogna amare ciò che piace ai giovani, e i giovani ameranno ciò che piace ai loro educatori L’amorevolezza la si deve esprimere nelle parole, nei gesti e persino nell’espressione del volto e degli occhi. Ed è importante che i giovani non solo siano amati, ma che abbiano coscienza di essere amati». Don Bosco.